Voluntary disclosure, il 2015 sarà l’anno del rientro dei capitali illecitamente detenuti all’estero? Il Governo italiano ci spera, nel malcelato tentativo di fare cassa attraverso l’imposizione fiscale, ma i contribuenti che hanno fatto emigrare i propri soldi nutrono ancora dubbi sul testo di legge, e preferiscono aspettare.
Voluntary disclosure 2015, i prossimi 12 mesi saranno segnati dal ritorno in Italia di tutti i capitali illecitamente detenuti all’estero? La speranza, si sa, è l’ultima a morire, e il Governo fa esplicitamente conto sul gettito fiscale che l’intera, ambiziosa, operazione si prefigge di far ottenere. La verità, però, è che molti contribuenti che a loro tempo fecero emigrare importanti flussi di denaro nutrono ancora dubbi sull’effettiva applicabilità delle norme, e aspettano chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Il ruolo dell’Agenzia delle Entrate: attesa una prima circolare per il 20 febbraio
Sebbene sia presto per parlare di “annunciato flop”, c’è da segnalare che molti interessati alla procedura di collaborazione volontaria non si stanno esattamente precipitando ad attivare il meccanismo della Voluntary proprio per le molte incertezze residue. Il ruolo dell’Agenzia delle Entrate, in questi casi, è a dir poco fondamentale: si è già attivata nelle scorse settimane pubblicando il provvedimento che definisce come presentare l’istanza e la relazione successiva, senza, però, fare chiarezza sulla messa in pratica di norme che, per ora, sono rimaste sulla carta. Da quanto emerge in questi giorni, tuttavia, un’apposita circolare (la prima di una serie) sarebbe già in lavorazione e pronta a essere diffusa il prossimo 20 febbraio.
I dubbi più frequenti: punibilità, autoriciclaggio, ruolo degli intermediari
Ma quali sono i dubbi e le reticenze per i potenziali interessati al rientro dei capitali dall’estero? In cima alla classifica si piazza sicuramente l’argomento della punibilità, arco nel quale permangono i reati fraudolenti gravi come l’emissione di fatture o di altri documenti per operazioni inesistenti. Sempre molto in voga l’incertezza sul tema dell’autoriciclaggio, sebbene sia escluso nel caso di utilizzo personale. Il timore è che i termini utilizzati per la definizione del nuovo reato porteranno a pronunce giurisprudenziali che potrebbero modificarne la portata. Per non parlare, infine, del ruolo di studi legali e commercialisti, tra i quali non v’è certezza di non rischiare di essere coinvolti in un concorso di reato qualora i documenti presentati dal cliente per la richiesta di Voluntary risultassero, in seguito, falsi.
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