Allarme pensioni, nel 2023 potrebbero costare troppo per lo Stato: cosa succederà?

Stefano Rizzuti

20/08/2022

02/12/2022 - 11:00

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Dal 2023 il costo delle pensioni per lo Stato crescerà rapidamente, soprattutto a causa dell’inflazione: cosa succederà? Ci saranno i soldi per pagare gli assegni previdenziali a tutti?

Allarme pensioni, nel 2023 potrebbero costare troppo per lo Stato: cosa succederà?

Il ministero dell’Economia lancia l’allarme sulla spesa per le pensioni. Nel rapporto ’Tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario’, il Mef sottolinea le stime per il 2023 ed evidenzia come la spesa per le pensioni potrebbe crescere in maniera significativa a causa dell’aumento record dell’inflazione.

In particolare la spesa pensionistica potrebbe arrivare a rappresentare il 16,2% del Pil. Nell’analisi si ricorda come il rapporto tra spesa pensionistica e Pil tra il 2019 e il 2022 sia tornata ad aumentare, raggiungendo addirittura un picco del 17% del Pil nel 2020. Poi c’è stato un calo e nel 2022 questo rapporto dovrebbe scendere al 15,7%.

Un valore, comunque, superiore di ben mezzo punto percentuale rispetto a quello del 2018. Ma il problema principale riguarda il futuro: le stime indicano un nuovo aumento per il 2023 e, a causa dell’inflazione, lo Stato dovrà reperire sempre più risorse per le pensioni. Non a caso è uno degli scogli principali della prossima legge di Bilancio che aspetterà il nuovo governo, risultante dalle elezioni politiche del 25 settembre.

Perché cresce così tanto la spesa pensionistica

La crescita della spesa statale per le pensioni deriva sicuramente dal deterioramento del quadro macroeconomico, come si sottolinea nel report. Ma anche, e soprattutto, dall’impatto del caro vita, in particolare dallo shock sui prezzi delle materie prime. Aumenti dei costi che producono effetti “non trascurabili sulla spesa per pensioni”.

Quanto aumenta la spesa per le pensioni

In base al meccanismo di indicizzazione delle pensioni con l’adeguamento all’inflazione, la spesa previdenziale nel 2023-2024 potrebbe aumentare di 0,7 punti di Pil rispetto alle previsioni precedenti, stando alle stime del Mef. Vale a dire un aumento di circa 13 miliardi di euro.

Gli effetti di questi aumenti verranno riassorbiti molto lentamente: secondo il ministero ci vorrà un ventennio con un aumento medio di 0,4 punti di Pil. Vien da sé che qualsiasi nuovo governo dovrà avere come priorità quello di trovare le risorse per aumentare le pensioni, adeguandole all’inflazione: compito non facile con la prima legge di Bilancio che metterà l’esecutivo di fronte a difficili scelte per fronteggiare il caro energia e l’inflazione.

Passando poi alle previsioni per gli anni successivi, nel rapporto si sostiene che il rapporto spesa-Pil dovrebbe lentamente stabilizzarsi fino al 2030, anche a fronte di una crescita minore, sia per l’esaurimento degli effetti di quota 100 e quota 102 sia grazie a un parziale recupero dei livelli occupazionali precedenti.

Pensioni, il rischio emergenza per carenza gas

Ad allarmare ancor di più è uno scenario più estremo. Se l’Italia dovesse restare senza gas, specifica il Mef, la spesa per le pensioni potrebbe aumentare rapidamente, sempre a causa dell’indicizzazione dei trattamenti all’inflazione. In un caso del genere, la crescita della spesa previdenziale sarebbe di 0,7 punti percentuali nel 2023 e di addirittura un punto nel 2024.

Parliamo di cifre che valgono il 17,1% del Pil. Non solo, perché il Mef considera anche uno scenario più estremo, con uno shock più severo, che porterebbe a un aumento della spesa di un punto nel 2023 e di 1,1 nel 2024, ovvero il 17,2% del Pil. Un incremento che metterebbe in crisi i conti dello Stato e il nuovo governo di fronte a scelte difficili.

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