Unicredit: tre operatori internazionali si sono fatti avanti per acquistare 20 mld di sofferenze. Attesa per la presentazione del piano industriale.
Per il pacchetto di crediti deteriorati Unicredit da 20 miliardi di euro, stando alle ultime indiscrezioni di stampa, si sarebbero fatti avanti tre operatori internazionali specializzati nella gestione dei Non performing loans: Fortress (al momento il più accreditato, visto che l’anno scorso acquistò Uccmb, l’attività di gestione dei crediti di Piazza Aulenti), Pimco e Cerberus.
Ad ogni modo i vertici di Unicredit si esprimeranno sulla vendita del pacchetto di sofferenze il prossimo 13 dicembre, giorno in cui si alzerà il velo sul piano industriale dell’istituto.
La revisione strategica di Unicredit sarà dunque resa pubblica nove giorni dopo il decisivo referendum costituzionale del 4 dicembre. Nel giorno del suo insediamento, avvenuto l’estate scorsa, l’ad Unicredit Jean-Pierre Mustier aveva annunciato che il nuovo piano sarebbe stato presentato entro la fine dell’anno.
Dall’efficacia delle ricapitalizzazioni di Mps e Unicredit dipenderà lo stato di salute del comparto creditizio, protagonista di un vero e proprio annus horribilis. Al momento il titolo Unicredit a Piazza Affari cede lo 0,30%, attestandosi a quota 2,0 euro per azione.
Unicredit al lavoro su cessione asset
Unicredit, Fineco Bank e Generali sono le protagoniste di una partita decisiva per i riassetto di una parte del sistema bancario italiano.
Il Leone di Trieste recentemente avrebbe messo gli occhi su alcuni pezzi pregiati di Unicredit, che lavora alla dimissione di alcuni asset per limitare l’entità del prossimo aumento di capitale (si parla di 8-10 miliardi di euro).
La prossima mossa dell’ad Mustier riguarda la cessione di Bank Pekao, di cui già è stata venduta una quota del 10% a inizio luglio: in pole per l’acquisto c’è il gruppo assicurativo polacco Pzu, pronto a sborsare fino a 2,5-3 miliardi di euro per assicurarsi la controllata Unicredit.
Unicredit: Poste e Generali interessate a Pioneer
Un altro dossier caldo riguarda Pioneer, il colosso del risparmio gestito che stava per finire tra le braccia del Banco Santander prima che la trattativa si arenasse completamente.
Ad oggi Piazza Aulenti ha ricevuto almeno 7-8 manifestazioni d’interesse per il suo prezioso asset manager: tra le candidature più forti spicca quella della francese Amundi, ma il governo fa il tifo per una soluzione italiana, quindi a spuntarla potrebbe essere Poste Italiane (in cordata con Anima Holding e Cassa depositi e prestiti).
Unicredit: Generali anche su Fineco Bank
Pochi giorni fa Generali si è sfilata dalla partita relativa all’acquisto della banca multicanale Fineco Bank, di cui Unicredit controlla una quota pari al 55%. Fonti vicine all’operazione - citate dalla stampa - avevano spiegato che
“Il fascicolo gira da qualche tempo e potrebbe anche essere un asset interessante per Banca Generali, anche se, al momento, nessuna decisione è stata presa”.
Secondo l’agenzia di stampa Reuters, Mustier vorrebbe ottenere tre miliardi (e in contanti) dalla cessione di Fineco Bank, ma Banca Generali - che è al lavoro con Goldman Sachs sul dossier - avrebbe preteso un’operazione in carta.
Unicredit, Fineco e Generali: l’opinione di Mediobanca
In un report di settembre gli analisti di Mediobanca hanno esternato le loro perplessità sulla reale efficacia dell’operazione, sottolineando come Fineco Bank rappresenti per Unicredit
“la barriera principale di fronte alla continua erosione del business bancario tradizionale a favore dei canali tecnologici”.
Piazzetta Cuccia ha confermato il rating outperform per Unicredit e Fineco, fissando il target price rispettivamente a 4,4 euro e 7,3 euro.
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