Addio a questa birra tedesca? Chiuso uno stabilimento, colpa del calo dei consumi

Luna Luciano

26 Luglio 2025 - 13:32

La storica birra Oettinger chiude uno stabilimento: colpa della crisi dei consumi e della transizione energetica. Il settore birrario tedesco è a un bivio.

Addio a questa birra tedesca? Chiuso uno stabilimento, colpa del calo dei consumi

Nella patria della birra e dell’industria, il consumo di questa bevanda è in declino e a pagarne le spese sono proprio i birrifici, ne sa qualcosa la casa Oettinger che presto chiuderà le porte, trasferendo ben 150 dipendenti.

La Germania, celebre per i suoi Oktoberfest e per una cultura birraia radicata nei secoli, si trova oggi ad affrontare una realtà inedita: il calo strutturale del consumo di birra. La notizia che il birrificio Oettinger, uno dei nomi più noti nel panorama tedesco, chiuderà lo stabilimento di Braunschweig entro la primavera del 2026, è un campanello d’allarme per l’intero settore

La decisione arriva in un contesto difficile: l’aumento dei costi energetici, obsolescenza degli impianti produttivi e, soprattutto, un drastico ridimensionamento della domanda. La crisi non è passeggera: dal 2020 a oggi, il numero dei birrifici in Germania è calato di quasi cento unità, colpendo in particolare le realtà medio-piccole.

Oettinger, noto per le sue birre economiche ma di buona qualità, è solo l’ultima vittima illustre di un fenomeno più ampio. La chiusura di Braunschweig segue quella della sede di Gotha, già smantellata nei mesi scorsi. Il personale sarà trasferito, ove possibile, in altri stabilimenti, ma il danno economico e simbolico è già notevole.

A tutto ciò si aggiungono le pressioni della transizione ecologica e nuove abitudini di consumo, che pongono interrogativi sul futuro della bevanda nazionale per eccellenza. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Chiude il birrificio Oettinger, ecco perché

Il colosso Oettinger ha annunciato ufficialmente che lo stabilimento di Braunschweig verrà chiuso entro la primavera del 2026. La decisione, sebbene ponderata nel tempo, rappresenta una svolta per l’azienda, che da anni è un punto di riferimento tra le birre più vendute a basso prezzo in Germania. Con la chiusura, saranno coinvolti circa 150 lavoratori, i cui posti verranno trasferiti, previa approvazione del consiglio aziendale, in una società di ricollocamento.

Tra le motivazioni principali ci sono fattori economici e strutturali. In primo luogo, l’aumento dei costi energetici ha inciso pesantemente sui margini di profitto. In secondo luogo, l’impianto di Braunschweig richiedeva interventi di ammodernamento che l’azienda ha ritenuto non più sostenibili. A pesare è stato anche il calo della domanda generale di birra, che ha ridotto la necessità di mantenere attivi tutti gli impianti produttivi.

Oettinger ha deciso di concentrare le sue risorse negli altri due stabilimenti rimasti: Oettingen e Mönchengladbach. Una scelta mirata all’efficienza, ma che lascia sul campo una ferita aperta. La chiusura arriva dopo mesi difficili per l’azienda, colpita da scioperi interni e da un attacco informatico che ha rallentato le operazioni.

Questo segna una fase di transizione anche per il modello industriale tedesco legato alla birra: un tempo orientato alla capillarità territoriale, oggi sempre più centralizzato per contenere i costi. La dismissione dello stabilimento Oettinger non è un episodio isolato, ma un sintomo evidente della crisi che attraversa il settore. Le conseguenze non sono solo occupazionali: l’identità culturale delle città legate a storici birrifici entra in crisi, mentre il futuro di questo comparto tedesco appare incerto.

Germania, diminuisce il consumo della birra: le sfide per il settore birraio

La chiusura di un birrificio come Oettinger si inserisce in un contesto più ampio: quello della diminuzione continua del consumo di birra in Germania. Un fenomeno che si protrae da oltre un decennio, ma che ha subito un’accelerazione negli ultimi anni, complice anche la pandemia da COVID-19 e la crisi energetica che ne è seguita.

Secondo i dati dell’Associazione dei Birrai Tedeschi, dal 2020 a oggi il numero di birrifici è calato da 1.552 a 1.459, una contrazione di 93 unità. La regione più colpita è la Baviera, simbolo della tradizione birraria tedesca, che ha registrato un calo dell’-8%. Le ragioni sono molteplici: da un lato, i cambiamenti nelle abitudini di consumo, con una maggiore attenzione alla salute e a uno stile di vita sobrio; dall’altro, le normative sempre più severe sull’alcol, soprattutto alla guida, che influenzano negativamente le vendite.

A ciò si aggiungono nuove sfide ambientali. Molti birrifici sono chiamati a sostenere importanti investimenti per adattarsi alle direttive sulla sostenibilità e ridurre le emissioni di CO2, spesso passando dal gas all’elettricità. Una transizione necessaria, ma economicamente gravosa, soprattutto per i produttori più piccoli.

Inoltre, la concorrenza dei prodotti analcolici e delle bevande alternative, come kombucha, hard seltzer o birre artigianali con profili più “salutari”, sottrae quote di mercato alla birra tradizionale. Tutto questo contribuisce a rendere il futuro del settore incerto.

I grandi eventi birrari, come l’Oktoberfest, continuano ad attirare turisti e a promuovere l’immagine della Germania come patria della birra. Tuttavia, i numeri parlano chiaro: si consuma meno birra e aumentano le chiusure. Oettinger è solo l’ultimo nome di una lista destinata purtroppo ad allungarsi, se il settore non riuscirà a reinventarsi di fronte a questi profondi cambiamenti.

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