Accettazione tacita dell’eredità, quando si deve pagare la tassa “nascosta”?

Patrizia Del Pidio

5 Novembre 2025 - 12:02

Vendere una casa ricevuta in successione potrebbe esporre all’obbligo di pagare la tassa sull’accettazione tacita dell’eredità. Di cosa si tratta e come si può evitare?

Accettazione tacita dell’eredità, quando si deve pagare la tassa “nascosta”?

Un erede che decide di vendere un immobile acquisito per successione potrebbe trovarsi nella condizione di dover versare una tassa “nascosta” che in pochi conoscono, quella legata all’accettazione tacita dell’eredità. Va chiarito subito che l’accettazione tacita dell’eredità non comporta costi diretti, visto che l’onere da sostenere è legato alla trascrizione nei registri immobiliari quando l’accettazione tacita avviene tramite la vendita dell’immobile ereditato.

Gli eredi, molto spesso, si trovano a dover gestire la successione senza avere le idee veramente chiare: l’eredità può essere accettata anche senza che sia necessario firmare documenti, basta compiere azioni che la legge interpreta come volontà di accettazione. Utilizzare i beni del defunto, affittare o vendere un immobile ereditato. In questi casi l’eredità si intende accettata anche senza una dichiarazione espressa e senza atto notarile. Il meccanismo, che è automatico, potrebbe avere delle ripercussioni importanti su eventuali debiti presenti nell’eredità o nella vendita di immobili ricevuti in successione.

Si potrebbe dover pagare gli oneri di trascrizione nei registri immobiliari qualora si decida di rivendere un immobile acquisito per successione, poiché il notaio potrebbe chiedere il versamento della trascrizione dell’accettazione tacita dell’eredità anche in caso di successione aperta molti anni prima.

Per l’obbligo di versamento dell’imposta non si deve fare riferimento all’apertura della successione, ma alla data di vendita dell’immobile. In caso di immobile ereditato, infatti, sul rogito è necessario specificare che l’eredità è stata accettata poiché in caso contrario la banca potrebbe non concedere il mutuo all’acquirente. Proprio sulla trascrizione dell’accettazione si pagano le imposte.

Andiamo a vedere quanto costa e in quali casi è necessaria la trascrizione dell’accettazione dell’eredità.

Accettazione tacita dell’eredità

Nella maggior parte dei casi gli eredi che aprono la successione non devono presentare un atto scritto per l’accettazione dell’eredità. Quando l’erede compie atti che presuppongono la volontà di accettare il bene (atti che non avrebbe diritto di fare se non fosse proprietario del bene) manifesta la sua intenzione di accettare l’eredità.

Gli atti che presuppongono una accettazione tacita dell’eredità sono:

  • la vendita o la locazione di immobili ereditati;
  • pagamento di debiti ereditari con denaro che proviene dall’asse ereditario;
  • pagamento di tasse o bollette su un bene ricevuto in eredità;
  • fare lavori di ristrutturazione su un immobile ereditato;
  • incassare somme presenti su conti correnti del defunto;
  • stipulare un’assicurazione sull’immobile ereditato;
  • chiedere una voltura catastale
  • esercitare la riduzione in caso di eredi che abbiano avuto beni o denaro in vita dal de cuius che ledono i diritti degli altri eredi.

Si tratta di una serie di comportamenti degli erediti che producono effetti precisi, anche senza la sottoscrizione di documenti, che fanno in modo che l’eredità sia accettata tacitamente.

Con l’accettazione tacita, però, si entra in possesso anche di eventuali debiti e non è più permesso rinunciare all’eredità. Inoltre non si può chiedere la separazione dei beni ereditati da quelli personali e, in caso di debiti ereditati si dovrà rispondere anche con i beni personali.

Perché è necessaria la trascrizione dell’accettazione dell’eredità?

In caso di vendita del bene ereditato e accettato tacitamente è necessario che l’accettazione tacita sia trascritta nell’atto di compravendita dal notaio. A prevederlo è l’articolo 2648 del codice civile che al comma 3 e il decreto legge 31 maggio 2010 n.78

Se si desidera vendere un bene di cui si è entrati in possesso per successione, ma senza aver accettato espressamente l’eredità, è necessario che avvenga la trascrizione dell’accettazione dell’eredità.

La trascrizione è necessaria per garantire all’acquirente che la proprietà del bene non possa mai essere messa in discussione.

Nel momento che il notaio stipula un atto di compravendita per beni immobili ereditati per successione è tenuto a trascrivere l’accettazione tacita dell’eredità (a meno che l’acquisto ereditario non risulti già trascritto).

La necessità di trascrizione è volta a tutelare l’acquirente e l’eventuale banca mutuante nel caso si verificasse l’ipotesi dell’erede apparente. Chi vende, infatti, potrebbe apparentemente risultare come erede e non esserlo realmente e in questo caso chi acquista, poi, potrebbe essere soggetto a un’azione da parte del vero erede del bene. Con la trascrizione tacita dell’eredità, invece, l’acquirente è tutelato da questo rischio.

Quanto costa l’accettazione tacita?

Essendo la trascrizione tacita dell’eredità una formalità a livello ipotecario che si deve effettuare nei registri immobiliari, è necessario versare le relative imposte pari a:

  • imposta ipotecaria che è pari al 2% del valore catastale dell’immobile con valore minimo di 200 euro;
  • imposta catastale che è pari all’1% del valore catastale dell’immobile con valore minimo di 200 euro;
  • 59 euro di imposta di bollo per ogni nota di trascrizione;
  • 35 euro di diritti di trascrizione;
  • onorario del notaio (da 500 a 1.500 euro).

Per evitare di dover pagare i costi legati all’accettazione tacita dell’eredità la soluzione migliore è quella di non compiere le azioni che fanno scattare l’accettazione tacita.

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