Il Def è stato già bocciato

C. G.

08/10/2018

08/10/2018 - 16:40

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L’Unione europea ha già bocciato il Def definendolo fonte di grave preoccupazione. Moscovici e Dombroviskis: l’Italia faccia di meglio. Spread Btp-Bund sale, male Ftse Mib

Il Def è stato già bocciato

Il Def è stato già bocciato dall’Unione europea, con ovvie ripercussioni sia sullo spread Btp-Bund che sulla Borsa Italiana e le sue banche.

Moscovici e Dombroviskis hanno parlato addirittura di una «grave preoccupazione» derivante da un rapporto deficit/Pil al 2,4% per il prossimo anno.

In realtà, come abbiamo avuto modo di osservare nel corso delle ultime concitate giornate, per cercare di evitare la bocciatura della Ue il governo italiano ha parlato di un rapporto che scenderà fino all’1,8% nel 2021. Una revisione che ha permesso allo spread Btp-Bund di allontanarsi, almeno momentaneamente, dai 300 punti base.

Il passo in avanti dell’Italia non è bastato a convincere il blocco che, come previsto dalla maggior parte degli osservatori, ha già bocciato il Def. Proprio per questo motivo sarà interessante analizzare oggi l’andamento dello spread tra Btp e Bund (il più colpito dalle discussioni sul bilancio) e della Borsa Italiana, con le banche che torneranno di nuovo ad essere le sorvegliate speciali.

Ue boccia Def: spread guarda ai 300

Il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, e il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombroviskis hanno confermato quanto previsto dalla maggior parte degli osservatori nazionali e internazionali.

Il tanto discusso Documento di economia e finanza non ha incontrato il parere favorevole dell’Europa che dal canto suo ha invitato l’Italia a fare di più per assicurarsi il rispetto delle regole. Il muso duro dell’Unione ha riavvicinato lo spread Btp-Bund alla porta dei 300 punti base ed ha imposto alla Borsa Italiana oggi di scambiare in forte ribasso.

“Chiediamo alle autorità italiane di assicurare che la manovra sia in linea con le regole fiscali comuni”.

In una lettera inviata a Giovanni Tria, Moscovici e Dombroviskis hanno calcato sull’importanza della relazione deficit-Pil. Secondo quanto previsto dal Def gialloverde il rapporto dovrebbe attestarsi al 2,4% nel 2019, al 2,1% nel 2020 e all’1,8%.

Numeri, questi, che non sono piaciuti alla Ue la quale li ha definiti una deviazione rispetto al precedente percorso di convergenza annunciato dall’Italia. Insomma, se queste cifre verranno inserite nella manovra di bilancio l’Unione europea sarà costretta a bocciarla.

Alcune fonti di Palazzo Chigi hanno tenuto a precisare come in realtà non vi sia stata alcuna bocciatura del Def e della manovra dato che le interlocuzioni formali non sono state avviate.

“Il Governo rimane fortemente convinto della bontà delle misure che andranno a costituire la manovra economica. Altrettanto forte è la volontà ad avviare un dialogo costruttivo con l’Ue”.

Tutti gli occhi saranno ora puntati al 15 ottobre, giorno in cui l’esecutivo invierà il tanto atteso “draft budgetary plan”. Soltanto allora, hanno ricordato da Palazzo Chigi, l’Unione europea potrà bocciare o meno il Def e la manovra italiana.

Nonostante il tentativo di gettare acqua sul fuoco messo in atto dall’esecutivo, l’altolà della Ue ha fatto schizzare lo spread Btp-Bund sopra i 300 punti base (rendimento al 3,35%) e ha fatto perdere alla Borsa Italiana più del 2% nella prima sessione della settimana.

Per il momento, però, sia lo spread Btp-Bund che le banche di Borsa Italiana finiranno di nuovo nel mirino degli osservatori. Quanto peserà oggi la «bocciatura» europea?

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