Zingaretti vuole il MES, Marcotti: “Ci vogliono portare al disastro”

Alessandro Cipolla

08/06/2020

12/06/2020 - 22:37

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Giancarlo Marcotti nel corso della puntata di Mondo & Finanza ha attaccato duramente Nicola Zingaretti sull’attivazione del MES: “Nascondono il successo dall’asta dei BTP, vogliono portarci la Troika in casa”.

La partita del MES è ancora tutta aperta. Nonostante che il premier Giuseppe Conte più volte abbia ribadito come, al momento, non sia intenzione del governo attivare il meccanismo che renderebbe disponibili per l’Italia 36 miliardi da destinare alla sanità, il pressing su Palazzo Chigi sta iniziando a essere più frenetico.

Oltre a Italia Viva che da sempre si è detta propensa al ricorso al MES studiato dall’Europa per fronteggiare l’emergenza coronavirus, anche il Partito Democratico adesso si è apertamente schierato nel novero dei favorevoli.

Il coming out è arrivato per mano di Nicola Zingaretti, con il segretario del PD che ha scritto al Sole 24 Ore spiegando come “ fino a 36 miliardi di euro senza condizioni a tassi bassissimi ci permetterebbero di fare un grande salto nella qualità della sanità pubblica”.

Una mossa subito criticata da Giancarlo Marcotti che, nel corso della puntata di Mondo & Finanza il format di MoneyTV in onda sul canale YouTube di Money.it, ha parlato di “persone che vogliono portare l’Italia al disastro totale”.

Durante l’asta dei BTP a fronte di un massimo di 14 miliardi sono arrivate offerte per 108 miliardi - ha spiegato l’esperto - il governo dovrebbe portare questa notizia come un grande successo, invece la deve tenere nascosta perché se dicono questa cosa non possono più accettare il MES”.

Secondo Marcotti attivare il meccanismo significherebbe “portarsi la Troika in casa”, con il PD che parla di sanità mentre negli ultimi anni “è stato il principale artefice dei tagli”.

Il MES non è per la sanità - ha sottolineato infine il direttore responsabile di Finanza in Chiaro - ma solo ed esclusivamente per il coronavirus, non per i tumori o altro, poi con l’emergenza che è finita resta da capire cosa ce ne possiamo fare di quei soldi”.

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