Come aprire un negozio? Costi, requisiti, normativa, licenze e 5 idee originali

Luna Luciano

13 Gennaio 2024 - 14:16

Aprire un negozio: cosa serve? Per avviare un’attività bisogna conoscere costi, licenze e documenti. Ecco cosa fare per inaugurare il proprio esercizio commerciale.

Come aprire un negozio? Costi, requisiti, normativa, licenze e 5 idee originali

Cosa serve e quanto cosa aprire un negozio? È questa la domanda più frequente che si pongono le persone che desiderano mettersi in proprio.
Aprire un negozio, fisico oppure online che sia, e avviare la propria attività commerciale è un desiderio abbastanza frequente, eppure non tutti sanno come effettivamente realizzare questo progetto.

Bisogna sapere che oggi, rispetto al passato, è molto più semplice aprire un negozio grazie al decreto Bersani, che ha snellito le pratiche burocratiche. Ma i dubbi legittimi e le insidie sono dietro l’angolo.

Esistono delle regole precise da seguire, così come dei costi da sostenere e dei documenti necessari che non possono essere ignorati dai futuri esercenti. Prima di aprire un’attività, infatti, è quanto mai necessario sapere se è obbligatoria una licenza, quali sono i requisiti e, soprattutto, qual è il budget. Leggi la nostra guida per conoscere tutti i dettagli.

Come aprire un negozio: le diverse tipologie da conoscere

Prima di procedere alla consultazione delle regole per aprire un negozio, è bene accertarsi della tipologia di attività commerciale che si intende avviare. Questo perché le regole possono variare a seconda della superficie di vendita, a seconda del territorio di riferimento o della merce.

Le attività commerciali possono essere suddivise in tre categorie:

  • esercizi di vicinato, con superficie di vendita fino a 250 metri quadrati;
  • medie strutture di vendita, con superficie di vendita non superiore ai 2500 metri quadrati;
  • grandi strutture di vendita, con superficie di vendita superiore ai 2500 metri quadrati.

Inoltre le attività si dividono tra alimentari e non alimentari. Queste distinzioni sono essenziali dato che solo per alcune tipologie sarà necessario essere in possesso di una licenza. Ed è qui che ci viene in soccorso la normativa.

Aprire un negozio: quando serve la licenza?

Prima di aprire un negozio è di fondamentale importanza avere delle idee solide, facendo un’analisi di mercato relativa alla zona in cui si vuole avviare la propria attività imprenditoriale. Infatti, esistono delle attività più remunerative di altre.

Stabilito ciò, bisogna capire cosa dice la normativa in merito e se serve la licenza. Stando al Decreto Bersani, che ha determinato una riforma del settore commerciale, dal 2006 non è più necessaria la licenza per:

  • esercizi di vicinato (con superficie di vendita fino a 250 metri quadrati) nei Comuni con una popolazione superiore ai 10 mila abitanti;
  • esercizi di vicinato fino ai 150 metri quadrati nei Comuni con meno di 10 mila abitanti.

Pur non essendo necessaria la licenza, gli esercenti di queste attività devono obbligatoriamente inviare un documento al Comune, la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), che dovrà essere inoltrata allo SUAP, lo Sportello Unico delle Attività Produttive. La SCIA è una comunicazione certificata in cui si dichiara che si sta aprendo un negozio e che si stanno rispettando tutte le normative vigenti.

La licenza fornita dal Comune è invece obbligatoria per:

  • tabaccherie, poiché sono destinate alla vendita di prodotti soggetti al monopolio statale;
  • per negozi con superficie fino a 1.500 metri quadrati nei Comuni più piccoli;
  • per negozi con superficie fino a 2.500 metri quadrati nei Comuni più grandi.

In tal caso è in vigore la regola del silenzio-assenso, ossia se non si ottiene risposta entro i 90 giorni, l’autorizzazione si intende concessa.

Cosa serve per aprire un negozio? Requisiti e autorizzazioni

I requisiti per aprire un negozio sono molteplici, alcuni sono necessari ai fini dell’apertura dell’attività commerciale, altri invece riguardano direttamente l’esercente.

Per poter aprire un negozio, l’esercente deve:

  • non essere mai stato dichiarato fallito e nemmeno delinquente abituale;
  • non aver subito condanne con periodo detentivo superiori ai 3 anni;
  • ottenere il benestare da parte della ASL per l’agibilità dei locali;
  • aprire la partita IVA;
  • iscriversi CCIAA (Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura);
  • iscriversi all’INPS;
  • iscriversi all’INAIL.

A questi requisiti se ne aggiungono altri in caso di attività alimentari. Infatti, per i negozi che si occupano di ristorazione come (bar, ristorante, albergo) è obbligatorio per gli esercenti:

  • iscriversi al REC (Registro Esercenti di Commercio);
  • frequentare il corso SAB (Corso per somministrazione Alimenti e Bevande) organizzato dalla Camera di Commercio oppure aver lavorato per almeno 2 anni, negli ultimi cinque, presso un’attività di vendita o produzione alimentare.

Questi requisiti non sono previsti per le attività non alimentari. Una volta aperta l’attività basterà inviare la Comunicazione Unica al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio che provvederà, poi, a divulgare la comunicazione a tutti gli altri enti sopracitati (INAIL, INPS, ecc.).

In ogni caso è bene sempre ricordare che la normativa cambia anche in base alla Regione o al Comune, è sempre bene quindi informarsi perché alcuni Comuni potrebbero prevedere obblighi diversi.

Quanto costa aprire un negozio?

I costi di apertura di un negozio variano in base a diversi fattori (città, metratura, tipologia di attività ecc.) ed è importante essere consapevoli che inizialmente la spesa sarà nettamente superiore all’incasso, ma l’investimento potrebbe fruttare con gli anni a venire.

Principalmente i costi per l’apertura di un’attività sono influenzati dalla tipologia: la spesa per aprire un ristorante potrebbe essere superiore a quella per un’attività non alimentare.

Per poter fare un calcolo delle spese iniziali, bisogna prendere in considerazione:

  • i costi per la consulenza di un commercialista per aprire la partita IVA, compresa solitamente tra i 600-1.000 euro annui.
  • i costi per l’affitto del locale - se non è di proprietà;
  • i costi per la ristrutturazione del locale - se necessario;
  • i costi per l’allestimento del negozio.

Guardando solo questi costi, se si possiede un locale già ristrutturato, per aprire un negozio si potrebbe spendere tra i 3.500 e i 5.000 euro complessivi. A questa spesa però bisogna ancora aggiungere i costi relativi all’acquisto della merce, l’allaccio delle utenze, il POS per i pagamenti carta di credito.

Ecco, quindi, che, considerando tutte le voci fin qui menzionate, il costo finale per avviare un’attività commerciale potrebbe aggirarsi tra i 15.000 e i 20.000 euro per le piccole attività e non meno di 50.000 euro per quelle più grandi.

Come aprire un negozio online

Con la rivoluzione digitale, la decisione di aprire un negozio online potrebbe essere una buona soluzione anche per abbattere i costi.

Occorre però una premessa: gran parte degli step validi per un negozio fisico sono validi anche per un negozio online, come la partita IVA e l’scrizione alla CCIAA.

Innanzitutto, prima di aprire uno shop online, bisogna decidere cosa si vuole vendere. In questi casi è preferibile scegliere una “nicchia di mercato”, vendendo prodotti specifici, in modo da abbattere la concorrenza e stabilire l’utente target da raggiungere con la pubblicità. Dopo aver scelto, l’esercente può:

  • rivolgersi a piattaforme che permettono in modo facile e veloce di aprire un proprio negozio online, a volte anche in maniera gratuita;
  • comprare un dominio online, ossia l’indirizzo (url) del sito web, in modo da essere completamente autonomi. Anche in questo caso ci sono diverse piattaforme specializzate che vi permettono di farlo.

In seguito, bisognerà creare un account hosting, ossia un canone mensile per assicurarsi la proprietà del dominio, e un Autoresponder, uno strumento essenziale che fornisce una lista dei possibili acquirenti a cui inviare automaticamente delle newsletter promozionali.

Ma quanto costa aprire un negozio online? I costi di un business online possono essere inferiori rispetto a un negozio fisico, in quanto prevede il pagamento di:

  • commercialista;
  • acquisto del dominio;
  • realizzazione e mantenimento del tuo sito web;
  • l’account hosting;
  • acquisto della merce;
  • campagne di digital marketing;
  • servizi di spedizione;
  • servizi di ricezione dei pagamenti.

Complessivamente, quindi, l’apertura di un negozio online potrebbe prevedere l’investimento di una somma compresa tra i 1.500-10.000 euro.

Cosa fare per aprire un negozio: 5 idee originali

Ma per aprire un negozio è necessario un ultimo ingrediente: l’originalità. Vediamo 5 buone idee per decidere quale tipologia di negozio aprire.

Come anticipato, è necessario prima effettuate un’analisi di mercato della zona in cui si vive o nel mondo online, cercando di colmare i vuoti di mercato. Sicuramente Internet diventa il primo alleato per promuovere o vendere i propri prodotti. Vediamo alcuni spunti per aprire un negozio originale e in trend.

  • Negozio di animali o di accessori per animali. Ottimo per gli amanti degli animali. Sempre più persone ogni giorno decidono di adottare un animale domestico. Ecco, quindi, che negozi dedicati agli animali, come accessori, alimenti o toelettatura possono essere un’idea vincente.
  • Negozio biologico o di cosmetici bio. Il settore di prodotti biologici, da quello alimentare a quello cosmetico, sta conquistando sempre di più il pubblico, grazie all’attenzione per sé e per l’ambiente.
  • Negozio automatico. Sempre più spesso si vedono nelle città negozi con all’interno distributori automatici prevalentemente di cibo confezionato. Una scelta che consente di abbattere i costi, lasciando in funzione un negozio h24.
  • Negozio di giocattoli. Da non sottovalutare il settore dell’intrattenimento, specie se oltre ai giocattoli, si vendono videogiochi e prodotti di merchandising, come i funko pop, personaggi di film, serie tv e videogame, amati da grandi e piccini. Un negozio che facilmente sfrutta le potenzialità dell’e-commerce.
  • Negozio di vestiti sostenibili. Nella società di oggi, infatti, si presta sempre più attenzione al riuso, a evitare sprechi e alla cura dell’ambiente. Se si fosse abili nel cucire si potrebbe pensare a una trasformazione di abiti vecchi in nuovi. Un successo assicurato.

Argomenti

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO