Tutto quello che devi sapere sull’IPO di Anthropic, che può riscrivere la guerra dell’AI

Claudia Cervi

3 Dicembre 2025 - 16:07

Anthropic vs OpenAI: il testa a testa che può riscrivere il mercato dell’AI. Ecco cosa sapere su valutazioni record, rischi e opportunità per chi vuole investire nel 2026.

Tutto quello che devi sapere sull’IPO di Anthropic, che può riscrivere la guerra dell’AI

A Wall Street l’AI non è più un trend, ma è il nuovo termometro del mercato. Le valutazioni corrono a ritmi mai visti, la liquidità tornata in circolo nel 2025 ha riacceso l’appetito degli investitori e il mercato delle IPO sta rialzando la testa. È per questo che il 2026 viene già definito l’anno più caldo dai tempi dei debutti di Facebook e Alibaba.

Si parla dei nuovi campioni dei chip, delle aziende di cybersecurity nate nell’esplosione dell’intelligenza artificiale, delle piattaforme che stanno cambiando il modo in cui lavoriamo. Ma la prossima IPO capace di spostare gli equilibri potrebbe non arrivare da una big tech storica. Potrebbe arrivare da una startup nata appena quattro anni fa.

Anthropic, la creatrice di Claude, stuzzica l’interesse degli analisti. Una possibile IPO da 300 miliardi non è solo un numero fuori scala: è il campanello che suggerisce che, nella sfida con OpenAI, qualcuno potrebbe davvero prendersi la leadership dell’AI.

E allora la domanda diventa inevitabile: cosa significa per gli investitori se una startup dell’AI arriva a valere quanto colossi come Exxon, JPMorgan o Walmart?

Anthropic accelera verso la quotazione: perché questa IPO non è come le altre

Secondo il Financial Times, Anthropic non sta più ragionando in astratto. Si è mossa. E ha scelto di farlo con Wilson Sonsini, lo studio legale che nel mondo tech pesa quanto Goldman Sachs a Wall Street. Sono gli stessi che hanno seguito Google e LinkedIn nel momento in cui diventavano ciò che oggi consideriamo l’ossatura del web. La scelta di affidare proprio a loro il progetto IPO, significa che il percorso ha già preso forma.

Dalle indiscrezioni emerge che la società ha discusso dell’operazione con alcune delle banche d’affari più influenti del mercato americano. Nel frattempo è in corso un nuovo maxi-round che mira a portare la valutazione a 300 miliardi di dollari, con Microsoft e Nvidia che partecipano con 15 miliardi. Nella Silicon Valley, questa partecipazione conferma che l’azienda è considerata “strategica” e non più una semplice startup.

E poi c’è il timing. Arrivare all’IPO nel 2026 prima di OpenAI significherebbe diventare la prima azienda dell’AI generativa a debuttare su larga scala. In Borsa essere i primi conta. Influenza come vengono fissati i multipli, attira gli istituzionali più aggressivi e, soprattutto, stabilisce lo standard con cui verrà valutato tutto il resto del settore.

Ufficialmente, Anthropic prova a frenare: “Operiamo come una società quotata, è normale alla nostra scala”. Una frase perfetta per non confermare ciò che molti, dietro le quinte, danno già per avviato.

Ma c’è un dettaglio che merita attenzione. Secondo alcune fonti bancarie, Anthropic starebbe valutando una struttura di IPO molto diversa da quelle classiche: flottante iniziale più ridotto, doppia classe di azioni per mantenere il controllo interno e un collocamento privato pre-IPO riservato ai partner strategici.

Non sarebbe la prima volta che accade (Google fece una scelta simile nel 2004) ma nel mondo dell’AI, dove la governance pesa quanto la tecnologia, una mossa così potrebbe cambiare davvero l’asse del mercato.

Anthropic o OpenAI? Su quale conviene puntare?

Tra gli investitori il confronto è già aperto. Non si parla più di chi abbia la tecnologia migliore, ma di chi sia davvero pronto alla Borsa.

Anthropic arriva alla possibile IPO con una valutazione da 300 miliardi, spinta da Microsoft, Nvidia e dalla crescita rapidissima di Claude. Una struttura più semplice e una governance più lineare la rendono appetibile per chi cerca stabilità.

OpenAI gioca in un’altra categoria. L’ultima valutazione ufficiale è 500 miliardi, ma circolano voci di valutazioni più elevate a 750 o addirittura a 1.000 miliardi già nel 2026. Numeri impressionanti, ma con due incognite: governance complessa e un rapporto con Microsoft che può essere sia un vantaggio che una dipendenza.

Un banchiere coinvolto nei dossier lo sintetizza così: “OpenAI è la Tesla dell’AI. Anthropic è la Nvidia del software.” E in effetti la scelta dipende dal tipo di esposizione che l’investitore vuole: più visibilità e crescita esplosiva, o più solidità e prevedibilità.

Se Anthropic si quota per prima, potrebbe intercettare la corsa iniziale dei capitali istituzionali. Se lo farà OpenAI, invece, fisserà lei lo standard del settore, come Facebook nel 2012.

In ogni caso, l’investitore dovrà chiedersi cosa sta davvero cercando. Anthropic offre un profilo più stabile, governance chiara e una crescita in accelerazione, ideale per chi punta a un’esposizione più controllata all’AI. OpenAI, invece, è la scelta per chi accetta maggiore volatilità in cambio di un potenziale di crescita enorme, ma meno prevedibile.

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