Il vertice definitivo 5 Stelle-Lega sul TAV è in corso in queste ore. Terzo incomodo la Commissione Europea, che invia una lettera d’avvertimento all’Italia
Clima teso in maggioranza. Il nodo è ancora quello del TAV, che l’analisi costi-benefici non è stato in grado di sciogliere. Le due forze di governo si sono riunite in un vertice, in corso in queste ore. A Palazzo Chigi sono presenti il presidente del consiglio Giuseppe Conte, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, il quale ha negato stamattina le ricostruzioni della stampa sulle sue dimissioni. Presenti anche i membri della commissione tecnica che ha stilato l’analisi costi benefici, il capogruppo del Movimento 5 Stelle Stefano Patuanelli e Mauro Coltorti, presidente della commissione Lavori Pubblici di Palazzo Madama.
Al via il vertice TAV: le mosse di Salvini
La festa dei 5 Stelle per la prima giornata del reddito di cittadinanza è stata così adombrata dalle tensioni dell’esecutivo, con Salvini sempre più deciso per il Sì al TAV. Il ministro dell’Interno, poco prima dell’incontro, ha riunito attorno a sé tecnici e sottosegretari favorevoli, fra cui Giancarlo Giorgietti, il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi e il capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari.
“La nostra posizione è chiara, i miei mi confermano che costa di più non farla che farla”, ha detto Salvini. Ieri ci sarebbe stata anche una telefonata fra quest’ultimo e il vicepresidente della Commissione Europea Jyrki Katainen. L’attivismo di Salvini è stato oggetto di critiche da parte di Alberto Airola, piemontese, senatore 5 Stelle, per il quale “l’irruenza salviniana sul tema potrebbe segnare la caduta di questo governo”.
“Nell’unico interesse del popolo italiano, non resta che appellarmi al buon senso di tutti e di questo governo al quale non ci sarebbe alternativa se non le devastanti ammucchiate dei soliti noti”,
ha detto Airola.
La lettera della Commissione Europea
A riscaldare il clima è intervenuta la Commissione Europea anche per le vie ufficiali. È già pronta, infatti una nuova lettera al governo per ricordargli le conseguenze di un eventuale “no” al TAV. La rinuncia comporterebbe la perdita di 800 milioni di euro di finanziamenti europei, di cui 300 milioni entro marzo, a causa della violazione di due regolamenti UE, entrambi del 2013.
Nello specifico, il primo è il regolamento 1315 sui Ten-T, che prevede la conclusione dell’opera entro il 2030; il secondo è il 1316, che inaugurava nel 2013 il Connecting Europe Facility per il finanziamento parziale per le grandi opere. Sulla base di questi regolamenti Italia, Francia e UE (che partecipa per i tratti transnazionali) hanno firmato l’accordo per lo scavo del tunnel.
Proprio dalla Francia, però, è arrivata in queste ore una proposta alternativa. È stato il sindaco di Venaus, Nilo Durbiano, a lanciare l’idea di rifare il traforo del Frejus, una galleria da soli 15 km (contro l’enorme tunnel da 57,5 km del progetto TAV. La proposta, consegnata all’esecutivo italiano nei giorni scorsi, beneficia del supporto dei sindaci della Val di Susa.
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