Coronavirus, possibile svolta dagli alpaca: un anticorpo blocca il virus

Martino Grassi

5 Settembre 2020 - 15:11

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È stato scoperto negli alpaca un nano anticorpo in grado di bloccare il coronavirus. Ecco come funziona.

Coronavirus, possibile svolta dagli alpaca: un anticorpo blocca il virus

Dagli alpaca potrebbe arrivare una svolta per il coronavirus. La scoperta è stata fatta presso Istituto Karolinska di Stoccolma, in Svezia, identificando dei piccoli anticorpi presenti nell’organismo dell’animale in grado di legarsi alla proteina Spike di Sars-Cov-2 e bloccare la replicazione dell virus nell’organismo umano.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications e potrebbe essere una svolta per il trattamento della patologia che ha causato la pandemia in attesa del tanto agognato vaccino, che secondo delle prime indiscrezioni potrebbe essere disponibile già a partire dal prossimo ottobre.

Gli anticorpi degli alpaca bloccano il coronavirus

I nano anticorpi prelevati dagli alpaca potrebbero essere utilizzati per trattare il coronavirus nell’uomo. Leo Hanke, primo autore dello studio fa sapere che: “Utilizzando la microscopia crioelettronica, abbiamo osservato che nano-anticorpi specifici si legano in un dominio della proteina Spike che si sovrappone al sito di legame del recettore cellulare Ace2, dando così una comprensione strutturale della potente attività di neutralizzazione”.

Questo straordinario risultato è stato ottenuto inducendo la risposta immunitaria contro il coronavirus negli alpaca, iniettando la proteina S utilizzata dal patogeno per infettare le cellule umane. Dopo questo passaggio hanno proceduto con l’identificazione e l’isolamento di un anticorpo denominato Ty1 in grado di legarsi con la proteina del virus.

Per determinare la specificità del nano-anticorpo verso il virus i ricercatori hanno condotto dei test in vitro con cui hanno dimostrato che la molecola Ty1 è in grado di “riconoscere specificatamente la glicoproteina virale Spike nella sua conformazione nativa in cellule infettate da Sars-Cov-2, suggerendo che possa essere uno strumento altamente specifico e adatto per la ricerca, la diagnostica e la terapia”.

Le caratteristiche di Ty1

L’intero studio ha richiesto delle moderne tecniche di clonazione, arricchimento e analisi delle sequenze degli anticorpi prodotti da un particolare tipo di globuli bianchi che alcuni animali, tra cui i cammelli, gli alpaca, ma anche pesci come gli squali, sono in grado di produrre naturalmente. Il punto di forza di questi anticorpi sta proprio nella loro dimensione, sono infatti 10 volte più piccoli delle immunoglobuline umane, e consentono di manipolarli geneticamente senza troppe difficoltà.

Le particolari caratteristiche di questi anticorpi li rendono di fatto dei candidati d’eccezione per lo sviluppo di nuovi farmaci in grado di trattare diverse patologie, fornendo uno scudo nei confronti delle infezioni, nel caso dei coronavirus. Uno dei ricercatori ha concluso affermando che:

“Speriamo che i nostri risultati possano contribuire a contrastare la pandemia di Covid-19, incoraggiando ulteriori studi sui nano-anticorpi come candidati terapeutici contro questa infezione virale”.

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