Vini pregiati: i nuovi investimenti per chi teme la crisi del mattone

Virginia Alimenti

6 Marzo 2021 - 06:30

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Con un pacchetto iniziale di 10.000 euro, più delle case e anche meglio dell’oro, oggi i vini rari costituiscono un autentico bene rifugio con ritorni non trascurabili. Passo per passo, ecco come entrare in uno dei settori destinati a non deludere le aspettative anche dei più esigenti.

Vini pregiati: i nuovi investimenti per chi teme la crisi del mattone

In dieci anni hanno performato il 142% con guadagni medi netti tra l’8 e il 10% annuo, negli ultimi 15 anni hanno mostrato indici volati oltre il 250%: sono i vini pregiati che sempre più stanno incantando i neofiti, affascinati da un segmento che per molti è una vera e propria novità.

Un investimento, quello nel vino, che porta con sé zero tasse nel capital gain, stabilità e scarsa volatilità nel tempo (un bene rifugio in periodi di crisi e di incertezza che tende a limitare i danni, si ferma per poi tornare a crescere), basso capitale di ingresso: questi, in estrema sintesi, i principali punti a favore.

Il capitale d’ingresso minimo è di 10.000 euro”, spiega Stefano Minelli, sommelier e Business Development Italia di OenoFuture, azienda impegnata negli investimenti di Vini di pregio -. Questo importo consente di poter diversificare al meglio il portfolio con 4 o 5 tipologie di vini diversi, sia per durata che per zone di provenienza. Se un vino dovesse rallentare ci sarebbero gli altri a poter bilanciare e riportare il pacchetto in equilibrio”.

La OenoFuture ha ottenuto per due anni consecutivi - 2019 e 2020 - il prestigioso riconoscimento “Fine Wine Investment Firm of the Year” agli European Gobal Banking & Finance Awards e Stefano Minelli, dopo aver lavorato per undici anni nel management della Fondazione Adriano Olivetti, si è dedicato alla sua grande passione.

Sono sommelier – si infervora - ma, soprattutto, un grande appassionato di vini e la proposta che mi è stata fatta quattro anni fa da Daniel Carnio, già fondatore e CEO di OenoFuture, e Federico Capuzzo, attuale Area General Manager Italia, di sviluppare gli investimenti nei vini pregiati su Roma e Italia centrale è stata irrinunciabile”.

Investire in vini pregiati: come funziona?

Importi decisamente contenuti per un investimento che mette insieme basso rischio e un rendimento interessante. Sono queste le caratteristiche di un prodotto al quale in pochi pensano quando si parla di far rendere i propri risparmi ma che sta sempre più affascinando una platea in espansione e non solo tra i frequentatori abituali delle enoteche. Ma è importante, come nei settori più tradizionali, non fare passi falsi e, soprattutto, conoscere bene il campo in cui si gioca la partita.

Investire gradualmente nel vino i soldi, anche partendo da importi minimi per poi implementare successivamente. Ci collochiamo nell’ottica della diversificazione del risparmio e l’acquisto di bottiglie da collezione è un ottimo punto di partenza per creare un portfolio personalizzato… insomma, un abito su misura – è il consiglio di Stefano Minelli -. Il percorso da noi è abbastanza semplice: inizialmente, il potenziale investitore discuterà con l’account manager sulle strategie del proprio investimento, riceverà una proposta che, se accettata, sarà seguita dal contratto successivamente firmato online. L’azienda, una volta ricevuto il pagamento, darà al cliente conferma dell’avvenuta transazione inviandogli la documentazione relativa. Completata l’operazione – continua -, i vini saranno trasferiti presso il magazzino fiscale dove matureranno nelle condizioni ottimali fino al raggiungimento del loro picco di valore e della loro eventuale vendita. Si troverà un nuovo acquirente attraverso i nostri canali di distribuzione (ristoranti stellati, alberghi di lusso, enoteche, collezionisti privati, appassionati, ecc.) e il ciclo dei vini da investimento partirà di nuovo”.

E a differenza di altri beni dove il capitale da prevedere viaggia sulle centinaia di migliaia di euro (si pensi all’acquisto di una casa), decidere di puntare su un rosso da collezione non implica necessariamente un patrimonio da super ricco ma è alla portata di ogni tasca.

“Unica attitudine è quella di avere un’elasticità tale da capire che investire nel vino non è una moda né un’iniziativa bizzarra ma un’azione estremamente affidabile ed una vera e propria opportunità”,

commenta Minelli.

Il manager di OenoFuture ha così diviso le persone che investono nel vino in tre categorie ben distinte:

  • Gli appassionati: apprezzano moltissimo questo mondo, ne condividono gli aspetti tecnici ma, specialmente, quelli legati alle emozioni che il vino riesce ad offrire loro. Insomma, pur apprezzando i benefici che questi investimenti generano, sono come veri e propri bambini in un negozio di giocattoli.
  • I curiosi: oltre a diversificare i propri risparmi nel vino pur non avendone passione, si arricchiscono riuscendo ad accrescere la loro “sete” di conoscenza.
  • Gli sporadici: arrivando casualmente in questo settore, raggiungono comunque obiettivi e risultati di alto livello.

Stabilità, basso rischio, zero tassazione: tutti i vantaggi di investire in vino

Da due a quattro anni è la durata media di un investimento in questo settore anche se ci sono poi casi in cui l’investitore decide di lasciare i propri vini stoccati nel magazzino fiscale anche per più tempo, arrivando a tenerli cinque o dieci anni. Molteplici poi i vantaggi di un investimento in vini di pregio. E vederli nei particolari può aiutare nella decisione di diversificare il proprio risparmio.

Possiamo parlare di stabilità, basso rischio, volatilità limitata, nessuna commissione sull’acquisto dei vini e sulla gestione del portfolio – spiega nei dettagli ancora Minelli - assenza di tassazione sulle plusvalenze (il vino è un bene deteriorabile, non è un bene di lusso né una gestione finanziaria), assicurazione gratuita e, soprattutto, un rendimento medio annuo intorno all’8-10%. Un altro beneficio è che stiamo parlando di selezioni molto scambiate sul mercato offrendo un prodotto d’eccezione altamente richiesto. I vini dalla loro commercializzazione – continua il manager - vengono acquistati e consumati finché la loro reperibilità sul mercato comincia ad essere sempre più difficile; diventano molto limitati nelle quantità, rari, e quindi, secondo le leggi della domanda e dell’offerta, il loro valore comincia ad aumentare quando l’offerta scende (le bottiglie vengono consumate) e la domanda sale (c’è molta richiesta per le poche bottiglie rimaste)”.

Teniamo presente – aggiunge – che lo storico dei vini da investimento in generale - e specialmente quello dell’azienda - evidenzia una crescita costante, ottimi rendimenti, annuali e pluriennali. La documentazione a garanzia dell’investitore è caratterizzata da un contratto d’acquisto, una fattura, un certificato di proprietà dei vini e da un’assicurazione gratuita”.

Investire nel vino, che è un bene tangibile e non di lusso – chiosa Minelli -, è una nuova e interessante opportunità utilizzata non solo da grandi collezionisti e investitori, ma anche da semplici privati che stanno attualmente realizzando significativi guadagni”.

La classifica dei migliori cento marchi di vini al mondo

E anche nei vini rari e pregiati non poteva mancare la classifica dei Top 100. Si chiama Liv-Ex Power 100 ed è la classifica dei migliori 100 marchi del vino al mondo. Nel 2020 vede al vertice due grandi nomi di Borgogna, Leroy e Leflaive.

Ma quello appena passato, è stato l’anno d’oro per i vini italiani da investimento – racconta Minelli -. Quindi, nonostante il lieve declino dei vini francesi, è interessante constatare che insieme, Francia (73) e Italia (17), rappresentano il 90% del mondo dei vini da collezione. Segue il resto del mondo con un 10% dove eccellono, Stati Uniti, Australia, Spagna, Germania, Cile e addirittura Libano e Cina”.

Insomma, una realtà interessante e tutta da esplorare. E se è vero che “il vino aggiunge un sorriso all’amicizia e una scintilla all’amore”, come ebbe a scrivere Edmondo De Amicis, c’è chi mette da anni a sistema il mondo delle cantine in tutto il mondo affermandosi come una delle aziende leader negli investimenti di questo settore. Ed è proprio la OenoFuture, società del gruppo Oeno con sede a Londra.

L’azienda offre un servizio di consulenza completa e personalizzato. La creazione di un portfolio fatto su misura è caratterizzata da una selezione di vini esclusivi molto scambiati sul mercato, totalmente assicurati e di grande qualità – spiega ancora Minelli - C’è la possibilità per il cliente di stoccare i vini in magazzini fiscali internazionali in sospensione d’IVA e conservati in condizioni di temperatura, luce e umidità controllate. Oltre agli attuali report periodici, a breve sarà possibile seguire online l’andamento del proprio investimento; inoltre, in azienda è stata istituita un’unità antifrode per verificare l’autenticità di ogni singola bottiglia di vino pregiato. Tuttavia, il servizio che differenzia OenoFuture da altre aziende simili è la liquidazione dell’investimento, gestita e facilitata dall’intervento dei nostri account manager, sempre a disposizione per consigliare il momento migliore per vendere o assecondare le esigenze del cliente”.

Vorrei raccontare un episodio relativo ad un cliente, molto indeciso, che ha investito inizialmente un piccolo importo di denaro con molta sofferenza – conclude il manager -. Dopo un anno, constatando un sensibile aumento di rendimento, si è entusiasmato così tanto nel vedere il valore dei suoi vini crescere che ha implementato il suo portfolio non una, ma ben altre due volte in pochissimo tempo, instaurando un rapporto di fiducia totale con il sottoscritto. Bene, questa è la gratificazione migliore che un professionista possa auspicare, in un’ottica sicuramente di profitto ma anche di cura ed attenzione nei confronti dei nostri amici investitori”.

E, allora, in alto i calici e…i rendimenti.

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