Oggi le aziende energivore pagano 70 euro per compensare una tonnellata di CO2. Ma entro il 2030, i prezzi potrebbero più che raddoppiare.
Inquinare ha un prezzo. Il pensiero forse corre, in senso figurato, all’impatto ambientale, anche se qui la questione è economica, soprattutto per i settori particolarmente energivori.
Vent’anni fa con appena 20 euro si poteva acquistare il diritto a emettere una tonnellata di CO2. Nel 2023 ne servivano oltre cento; oggi ne bastano circa 70. Presto questo costo, pagato dalle grandi industrie, dalle compagnie aeree e marittime, potrebbe tornare a crescere, anche in conseguenza della possibile risoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina.
Stiamo parlando del Sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra (European Union Emissions Trading System - EU ETS), ossia del principale strumento adottato dall’Unione Europea per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 nei settori industriali e del trasporto aereo e marittimo. Funziona con un meccanismo di tipo cap&trade, ossia fissando un tetto massimo complessivo alle emissioni consentite sul territorio europeo nei settori interessati, alle quali corrisponde un numero equivalente di “quote” (una quota copre una tonnellata di CO2), che possono essere assegnate a titolo gratuito o scambiate sul mercato. [...]
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