A Wall Street c’è grande ottimismo. Gli investitori si aspettano nuovi boom oltre 2mila punti per l’S&P500 e i broker alzano le stime sui corsi azionari
Nonostante il raggiungimento della soglia psicologica dei 2mila punti per l’indice S&P500, la fine ormai imminente del tapering e le aspettative di rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti, a Wall Street si respira un’aria molto positiva tra gli investitori che continuano a credere nel proseguimento del boom azionario. Venerdì l’indice S&P500 ha perso lo 0,6%, arretrando a 1.985 punti.
Poca roba se si pensa che da inizio anno la performance risulta positiva per il 7,4%, mentre negli ultimi due anni l’indice principale della borsa americana ha messo a segno un rialzo da capogiro di oltre sessanta punti percentuali. Dai bottom di marzo 2009 (da area 666, numero piuttosto inquietante, ndr), invece, l’indice S&P500 ha realizzato un guadagno stratosferico del 198%.
E’ chiaro che il rialzo spettacolare della borsa a stelle e strisce è stato gonfiato significativamente dalle costanti immissioni di liquidità della Federal Reserve che, prima di avviare il tapering sul finire dello scorso anno, ha inondato i mercati globali con oltre 2mila miliardi di dollari di denaro fresco che gli investitori istituzionali hanno subito riversato in massa in azionie bond.
A Wall Street, però, sembra che la fiducia sia alle stelle. Secondo un recente sondaggio di Investor Intelligence, che monitora il mood degli operatori finanziari, a Wall Street la percentuale di pessimisti è al 13%: si tratta del livello più basso dal 1987, anno del famoso crash della borsa americana.
Insomma in giro c’è davvero poca gente disposta a vendere, anche se gli analisti ricordano che le valutazioni raggiunte dalle borse sono comunque notevoli e che la prudenza è d’obbligo. Nonostante l’invito giunto da più parti a mantenere una certa cautela sul futuro andamento dei listini azionari, numerosi specialisti di banche d’affari e broker hanno aumentato le loro stime per l’anno in corso sull’indice S&P500.
A inizio anno la il consensus era per un approdo fino a 1.950 punti, la nuova stima è passata a 2.050 punti. Qualche strategist si aspetta addirittura nuovi rialzi spettacolari, anche fino a 2.300 punti. Secondo Morgan Stanley, che a inizio anno aveva pronosticato un boom fino a 2.014 punti (previsione azzeccata), l’indice S&P500 salirà fino a 3mila punti nel giro di 5 anni.
Le banche d’affari non sembrano affatto preoccupate dell’imminente rialzo del costo del denaro negli USA. Anzi, Goldman Sachs ricorda che ad ogni rialzo dei tassi di interesse non è mai successo nulla di grave per il mercato azionario e nemmeno niente di drammatico per quello obbligazionario.
Inoltre in molti ritengono che la FED stia bluffando sulla strategia relativa ai tassi di interesse, in quanto le previsioni di crescita economica negli Stati Uniti appaiono fin troppo rosee. Insomma il costo del denaro potrebbe essere aumentato solo tra un periodo considerevole di tempo, magari tra un anno, e non come in molti stimano all’inizio del 2015. I mercati ci sperano e continuano a fare il pieno di ottimismo.
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