Dal 1°marzo è possibile richiedere l’anticipazione del Tfr in busta paga. Ecco perché non conviene secondo la CGIA di Mestre
Buone notizie sul fronte occupazione. Secondo i calcoli dell’ISTAT nei primi 3 mesi del 2015 sarebbero più di 8.000 gli occupati in più, mentre il tasso di disoccupazione è sceso nel mese di gennaio al 12,6%.
Per quanto riguarda chi un lavoro ce l’ha invece, oggi è il giorno in cui inizia la possibilità di richiedere il Tfr in busta paga che, se da un lato garantisce maggiori introiti mensili per determinate categorie, dall’altro li vanifica per effetto della tassazione.
Vediamo qual è l’analisi della CGIA di Mestre.
Tfr in busta paga: perché non conviene
Parte oggi, 2 marzo, la possibilità di richiedere al proprio datori di lavoro l’anticipo del trattamento di fine rapporto maturando per i lavoratori dipendenti.
In numeri, secondo i calcoli dell’ufficio studi della CGIA di Mestre, le retribuzioni mensili saranno così modificate:
- operai: con 1.200 euro netti al mese di stipendio si percepiranno 71 euro aggiuntivi.
- impiegato: stipendio 1.600 euro netti, 112 euro aggiuntivi,
- dirigenti/quadri: 3.000 euro netto di stipendio, 214 euro in più.
I lavoratori dipendenti si ritroveranno dunque una busta paga più pesante, ma l’aumento verrà compensato dalle tasse.
L’anticipazione del Tfr in busta paga è infatti soggetta a tassazione ordinaria, il che comporta che quest’ultimo concorrerà a formare il reddito complessivo e verrà tassato con l’aliquota marginale. A questo si aggiungono ovviamente il prelievo delle addizionali IRPEF regionali e comunali e la riduzione delle detrazioni.
Nel caso in cui invece il dipendente aspettasse la conclusione della vita lavorativa, la tassazione sarebbe di gran lunga più favorevole. In base ai calcoli dell’Associazione artigiana e piccole imprese inoltre:
Il datore di lavoro effettua una tassazione provvisoria applicando al Tfr (quota capitale) un’ aliquota determinata con un complesso meccanismo. Per la maggior parte dei contribuenti tale aliquota oscilla tra il 23 e il 27 per cento e dipende dall’entità della retribuzione lorda relativa alle annualità lavorative.
Facendo un confronto tra le tasse da applicare oggi e quelle che si applicheranno a fine carriera, il lavoratore che richiede l’anticipazione del Tfr in busta paga andrà incontro a una tassazione maggiorata da 22 a 39 euro al mese.
Ecco una tabella che riassume l’analisi dell’Associazione:
In base ai numeri, sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA:
“Pare di capire che saranno molto pochi coloro che chiederanno l’anticipazione. Da un punto di vista fiscale, purtroppo, l’operazione non è conveniente. Ancora una volta l’eccessivo peso delle nostre tasse pregiudica un’opportunità che potrebbe essere decisiva per rilanciare i consumi delle famiglie che, nonostante i segnali di ripresa, continuano a rimanere fermi al palo”.
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