Studi di settore addio: arrivano gli Isa già nel 2017. Ecco le novità

Anna Maria D’Andrea

10/03/2017

Abolizione degli Studi di Settore, già nel 2017 saranno operativi gli Isa, gli Indici sintetici di affidabilità che introdurranno un nuovo sistema di premialità fiscale. Cosa cambia per le imprese? Ecco le novità.

Studi di settore addio: arrivano gli Isa già nel 2017. Ecco le novità

Studi di Settore, l’abolizione nel 2017 è ormai ufficiale; al loro posto gli Isa, i nuovi Indici sintetici di affidabilità fiscale introdotti con il Decreto Fiscale 193/2016.

L’Agenzia delle Entrate ha comunicato che gli Isa prenderanno il posto degli studi di settore già dal 2017 per 8 settori: sono stati approvati dalla commissione degli esperti pen 70 Indici di affidabilità ed entro il 2018 saranno predisposti gli ulteriori 80 Isa necessari per superare definitivamente il metodo statistico degli studi di settore da molti ritenuto ormai obsoleto.

Cosa cambia in realtà con i nuovi Isa? L’abolizione degli studi di settori è stata annunciata dall’ex premier Renzi all’atto di presentazione della Legge di Bilancio 2017 ed è stata confermata con l’approvazione del decreto fiscale che ha introdotto importanti novità come strumento di collaborazione tra contribuenti e fisco ma restano ancora molti dubbi irrisolti.

Come saranno gli indicatori di compliance che sostituiranno gli studi di settore nel 2017 e cosa cambierà? Questa novità introdotta conviene alle piccole e medie imprese oppure ci troveremo a rimpiangere gli studi di settore?

La Legge di Bilancio 2017 ha riconosciuto la natura obsoleta dello strumento di accertamento del Fisco ma per tutte le specifiche si rimanda ad un Decreto Ministeriale di cui, ad oggi, siamo ancora in attesa, nonostante l’Agenzia delle Entrate abbia comunicato l’approvazione dei primi 70 Isa rivolti a ben 8 settori produttivi.

Vista l’abolizione degli studi di settore e l’ormai confermata introduzione dei nuovi Isa vediamo di capirci qualcosa, analizzando il perché dell’addio agli studi di settore e cosa sono gli Indici di compliance che misureranno il grado di affidabilità dei contribuenti. L’addio agli studi di settore conviene agli imprenditori?

Ecco tutte le novità e cosa sono gli Isa.

Studi di settore addio: arrivano gli Isa già nel 2017. Ecco le novità

Via gli Studi di Settore, arrivano gli Isa, i nuovi indici di affidabilità o indicatori di compliance già nel 2017.

Gli Isa sostituiranno gli studi di settore, già nel 2017, in 8 settori economici:

  • Commercio all’ingrosso di macchine utensili - M84U
  • Commercio al dettaglio di abbigliamento, calzature, pelletterie ed accessori - M05U
  • Amministrazione di condomini, gestione di beni immobili per conto terzi e servizi Integrati di gestione agli edifici - K16U
  • Attività degli studi di ingegneria - K02U
  • Fabbricazioni di calzature, parti e accessori - D08U
  • Produzione e commercio al dettaglio di prodotti di panetteria - D12U
  • Manutenzione e riparazione di autoveicoli, motocicli e ciclomotori - G31U
  • Servizi di ristorazione commerciale - G36U

L’Agenzia delle Entrate ha infatti comunicato che sono stati approvati e saranno operativi in via sperimentale ben 70 Isa: la novità interesserà circa un milione e mezzo di contribuenti. L’addio definitivo agli studi di settore arriverà nel 2018, quando saranno messi a punto gli Indici per gli altri 80 settori economici.

Gli Isa, strumento che sostituirà gli studi di settore nel 2017 hanno l’arduo obiettivo di favorire la collaborazione e l’adempimento spontaneo. In che modo? Attraverso un meccanismo di premialità nei confronti dei contribuenti più virtuosi. Per capirci qualcosa, vediamo quello che è stato stabilito con il Decreto Fiscale 193/2016.

Cosa cambia per le imprese con l’introduzione degli Isa?

Gli studi di settore sono - o meglio, erano - uno strumento statistico utilizzato dal fisco per calcolare il gettito fiscale di lavoratori autonomi, imprese e giovani professionisti, ormai considerato obsoleto e poco in linea con la complicata situazione economica.

Complice anche l’instabilità economica che caratterizza l’attività di imprenditori e piccole imprese, soprattutto quelle giovanili, con la novità inserita nella Legge di Bilancio 2017 si procederà alla sostituzione degli studi di settore con un nuovo strumento di accertamento per i redditi e per il calcolo dell’importo da versare all’erario.

Gli studi di settore saranno gradualmente sostituiti dagli Isa, tra il 2017 e il 2018: gli indicatori di compliance verranno utilizzati per stabilire il grado di affidabilità del contribuente. I dati sull’attività imprenditoriale saranno racchiusi in una vera e propria Pagella per l’imprenditore.

L’indicatore di compliance è un dato sintetico che consentirà di stabilire, su una scala da uno a dieci, quale è il grado di affidabilità del contribuente.
Il grado di affidabilità ricavato dagli Isa sarà una sorta di pagella dell’imprenditore: quanto più elevato sarà il grado di affidabilità dell’impresa e del contribuente, tanto più potrà accedere ad un particolare ed esclusivo sistema premiale.

Isa, affidabilità e premialità già nel 2017. Ecco cosa cambia

Con l’abolizione degli studi di settore e l’introduzione degli Isa, il nuovo strumento del Fisco, saranno introdotte delle misure premiali per i contribuenti che raggiungeranno un grado elevato di affidabilità.

Un percorso accelerato per i rimborsi fiscali, l’esclusione da alcuni tipi di accertamento e una riduzione del periodo di accertabilità.

Inoltre, per gli imprenditori sarà possibile pagare al Fisco l’importo realmente dovuto in base all’andamento economico della propria attività. Una novità importante, se si considera che molti imprenditori erano costretti a dichiarare più del reale fatturato per evitare di incorrere in multe e controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate

Studi di settore addio, cosa cambia nel calcolo delle imposte per gli imprenditori con gli Isa?

L’indicatore di compliance, l’Isa, sarà calcolato in base all’attività economica svolta in maniera prevalente.

Non più un calcolo statistico uguale per tutte le attività imprenditoriali: per ogni ci sarà un calcolo basato su specifici indicatori. Lo strumento che accompagnerà l’abolizione degli studi di settore è costruito in base ad una metodologia statistico-economica che analizza diversi fattori.

Gli indicatori della normalità economica saranno utilizzati come strumento per il calcolo del livello di affidabilità; accanto alla stima dei ricavi, inoltre, saranno stimati il valore aggiunto e il reddito d’impresa.

Per il calcolo del modello di regressione verranno presi in considerazione i dati panel di 8 anni.

Questa una delle grandi novità: sarà utilizzato un panel che considera un periodo temporale più ampio e queste modifiche consentiranno al fisco di calcolare l’importo da versare nelle casse dell’erario con informazioni più accurate e stime più efficienti.

L’Agenzia delle Entrate comunicherà al singolo contribuente il risultato dell’indicatore sintetico, comprese le componenti di incoerenza. L’obiettivo è quello di incentivare l’imprenditore non solo all’adempimento spontaneo, ma anche motivarlo ad avere una comunicazione con il Fisco per migliorare la propria posizione e, soprattutto, la "pagella" d’affidabilità.

Studi di settore, abolizione nel 2017. Perché? Punti critici degli Isa

Dell’abolizione degli studi di settore si parla da tempo. Perché?

Lo strumento per il calcolo delle imposte imprenditoriali è stato introdotto nel 1993, ed è stata applicata fino ad oggi con l’obiettivo di far emergere l’evasione fiscale.
Attraverso il rapporto tra il reddito dichiarato e quello stimato statisticamente per il cluster di riferimento, il Fisco si poneva l’obiettivo di individuare le anomalie nelle dichiarazioni. Ma, in un periodo di instabilità economica, come fare ad accertare se si tratta di evasione oppure di una reale situazione di difficoltà imprenditoriale?

In sintesi, gli studi di settore presumono un’attività economica "normale", che segue gli indicatori indicati dalle statistiche adottate per ciascuna categoria.
L’abolizione degli studi di settore, però, si è resa necessaria a seguito della lunga fase di turbolenza economica. Non si può più stimare la normalità, quindi il presupposto economico degli studi di settore appare obsoleto.

Ulteriore criticità riscontrata degli studi di settore, è stata l’applicazione di un parametro singolo per imprese di fatturato e dimensioni diverse: piccole e medie imprese hanno finito col pagare le imposte di imprese più grandi per fatturato.

Insomma, l’abolizione degli studi di settore al 31 dicembre 2017 e delle griglie di reddito presunte, arriva come strumento necessario ad alleggerire la pressione fiscale e a favorire la crescita economica.

Molti però i punti critici e le incertezze, soprattutto ad oggi quando ancora non è chiaro in cosa realmente consisteranno i nuovi indici di affidabilità. Ad oggi gli studi di settore sono stati applicati dagli imprenditori per evitare i rischi di accertamento ed è stato quasi obbligatorio adeguarvisi. Se i nuovi indicatori di compliance si propongono di agevolare la collaborazione tra contribuenti e Fisco, uno dei punti da risolvere è se questi saranno in realtà utilizzati come nuovo strumento di accertamento oppure se saranno stabiliti nuovi termini e modalità di controllo fiscale per i contribuenti.

L’abolizione degli studi di settore si inserisce nell’intento del Governo di incentivare l’attività imprenditoriale, creando un sistema fiscale basato sulla compliance e, soprattutto, sugli incentivi alla legalità ma ancora ad oggi sono molti i punti critici della riforma.

Intanto, quello che si può affermare e sperare è che a partire dal prossimo anno, con l’abolizione degli studi di settore l’introduzione degli Isa gli imprenditori potranno essere incentivati a pagare, così come da Costituzione, in base alla propria (reale) capacità contributiva.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it