Allarme per chi compra su Shein e Temu. Arriva una nuova tassa da pagare

Patrizia Del Pidio

13 Novembre 2025 - 15:54

Se compri su Shein e Temu potrebbe arrivare con la Legge di Bilancio 2026 una nuova tassa da pagare. Vediamo di cosa si tratta.

Allarme per chi compra su Shein e Temu. Arriva una nuova tassa da pagare

Una nuova tassa che potrebbe gravare sugli ordini effettuati da Shein e Temu potrebbe essere prevista dalla Legge di Bilancio 2026. La maggioranza, infatti, sta pensando di introdurre nella manovra un contributo aggiuntivo da sostenere per chi ordina, per importi inferiori a 150 euro, da Paesi extra Ue.

Con la novità si vogliono colpire in particolare i colossi cinesi del fast fashion per favorire il Made in Italy.

Inizialmente la tassa sulle vendite online era stata proposta dall’Unione europea: la misura rientrava in un quadro più ampio di bilancio settennale per l’Ue (2028-2034) che doveva finanziare le esigenze primarie dell’Unione Europea, ma diversi Stati si erano opposti facendo perdere vigore all’iniziativa.

La novità tutta italiana

Le nuove tasse per i piccoli ordini extra Ue, che puntano dritte a colossi come Shein, Temu o AliExpress, invece, sono volute dalla maggioranza di Governo italiana. Gli acquisti online sui siti del fast fashion cinese potrebbero subire un incremento di costo a causa del nuovo contributo.

Quello che preoccupa maggiormente i governanti dei paesi Ue (e dell’Italia), però, non va ricercato molto nell’etica, quanto nell danno che questi prezzi ridotti causano alla libera concorrenza per le aziende europee in cui vigono molti limiti per quanto riguarda tutela dei lavoratori e l’uso di materiali sicuri.

Il Ministro Giorgetti da tempo spinge su questa linea rimarcando che “Servono regole europee forti e veloci per arginare l’aggressione extraeuropea che sta invadendo con prodotti a basso costo e senza rispetto delle regole il nostro mercato ”.

L’approvazione della nuova tassa ha un percorso molto lungo: dopo l’Ecofin l’approvazione è richiesta anche a tutti gli altri organi europei che dovrebbero concludere l’iter entro la fine dell’anno.

Oltre ai dazi doganali

Le misure di contrasto al dominio dei colossi cinesi come Shein, Temu prendono il via da un’indagine della Commissione europea volta a valutare se rispettino le misure richieste dal Digital services act. L’altra misura allo studio è la riduzione della attuale soglia di 150 euro per l’applicazione dei dazi doganali introducendo una tassa di gestione di 2 euro per ogni pacco proveniente da Paesi extra Ue di importo inferiore ai 150 euro (quelli che quindi sfuggono ai dazi doganali).

Attualmente per le spedizioni di valore fino a 150 euro non si applicano i dazi, ma la modifica porterà a prevedere una tassa di gestione su questi pacchi. Inizialmente si era pensato di eliminare le soglie di esenzione dai dazi doganali per le spedizioni di valore fino a 150 euro per applicare dazi anche sulle spedizioni di importo più basso con percentuali che variano dal 5 al 17%.

Eliminazione soglia dazi doganali

La riforma del Codice doganale prevede l’introduzione di un nuovo sistema di tassazione. Il primo passo è l’eliminazione delle soglie di esenzione dai dazi doganali per le spedizioni di valore fino a 150 euro. Saranno applicati dazi doganali anche sulle spedizioni di importo più basso.

L’impatto maggiore della novità si avrà sull’acquisto di fast fashion (calzature e abbigliamento) che le grandi piattaforme commerciali con sede principale in Asia vendono direttamente nell’Unione Europea.

Per capire la portata dobbiamo capire cosa sono i dazi doganali, si tratta di imposte che colpiscono la circolazione dei beni da uno Stato all’altro. Sono riscossi dalle autorità doganali per conto del governo allo scopo di proteggere l’economia locale. Si tratta quindi di una misura protezionistica.

La quasi totalità dei dazi doganali è a carico dell’importatore. I diritti doganali vanno in genere versati prima dello svincolo delle merci in dogana nel Paese di destinazione. Quando viene ordinato un pacco dalla Cina, resta bloccato alla frontiera fino a quando non viene versato il tributo. In genere il tributo viene pagato prima dal venditore che, di conseguenza, si occupa di versare le somme tramite il trasportatore, ma anche se costoro sono i soggetti che materialmente pagano, i dazi restano a carico dell’acquirente/importatore.

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