Vendite auto in Europa ancora in crisi: i nuovi dati e l’effetto guerra

Violetta Silvestri

17 Marzo 2022 - 12:27

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Le immatricolazioni auto in Europa segnano un nuovo record negativo a febbraio 2022: i dati Acea confermano il momento nero per l’automotive. La guerra sta rallentando i tempi di ripresa del settore.

Vendite auto in Europa ancora in crisi: i nuovi dati e l’effetto guerra

Le vendite di auto nell’Unione Europea sono scivolate al minimo storico di febbraio, con i produttori che affrontano ulteriori interruzioni della produzione a causa dei problemi della catena di approvvigionamento esacerbati dalla guerra in Ucraina.

L’Italia ha registrato il risultato peggiore, con perdite di immatricolazioni a doppia cifra.

In tutta l’area comunitaria il calo è stato evidente, mostrando un mese di febbraio pessimo come mai si era registrato dall’inizio delle valutazioni.

Immatricolazioni auto ancora in crisi in UE

I numeri Acea sulle vendite di nuove automobili a febbraio 2022 nell’Unione Europea hanno parlato chiaramente: la crisi del settore non è affatto finita e rischia di peggiorare con la guerra in corso.

Nel dettaglio, le immatricolazioni del mese in esame sono state 719.465, come afferma Acea: “questo è stato il risultato più debole in termini di volumi per il mese di febbraio dall’inizio dei record.”

La contrazione è stata del 6,7%. Se si includono il Regno Unito e i Paesi dell’associazione di libero scambio, le vendite sono diminuite del 5,4%. Si tratta di un calo più marcato rispetto a gennaio ed estende la serie di ribassi del settore a otto mesi.

Gli analisti di Bloomberg Intelligence hanno commentato:

“La domanda di auto europee era già tiepida prima che l’invasione russa dell’Ucraina portasse a interruzioni della produzione e carenza di componenti che ritarderanno ulteriormente la ripresa delle vendite di auto europee nel 2022”

In questo quadro di crisi, l’Italia si è distinta per il risultato peggiore. Nel nostro Paese, infatti, le vendite di veicoli nuovi sono crollate del 22,6% a febbraio, evidenziando il calo più forte della regione.

Anche il mercato francese è stato debole, con -15,7% di immatricolazioni. Positivi, invece, i dati di Germania e Spagna, con rispettivamente +5,6% e +4,2% di vendite nel mese in analisi.

Sul fronte dei marchi, Volkswagen e BMW hanno già fermato le fabbriche a causa dell’interruzione della fornitura, mentre Mercedes-Benz ha ridotto la produzione in una fabbrica tedesca.

La VW ha avvertito questa settimana che dovrà rivedere le sue prospettive se non sarà in grado di ottenere cablaggi per più di tre o quattro settimane. Stellantis e VolksWagen sono state tra le case automobilistiche che hanno lottato maggiormente a febbraio: le immatricolazioni sono affondate rispettivamente del 17% e del 12%.

Toyota Motor e BMW hanno aumentato le vendite del 4,7% e dell’1,3%. Hyundai Group ha registrato uno straordinario incremento del 25%.

L’effetto guerra sull’automotive

Sebbene l’invasione russa dell’Ucraina non abbia avuto un grande impatto sulle vendite il mese scorso, potrebbe lasciare il segno in futuro.

Kiev è una fonte chiave di cablaggi che alimentano i sistemi elettrici automobilistici. La chiusura degli impianti di cablaggio in Ucraina potrebbe ridurre la produzione di ben 700.000 veicoli nel primo e nel secondo trimestre, ha affermato in un rapporto Colin Langan, analista automobilistico di Wells Fargo & Co.

L’Ucraina ha 17 strutture produttive di cablaggio, posizionandosi dietro solo a Romania e Marocco tra i Paesi a basso costo. Il problema dell’offerta potrebbe interessare dal 10% al 15% della produzione automobilistica europea e con un potenziale recupero della produzione entro l’anno.

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