Twitch e copyright: rischio ban per diritti d’autore?

Matteo Novelli

09/06/2020

01/12/2021 - 10:26

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Twitch e diritto d’autore: la violazione del copyright mette a rischio ban diversi streamer e canali. Ecco perché, cosa sta succedendo e cosa fare.

Twitch e copyright: rischio ban per diritti d’autore?

Tantissimi utenti, meglio noti come streamer, su Twitch sono ora a rischio ban a causa di problemi con il copyright: i diritti d’autore legati in particolar modo alla musica e ai brani musicali utilizzati nei video fanno tremare diversi account, compresi volti noti, che potrebbero vedere il proprio canale bloccato dalla nuova stretta sulla piattaforma.

Quella del copyright e Twitch è una questione complessa che sta generando diversa confusione tra gli appassionati streamer che ogni giorno condividono contenuti e gameplay vari tratti dal mondo dei videogiochi (ma non solo).

Le clip e i video ora sotto il mirino della piattaforma sono stati pubblicati tra il 2017 e il 2019, ovvero agli inizi della piattaforma che oggi conta diversi milioni di utenti e che genera profitti notevoli ad alcuni degli streamer più famosi (Ninja di Fortnite ha iniziato proprio così): ma cosa sono gli strike e perché tantissimi video ora rischiano di essere rimossi e alcuni streamer potrebbero incorrere anche a un ban? Proviamo a fare il punto della situazione.

Copyright su Twitch: diritti d’autore e rischio ban, cosa succede?

Di recente la piattaforma per lo streaming video a tema videoludico ha inasprito le politiche riguardanti il diritto d’autore e il copyright, probabilmente dietro lo spettro di qualche possibile problema legale con il contenuto di turno trasmesso in modo fin troppo leggero sulla piattaforma.

Nei primi anni, come abbiamo sottolineato, Twitch mancava di indicazione precise e il boom della piattaforma è stato accompagnato da diversi utenti che utilizzavano il proprio account per postare contenuti che spesso violavano norme sul diritto d’autore (che su YouTube, ad esempio, sappiamo essere molto severe).

Twitch ha informato gli utenti attraverso un tweet sottolineando la presa in posizione da parte del DMCA (Digital Millenium Copyright Act, legge statunitense sul diritto d’autore) per diverse clip con musica in sottofondo pubblicate tra il 2017 e il 2019.

La piattaforma invita gli utenti non sicuri del possesso dei diritti di sfruttamento delle varie opere, presenti ormai da anni in video pubblicati da diverso tempo, a rimuovere i suddetti contenuti. Per Twitch è il primo incontro con la morsa dei diritti d’autore e suggerisce agli utenti l’arrivo di nuovi strumenti utili per facilitare il controllo e la rimozione dei video pubblicati.

Twitch: come funziona il ban per diritto d’autore e copyright violato

Mentre Amazon sta ancora cercando di capire come gestire l’enorme mole di contenuti che avrebbero violato le regole del copyright, la maggior parte delle volte inconsapevolmente, alcune segnalazioni emerse online ci permettono di capire come e quando il vostro canale potrebbe essere a rischio di ban permanente.

Si ricevono via mail diversi avvisi, denominati strike, che indicano quale contenuto ha violato il copyright secondo le norme sul diritto d’autore vigente: al terzo strike, quindi al terzo avviso, il canale e l’account di turno rischia il ban permanente.

Il drammatico risultato sarebbe perdere, per molti, anni di lavoro, di contenuti e ovviamente follower guadagnati pubblicando molte delle clip incriminate (molte delle quali violavano i diritti in maniera inconsapevole trasmettendo, ad esempio, sessioni di gioco di Just Dance).

Tre strike o più possono quindi arrivare in modo rapido, ponendo seriamente il rischio di perdere l’intero canale per un errore a posteriori: diversi streamer denunciano anche di non poter gestire bene l’intero catalogo di video e clip postati proprio a causa di un errore interno a Twitch, rendendo ancora più confuse le idee su cosa fare e come gestire il problema per gli utenti.

Per Amazon è una doccia fredda: resterà da capire come verrà gestita la situazione, con diversi utenti spaventati di perdere il proprio canale che (per alcuni) è diventato un vero e proprio lavoro.

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