Unione bancaria: accordo raggiunto nella notte. Ecco obiettivi e meccanismi

Marta Panicucci

19 Dicembre 2013 - 11:09

Unione bancaria: accordo raggiunto nella notte. Ecco obiettivi e meccanismi

Nella notte è arrivato l’accordo dei ministri delle finanze dei paesi Ue sull’unione bancaria. Il Ministro Saccomanni al termine della maratona di negoziati notturni ha parlato di "risultato storico".

Sono sostanzialmente tre gli obiettivi principali dell’unione bancaria: per prima cosa neutralizzare la frammentazione del credito per la quale un’impresa italiana paga il denaro più di quanto non faccia una tedesca. Secondo punto importante, l’unione bancaria protegge il risparmiatore che non deve più pagare per i crack della banche nazionali. Terzo e ultimo obiettivo è di spezzare il legame tra il rischio banche e il rischio paese, finora strettamente connessi.

L’accordo raggiunto entrerà a regime soltanto nei prossimi anni, ma l’Ecofin ha intanto previsto la nascita di un consiglio di risoluzione, di un fondo di risoluzione e di un paracadute finanziario da utilizzare mentre il fondo va a regime.

Per l’Europa, per l’euro e per i cittadini europei, l’accordo raggiunto ieri dopo oltre 12 ore di trattative dai ministri delle finanze e dell’economia riuniti all’Ecofin per la creazione di un meccanismo e un fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie, è stato un "risultato storico" paragonabile per importanza alla fondazione dell’unione monetaria

questo il commento di Saccomanni all’uscita dall’Econfin.

Obiettivi

L’accordo si basa sul regolamento e su un trattato intergovernativo che dovrà essere approvato dal Parlamento entro la fine della legislatura prevista per aprile.

Per sostenere il settore bancario e finanziario in crisi tra il 2008 e il 2011 i paesi dell’Ue hanno speso circa 4.000 miliardi di euro. Il fondo europeo di risoluzione di prossima nascita sarà finanziato da soldi privati. Così facendo si proteggeranno i cittadini europei e italiani dall’onere di salvare con soldi pubblici le crisi della banche nazionali.

Il fondo di risoluzione avrà il compito di gestire lo smantellamento o il salvataggio delle banche in difficoltà nei vari paesi dell’Unione. Questo meccanismo e il fondo comune metteranno fine alla frammentazione del marcato bancario e alle condizioni disomogenee dell’accesso al credito che penalizzano le imprese di alcuni paesi.

Il Ministro Saccomanni a questo proposito ha così commentato:

La crisi dell’euro ha portato a un costo più elevato del denaro e a un credito più scarso in alcune zone dell’area dell’euro. L’Unione bancaria, che consiste nel meccanismo unico di supervisione bancaria, nella garanzia unica dei depositi fino a 100.000 euro e nel meccanismo e fondo di risoluzione delle crisi bancaria, dovrebbe riuscire a neutralizzare la frammentazione del credito e mettere fine a una situazione in cui un’impresa italiana paga il denaro più caro rispetto a un’impresa tedesca, a parità di affidabilità dell’azienda.

Meccanismi

Come già detto il fondo nascerà grazie a soldi privati e sarà composto da compartimenti nazionali. Nei prossimi 10 anni con un ritmo di del 10% l’anno le quote della varie nazioni dell’Ue saranno messe in comune secondo un sistema progressivo.

In questa fase transitoria il fondo potrà richiedere dei finanziamenti-ponte anche pubblici, nazionali o provenienti dall’Esm, il meccanismo europeo di stabilità. Il fondo avrebbe la facoltà di prendere in prestito del denaro da un "paracadute finanziario comune" ancora non ben delineato. Il fondo, dovrebbe essere pienamente attivo nel giro di 10 anni ed avere un impatto neutro sui bilanci nazionali.

Il settore bancario rimborserà i prestiti tramite prelievi anche ex post sui propri bilanci. Nell’accordo trovato questa notte sono state stabilite anche le modalità con cui dare il via libera per il prelievo di risorse a favore delle banche in difficoltà. Le divisioni circa l’uso del fondo saranno prese da un consiglio di risoluzione in sessione esecutiva e saranno attive entro le 24 ore successive.

Se il prelievo sarà una somma ingente, pari al 20% dell’intero fondo la decisione sarà presa del consiglio di risoluzione in sessione plenaria, ovvero presieduta da tutte le autorità nazionali. In casi questo questo, la decisione sarà presa da una maggioranza di due terzi e il via libera di paesi pari al 50% dei contributi al fondo.

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