La Legge di Bilancio 2026 con il divieto di compensazioni fiscali penalizza l’agricoltura. Tradite le promesse agli agricoltori. Ecco cosa chiede la CIA, Confederazione italiana agricoltori.
Il divieto di compensazione in agricoltura penalizza eccessivamente il settore che si sente ingannato e tradito. Nuova bocciatura per la Legge di Bilancio 2026, questa volta a presentare il conto è la CIA, associazione degli agricoltori italiani.
Ecco perché gli agricoltori contestano la Legge di Bilancio 2026 in quanto eccessivamente penalizzante per il settore.
Divieto di compensazione nella legge di Bilancio 2026, eccessivamente penalizzante per l’agricoltura
In un’audizione al Senato Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, ha sottolineato che nella manovra di Bilancio 2026 non ci sono sufficienti misure in favore dell’agricoltura e i nuovi limiti previsti per le compensazioni fiscali sono un vero danno per le aziende agricole.
Abbiamo già visto nei giorni scorsi che anche l’Associazione Nazionale dei Commercialisti ha aspramente criticato il divieto introdotto nella Legge di Bilancio 2026 di compensazioni per i contributi previdenziali e assistenziali e la riduzione a 50.000 euro della soglia prevista per le compensazioni in caso di debiti fiscali. La CIA e sulla stessa linea.
La CIA va oltre e parla di un vero tradimento perché gli agricoltori prima sono stati incentivati a effettuare investimenti, ma poi sono lasciati senza possibilità vera di recuperare le spese ormai già effettuate.
Agricoltura in manovra di Bilancio
Sono ritenuti insufficienti gli investimenti previsti di 2 milioni di euro per l’agricoltura a cui si aggiunge il carico burocratico e gli eccessivi adempimenti necessari alla sua attuazione.
Nell’audizione viene sottolineato che servono aiuti più concreti, strategici e di lungo periodo per aiutare davvero il settore in crisi.
Nell’audizione si sottolinea che sono apprezzati gli interventi previsti per le imposte sul reddito e l’esenzione dall’accisa sul gasolio prevista per i lavori nei campi, ma queste misure non bastano ad aiutare in modo concreto il settore in crisi. Si chiede, quindi, un maggiore interventismo del Governo in favore dell’agricoltura e interventi in favore di giovani e donne.
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