Dal 11 luglio 2025 scattano le nuove regole per la trasparenza societaria: le imprese dovranno indicare il titolare effettivo nei modelli del Registro Imprese. Ecco cosa cambia e chi è coinvolto.
Chi c’è davvero dietro una società? Non sempre chi è ufficialmente alla guida di un’impresa ne detiene davvero il controllo. Per questo motivo, la normativa antiriciclaggio prevede che venga dichiarato il titolare effettivo, cioè la persona fisica che, anche indirettamente, controlla o beneficia di una società o di un ente.
Capire chi c’è davvero dietro le quinte è fondamentale per contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento di attività illecite.
Dal luglio 2025, questo principio si traduce in un obbligo concreto. Con un decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, tutte le società, fondazioni, trust e altri soggetti giuridici dovranno dichiarare nei nuovi modelli del Registro Imprese chi è il titolare effettivo. L’informazione andrà comunicata già al momento della costituzione o in caso di modifiche, allegando una dichiarazione ufficiale firmata digitalmente.
Vediamo cosa cambia e chi è coinvolto.
Cos’è il titolare effettivo
Il titolare effettivo è la persona fisica che, in ultima istanza, possiede o controlla un’entità giuridica, oppure ne risulta beneficiaria. Il D.Lgs. 231/2007 spiega che non si tratta necessariamente dell’amministratore o del rappresentante legale: il titolare effettivo può restare “dietro le quinte”, ma esercitare comunque un’influenza decisiva sulla gestione o sugli asset della società.
A differenza del titolare legale, visibile e ufficiale, il titolare effettivo può essere nascosto diestro le scatole societarie, fiduciare o partecipazioni frammentate. Per questo motivo, le norme antiriciclaggio vogliono far emergere il volto reale che guida la struttura.
Il principio è stato recepito dalle direttive europee AMLD (Anti Money Laundering Directive), in particolare dalla IV e dalla V, che hanno imposto agli Stati membri la creazione di registri centralizzati dei titolari effettivi. L’Italia ha introdotto queste misure nel sistema nazionale attraverso l’evoluzione del D.Lgs. 231/2007, puntando a una maggiore trasparenza societaria.
Novità 2025: obbligo di comunicazione nei modelli del Registro Imprese
Dall’11 luglio 2025, scatta ufficialmente l’obbligo di comunicazione del titolare effettivo nei modelli del Registro Imprese. La novità riguarda tutte le domande di iscrizione, modifica o cancellazione, rendendo strutturale la comunicazione di questo dato.
In pratica, ogni volta che si costituisce una società o si aggiorna una posizione già registrata, sarà necessario indicare il titolare effettivo tramite autocertificazione, firmata digitalmente dal soggetto obbligato. Si tratta di un’operazione formale, ma tutt’altro che secondaria, perché consente alle autorità di disporre di una banca dati aggiornata e verificabile.
Il provvedimento, previsto dal decreto direttoriale del MIMIT del 12 aprile 2024, dà attuazione a quanto già stabilito nei mesi scorsi con l’istituzione del Registro dei titolari effettivi. Ora, però, l’inserimento diventa parte integrante delle pratiche ordinarie presso la Camera di Commercio. Un cambiamento che obbligherà imprese, professionisti e intermediari a rivedere le proprie prassi, pena il rischio di sanzioni e sospensioni.
Chi è obbligato
L’obbligo di comunicare il titolare effettivo nei modelli del Registro Imprese riguarda una platea ampia e variegata. In prima linea ci sono le società di capitali (come Srl e Spa), ma anche fondazioni, associazioni con personalità giuridica, e perfino trust e istituti giuridici affini stabiliti o operanti in Italia. Restano invece esonerate le ditte individuali, le società di persone (salvo casi particolari) e gli enti non soggetti all’obbligo di iscrizione nel Registro delle Imprese.
Come funziona la comunicazione al Registro Imprese
Da luglio 2025 comunicare il titolare effettivo al Registro delle Imprese non sarà più facoltativo, ma diventa un obbligo formale per società, fondazioni, trust e affini.
La procedura è interamente digitale, attraverso il sistema del Registro Imprese: utilizzando l’applicativo DIRE o software equivalente si compila il modello aggiornato, si appone la firma digitale e si invia tutto via PEC alla Camera di Commercio. Serve anche una dichiarazione autocertificata, in cui si specifica chi controlla realmente l’impresa, seguendo le regole del D.Lgs. 231/2007.
La comunicazione va fatta al momento dell’iscrizione o entro 30 giorni da ogni cambiamento rilevante. Poi ogni anno, i dati vanno riconfermati, solitamente in occasione del deposito del bilancio. Si tratta di un adempimento in più, ma pensato per garantire maggiore trasparenza e tenere traccia di chi sta davvero dietro a una società.
Sanzioni in caso di omissioni o dati non veritieri
Attenzione a sottovalutare questo obbligo: chi non comunica il titolare effettivo o lo fa con dati falsi, rischia sanzioni salate. L’omissione o l’invio di informazioni non veritiere può costare un’ammenda da 103 a 1.032 euro, a carico dell’impresa e, in particolare, dell’amministratore o del legale rappresentante.
A vigilare saranno le Camere di Commercio, che potranno avviare controlli e segnalare eventuali irregolarità. In caso di inadempienza, oltre alla multa, c’è anche il rischio di sospensione dell’iscrizione fino alla regolarizzazione. Insomma, conviene mettersi in regola.
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