Vino, consumi interni ed export fanno volare il settore

Elisabetta Scuncio Carnevale

4 Aprile 2019 - 18:08

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Il 2018 è stato un anno record per il settore vitivinicolo italiano che ha registrato una crescita per fatturato, occupazione e investimenti

Vino, consumi interni ed export fanno volare il settore

Il 2018 è stato per il settore vinicolo italiano un anno da incorniciare. Il comparto dei vini ha registrato segno più per fatturato (+7,5%), occupazione (+3,7%) e investimenti (+25,9%), in controtendenza rispetto al manifatturiero e all’alimentare.

È quanto emerge dai dati raccolti e elaborati dall’Area studi Mediobanca che ha analizzato l’andamento delle 168 aziende vitivinicole più importanti del Made in Italy.

Vino, consumi interni ed export trainano il settore

Nemo propheta in patria. Questa locuzione latina non si adatta al settore vitivinicolo Made in Italy che piace agli stranieri, ma è apprezzato soprattutto dagli italiani. Dopo un trend positivo già registrato nel 2017, 168 aziende nostrane migliorano ulteriormente le proprie performance, superando il fatturato di 25 milioni di euro ottenuto già nell’anno precedente.

A trainare il comparto, oltre all’export che segna un +5,3%, è l’andamento delle vendite domestiche: sono gli italiani a gradire le produzioni nostrane facendo registrare un +9,9%. Un risultato importante, soprattutto se confrontato con le performance di altri settori come la manifattura (-7,2%) e l’industria alimentare (-4,6%).

I produttori di vino più apprezzati si confermano veneti, piemontesi e toscani. Il maggiore sviluppo nel fatturato lo registrano le cooperative (+9,2% sul 2017), trainate dal mercato interno (+13,6%).

Anche Spa e srl crescono del 6,7% (+7% all’estero), mentre gli spumanti e i vini non spumanti segnano un + 7,1% e + 7,6%. Rispetto al 2013 l’incremento del fatturato è stato ancora più evidente (+27,1%), così pure l’aumento dell’export (+31,9%) e del fatturato domestico (+22,4%).

I top seller del vino italiano

Con un imbottigliato totale di oltre 150 milioni di bottiglie, 615 milioni di fatturato e un +3,1% Cantine Riunite-Giv si conferma prima in classifica, a seguire Caviro che incassa 330 milioni, con un incremento di 8,6%. Terzo posto per Antinori che fattura 230 milioni, +4,5%. Quarto posto per Fratelli Martini, che ha scalato una posizione, quinto Zonin. Botter si posiziona al sesto posto, seguito da Cavit, mentre stabile al settimo posto c’è Mezzacorona. Chiudono la speciale classifica Enoitalia e Santa Margherita.

C’è ottimismo anche per il prossimo anno: gli operatori del settore brindano al 2019 con fiducia. L’82,6% degli intervistati non prevede un calo delle vendite, il 10,5% stima un aumento del fatturato in doppia cifra e solo il 17,4% teme una flessione dei ricavi. Le attese per l’export seguono lo stesso andamento ma ci sono segnali ancora più rosei, specialmente tra i produttori di spumanti.

In generale, rileva l’ufficio studi di Mediobanca,

“permane un certo ottimismo anche se sembrano remote le possibilità di ripetere l’exploit del 2018”.

Intanto, alla vigilia del Vinitaly, la Coldiretti ha firmato, nella Capitale, un’intesa con le autorità della provincia cinese di Guizhou (40 milioni di abitanti). L’intesa prevede la promozione del Made in Italy nell’ambito dell’expo internazionale sulle bevande alcooliche che si svolgerà a settembre in Asia, con l’impegno a una collaborazione bilaterale legata al vino e ai liquori.

“La Cina rappresenta un mercato di grande potenzialità per il settore agroalimentare e i prodotti e la qualità italiane hanno importanti possibilità di sviluppo. Costruiamo insieme al nuova Via della Seta”,

ha commentato il vice governatore della provincia Lu Yongzheng a margine dell’accordo.

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