Alphabet vola verso i $4.000 miliardi di capitalizzazione di mercato (grazie all’AI)

Giorgia Paccione

26 Novembre 2025 - 10:02

Il rally del titolo e la spinta dell’intelligenza artificiale riportano Google tra i protagonisti assoluti della corsa tecnologica globale.

Alphabet vola verso i $4.000 miliardi di capitalizzazione di mercato (grazie all’AI)

Alphabet è ormai a un passo dall’ingresso nel club ultra-ristretto delle aziende da 4.000 miliardi di dollari. La holding di Google ha raggiunto una capitalizzazione di oltre 3.800 miliardi di dollari, spinta da un entusiasmo crescente attorno all’intelligenza artificiale e da un rally azionario che ha riportato il gruppo al centro della competizione globale.

Il titolo ha segnato un nuovo massimo storico a 315,9 dollari, con un balzo di oltre il 5% nella seduta più recente e una crescita vicina al 70% dall’inizio dell’anno, superando nettamente colossi come Microsoft e Amazon. Oggi solo Nvidia e Apple possono vantare una valutazione stabilmente oltre la barriera dei 4.000 miliardi, ma Alphabet è la candidata più credibile al prossimo ingresso.

Dopo un periodo di incertezza seguito all’exploit di ChatGPT nel 2022, quando molti avevano messo in dubbio la capacità di Google di restare al vertice dell’AI, il biennio 2024-2025 ha ribaltato completamente lo scenario. Il gruppo guidato da Sundar Pichai ha ritrovato slancio grazie alla crescita esplosiva del cloud, diventato uno dei pilastri dei suoi conti finanziari e capace di attirare persino l’attenzione di Berkshire Hathaway, e grazie al lancio del modello Gemini 3, accolto con recensioni molto positive.

La sensazione degli analisti, ora, è che Alphabet sia tornata protagonista non solo come pioniere dell’intelligenza artificiale, ma anche come forza industriale in grado di competere in ogni segmento della catena di valore.

Il nuovo vantaggio competitivo di Alphabet

La spinta verso i 4.000 miliardi non arriva solo dal business storico della pubblicità, che rimane un pilastro, ma soprattutto dalla trasformazione tecnologica dell’azienda. Il cloud di Google ha messo a segno una crescita impressionante del 34% su base annua, contribuendo al superamento dei 100 miliardi di ricavi trimestrali per la prima volta nella storia del gruppo. Anche Google Search e YouTube continuano a correre, entrambe in progresso del 15%, mentre l’utile per azione ha battuto le stime del 26%.

Ma il vero cambio di passo è legato alle tecnologie hardware per l’AI, un comparto nel quale Alphabet sta rapidamente riducendo la dipendenza da Nvidia grazie allo sviluppo di chip proprietari. La strategia ha già trovato conferme sul mercato: Meta è in trattativa per acquistare miliardi di dollari di processori TPU da utilizzare nei propri datacenter dal 2027, mentre Anthropic ha già siglato un accordo per un milione di unità. La notizia dell’interessamento di Meta ha scosso gli equilibri del settore, spingendo Alphabet al rialzo e mettendo sotto pressione Nvidia, che ha perso fino al 6% in una sola seduta e oltre il 20% dai massimi di ottobre. L’azienda di Jensen Huang rimane un gigante da più di 4.000 miliardi, ma ora sente il fiato sul collo di un concorrente che pochi mesi fa sembrava distante.

Tra euforia e timori di bolla: il monito di Sundar Pichai

L’ascesa vertiginosa di Alphabet si inserisce in una fase di entusiasmo globale verso l’intelligenza artificiale, che per molti osservatori ricorda l’euforia tipica delle grandi bolle tecnologiche. Lo stesso CEO Sundar Pichai ha invitato a mantenere cautela, avvertendo in un’intervista alla BBC che nessuna azienda, nemmeno Google, sarebbe immune da un eventuale scoppio della bolla dell’AI. “C’è una certa irrazionalità che aleggia sul settore”, ha affermato, riecheggiando il celebre richiamo di Alan Greenspan all’“esuberanza irrazionale” della fine degli anni ’90.

Pichai riconosce che la fase attuale è “straordinaria” per gli investimenti tecnologici, ma ricorda che i cicli di eccessi e correzioni sono fisiologici. L’elemento che dà maggiore stabilità ad Alphabet, secondo il CEO, è il suo modello “full stack”, che integra hardware, software, infrastrutture cloud e sistemi di AI generativa. Una strategia che potrebbe aiutare il gruppo a navigare anche eventuali turbolenze e a difendere la propria posizione in una competizione che oggi vale complessivamente quasi 10.000 miliardi di dollari tra Alphabet, Microsoft e Meta.

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