Usa: tetto del debito? Ecco perché gli Americani giocano con il fuoco

Erika Di Dio

28 Gennaio 2013 - 15:23

Usa: tetto del debito? Ecco perché gli Americani giocano con il fuoco

I Repubblicani del Congresso stanno di nuovo minacciando di non aumentare il tetto del debito pubblico federale che può essere emesso. Di recente hanno deciso di rinviare questo confronto fiscale, ma solo fino a Maggio. La decisione di trasformare il tetto del debito in un confronto è un grosso errore per i Repubblicani, e l’estensione dell’indecisione rischia solo di prolungare l’agonia dell’incertezza e di avere dannose conseguenze economiche per il paese.

Nella maggior parte dei paesi, le decisioni che riguardano la spesa pubblica e le entrate portano con sé un’implicita, anche automatica, decisione sulla quantità di debito da emettere. La spesa meno le entrate in un anno ci dà il deficit annuale, mentre il debito pubblico è uno stock di obbligazioni in sospeso.

Un paragone afferrato

Pensatelo come ad una vasca da bagno. La spesa è l’acqua che arriva dal rubinetto, mentre le entrate sono l’acqua in uscita attraverso lo scarico. Se vi è più spesa in relazione alle entrate, c’è più acqua nella vasca da bagno, e la quantità di acqua è il debito.

Negli Stati Uniti, per strane ragioni storiche, il Congresso prende due decisioni separate, una sul flusso (spesa ed entrate), e l’altra sullo stock (il limite consentito sul debito, conosciuto come il tetto del debito).

Ma una volta che avete deciso la portata del flusso dentro e fuori la vasca da bagno, lo stock in qualsiasi momento è un dato di fatto. Allora cosa succede se il Congresso decide che ci dovrebbe essere un limite all’acqua nella vasca, senza alterare il flusso dentro o fuori?

Per complicare le cose, tenete presente che alcuni di questi flussi fiscali sono già stati perpetrati, ad esempio, in termini di pagamenti di interessi dovuti sul debito esistente, stipendi per personale militare attivo e pagamenti per la Previdenza Sociale. Non si può semplicemente prendere più entrate dal nulla.

Cosa succederebbe?

Il problema principale è che nessuno sa cosa succederebbe se il debito federale dovesse raggiungere il suo tetto legale.

Il governo sarebbe costretto a fare default su alcuni obblighi verso gli obbligazionisti? Ci sarebbe qualche altra forma di default, ad esempio in termini di mancato pagamento per beni e servizi già contratti? Oppure ci sarebbe il caos completo nei nostri affari fiscali, un ritorno agli anni intorno al 1780, prima della Convenzione Costituzionale di Philadelphia e prima che Alexander Hamilton prendesse saldamente in mano il debito pubblico?

In passato, la confusione intorno ai limiti sul tetto del debito era ben chiara. Il tetto del debito veniva quindi innalzato senza troppe lamentele, e il partito all’opposizione in genere si limitava ad obiettare in linea di principio, senza però mettere su una vera e propria lotta. Il Congresso ha a disposizione un sacco di altri modi per influenzare le entrate e le spese senza buttare tutto nel caos, ma insistendo su uno stock di debito che non è coerente con gli impegni precedenti.

Estate 2011

La situazione è cambiata nell’estate del 2011 quando alcuni Repubblicani hanno deciso di fare in modo di costringere il governo federale a fare default, se non avessero ottenuto quello che volevano. Per alcuni, questo si traduceva nel forzare grandi riduzioni della spesa. Per altri, il default del governo federale era l’obiettivo.

Nell’estate del 2011, ho messo in guardia sugli effetti di questo confronto sul tetto del debito, sostenendo che questo avrebbe creato una grande incertezza e avrebbe rallentato la ripresa economica. In particolare ho sottolineato il danno che ciò farebbe al settore privato, esattamente al contrario di quanto affermato dai Repubblicani.

Una recente ricerca di Scott Baker and Nicholas Bloom di Stanford and Steven Davis dell’University of Chicago guarda con attenzione a ciò che ha generato incertezza in materia politica nel corso degli ultimi 25 anni o giù di lì. Ecco uno dei loro grafici:

Essi hanno scoperto che, mentre la crisi finanziaria del 2008 e le sue conseguenze hanno elevato l’incertezza politica in generale, il confronto sul tetto del debito nell’estate del 2011 ha prodotto il più alto livello di incertezza dal 1985, ossia da quando inizia la loro analisi. L’incertezza in materia politica crea dubbi nella mente delle persone su ciò che accadrà per l’economia. La risposta naturale di fronte ad un’elevata incertezza è quella di rimandare le decisioni, la gente non va in vacanza o non compra una macchina, e i titolari di aziende e le società non assumono dipendenti a meno che non ne abbiano assoluto bisogno.

Fai notare a tutti queste preoccupazioni dopo una grande crisi finanziaria e avrai come risultato una ripresa economica più lenta e meno posti di lavoro. Molti economisti dicono che non c’è alcuna possibilità che gli Stati Uniti arriveranno mai al default; questo sarebbe un atto di follia collettiva, di gran lunga superiore a qualsiasi cosa mai vista in questo paese o in qualsiasi altra parte del mondo. Ma ciò che conta davvero non è l’opinione degli analisti o dei commentatori. Il vero problema è se i responsabili delle decisioni in tutta l’economia pensano che potrebbe verificarsi un default o qualche altro evento dannoso.

Le prove dei Professori Baker, Bloom and Davis sono chiare. La lotta sul tetto del debito nell’estate del 2011 ha reso le persone più insicure sul futuro. Ciò è coerente con il fatto che l’Agosto 2011 è stato un mese molto negativo per la creazione di posti di lavoro. Secondo il Government Accountability Office, questo confronto politico ha anche spinto verso l’alto il costo del denaro per il governo. E l’incertezza di questo tipo aumenta i premi di rischio in tutto il mondo, perché gli investitori vogliono essere compensati per rischi più elevati. Questo ha messo più pressione sul debito sovrano europeo in un momento inopportuno, spingendo verso l’alto i rendimenti in tutta l’eurozona travagliata (compresa, ma non solo, la Grecia).

Repubblicani giocano con il fuoco

Ultimamente, la linea repubblicana è stata che il tetto del debito ha offerto una "forzatura". Questa è chiaramente una minaccia. Ma qual è la minaccia? Nessuno lo sa; neanche gli stessi Repubblicani sanno cosa succederebbe se si violasse il tetto del debito. La minaccia si trova tra una forma di default e qualche altra forma di interruzione senza precedenti della finanza pubblica. Aspettiamoci l’incertezza, forse ai livelli di Agosto 2011, forse ancora di più.

Questo è un modo irresponsabile di gestire la politica fiscale. Come ha detto Sander Martin Levin, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato del Michigan, "I repubblicani della Camera continuano a giocare con il fuoco economico. Stanno facendo giochi politici e ciò compromette la sicurezza".

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Economix

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