Ue, I tre assi di Padoan per rilanciare la crescita. Ecco quali sono

Alessandro Iacopini

22/07/2014

Davanti alla Commissione economica dell’Ue il ministro presenta il suo piano fatto di riforme strutturali, investimenti e integrazione economica.

Ue, I tre assi di Padoan per rilanciare la crescita. Ecco quali sono

Sono tre gli assi nella manica dell’Italia nei sei mesi di Presidenza di turno dell’Unione europea: riforme strutturali, investimenti e integrazione economica.

E’ questa la sintesi dell’intervento del Ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan davanti agli eurodeputati della Commissione economica dell’UE.

I tre assi
Padoan ha parlato prima di tutte delle riforme, necessarie per rilanciare l’economia dell’intero continente. Allo stesso tempo però Padoan ha sottolineato come sia necessario utilizzare le regole europee con lungimiranza:

“L’attuazione delle riforme comporta per i governi dei costi politici, sociali ed economici che si manifestano impedimentane, mentre i benefici interni di crescita e occupazione sono differiti nel tempo. E’ necessario che le regole vengano interpretate e applicate al meglio perché facilitino le riforme strutturali. Non si tratta di cambiare le regole ma di usarle nel modo migliore”.

Per quanto riguarda gli investimenti, Padoan si è detto fiducioso:

“oltre a riforme strutturali servono incentivi agli investimenti, molte misure specifiche che non fanno notizia sono già state varate ma prevediamo di fare molto molto di più in questo campo”.

Riguardo l’integrazione economica, Padon ha invece sottolineato l’importanza degli attuali strumenti a disposizione dell’Unione europea, non lesinando però qualche critica:

“L’uso della flessibilità all’interno delle regole è un punto di partenza. Dobbiamo essere chiari sul perché ci serve e cioè perché è parte di una strategia che combina consolidamento con riforme per rafforzare la crescita. Il patto di stabilità interno é un sistema inefficiente che impedisce il pieno utilizzo dei fondi europei, come governo stiamo studiano come ridisegnare il sistema, pur mantenendo la disciplina dei conti. Per fare le riforme é indispensabile rafforzare gli incentivi a realizzarle”

Il campanello d’allarme tedesco
Ieri i deludenti dati macroeconomici tedeschi hanno messo in allarme le borse e gli analisti di tutto il continente. Anche Padoan si è detto preoccupato, sottolineando come:

“I recenti dati fanno suonare un campanello d’allarme, indicano che la debolezza è persistente nel tempo e più ampia rispetto a sei mesi fa”.

In ogni modo, sarà importante per l’Italia e l’Europa arrivare il prima possibile ad uniformare la tassazione sulle transazioni finanziarie e combattere la disoccupazione, specialmente quella dei giovani, puntando su una strategia a lungo termine fatta di riforme dei sistemi dell’istruzione e della formazione.

Insomma, l’Europa e L’Italia devono lavorare per favorire le riforme strutturali pubbliche e gli investimenti da parte dei privati, ma senza sperare nei miracoli improvvisi. Per vedere i frutti del lavoro, ha concluso il ministro:

“occorrerà aspettare almeno 2 o 3 anni”.

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