Un altro lockdown è possibile in Italia? I numeri per il ritorno in zona rossa

Andrea Pastore

19/11/2021

19/11/2021 - 21:42

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L’aumento dei contagi da Covid-19 spaventa tutta Europa. Anche in Italia c’è un lieve peggioramento dei numeri, ma l’ipotesi di lockdown è abbastanza lontana.

Un altro lockdown è possibile in Italia? I numeri per il ritorno in zona rossa

Dall’aumento dei casi da Coronavirus in giro per l’Europa la tensione nella politica italiana è percepibile aprendo i giornali. Molti Stati stanno optando per lockdown generalizzati tipo l’Austria che ha già deciso e la Germania che ci sta pensando, visto l’aumento esponenziale dei casi. L’Italia, invece, rischia un altro lockdown?

In realtà sembra che l’Italia stia rispondendo in maniera migliore rispetto agli altri Paese europei. Inoltre, il Bel Paese rischierebbe - considerando la normativa attuale - un lockdown solo se venissero istituite le zone rosse.

Per provare a chiarire le cose, vediamo nel dettaglio le soglie vigenti per lo scatto della zona rossa e le rispettive restrizioni.

Quando scatta la zona rossa

La zona rossa scatta nelle regioni nei cui territori l’incidenza
settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 casi ogni 100.000
abitanti e, in contemporanea, si verificano entrambe le seguenti condizioni:

  • il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da COVID-19 è superiore al 40 %;
  • il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da COVID-19 è superiore al 30 %.

Per quanto riguarda i contagi, l’ISS, nel suo monitoraggio settimanale pubblicato oggi 19 novembre 2021, scrive che in media i nuovi contagi sono circa 90 ogni 100.000 abitanti: la soglia è ancora abbastanza lontana.

Per quanto riguarda le terapie intensive, il tasso di occupazione è circa il 5,5 % sui posti totali. Anche questo dato può confortarci. Però, sempre dal monitoraggio, si evince che le regioni italiane risultano classificate con un rischio di tipo moderato, il che non significa rischio inesistente.

Le restrizioni in zona rossa

Per quanto riguarda gli spostamenti, in zona rossa sono vietati tutti gli spostamenti, salvo che per poter lavorare, problemi di salute o comprovata necessità. Per cui non ci si può muovere né all’interno della propria Regione, né all’interno del proprio comune: per compiere gli spostamenti consentiti è necessaria l’autocertificazione.

Per quanto riguarda le attività commerciali, in zona rossa i negozi devono restare chiusi. Le uniche attività che possono aprire sono quelle che vendono beni di prima necessità e che rientrano nella lista delle attività essenziali, da cui sono stati depennati barbieri e parrucchieri (che invece prima potevano aprire).

Bar e ristoranti, invece, devono rimanere chiusi ma possono lavorare con servizio d’asporto e consegne a domicilio. L’asporto è consentito per bar e pub fino alle 18 e per i ristoranti fino alle 22, mentre le consegne a domicilio non hanno limiti di orario e possono essere effettuate dagli esercizi commerciali in qualsiasi momento della giornata.

Per quanto riguarda le scuole si rimane in presenza fino alla prima media. È prevista la Dad per la seconda e terza media e per le scuole superiori.

Lockdown solo per i non vaccinati?

L’Austria aveva annunciato un lockdown selettivo solo per i non vaccinati, ma ha fatto dietro front istituendo una chiusura generalizzata per dieci giorni e obbligo vaccinale a partire da Febbraio.

In Italia, la richiesta è pervenuta sul tavolo del governo da parte dei governatori di alcune regioni. La richiesta è che se dovesse scattare la zona arancione, il governo dovrebbe varare provvedimenti restrittivi solo per quella quota di popolazione che non ha voluto vaccinarsi.

La richiesta è stata studiata dall’esecutivo ma pare non sia stata accettata: Draghi ha dichiarato che questa ipotesi, per ora, non è sul tavolo del governo.

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