Valerio Malvezzi: la moneta? Deve essere pubblica

Redazione

09/01/2019

14/06/2023 - 12:54

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Euro sì o euro no? Ormai da diversi anni il dibattito politico vede contrapposti sostenitori e detrattori della moneta unica europea. Money.it ha intervistato Valerio Malvezzi. Ecco il punto di vista dell’ex parlamentare

Valerio Malvezzi: la moneta? Deve essere pubblica

Inizia oggi un nuovo programma di Money.it: Testa o Croce. Il format mette a confronto detrattori e sostenitori della moneta unica europea. La prima intervista ha come protagonista Valerio Malvezzi, commercialista e ex parlamentare. Questo il pensiero del co-fondatore di Win the Bank.

Spesso i telegiornali ci presentano come indicatore economico prevalente il consumo oppure l’ottimismo dei cittadini. C’è una variabile determinante per capire se un paese sia in buona salute o meno: è il risparmio. Molti dimenticano che nel 1980 l’Italia era il paese più ricco del mondo, avevamo un rapporto risparmio/reddito del 25% fino a scendere catastroficamente al 2%. Come dire che prima con uno stipendio medio di 2000 euro si riusciva a mettere da parte 500 euro ed oggi appena 40. La gente capisce che c’è stato qualcosa che non è stato funzionato.

A me non interessa parlare di Euro, lira o doblone. Voglio una moneta che sia di controllo pubblico. L’Euro non ha questa caratteristica fondamentale. La questione essenziale non è la moneta ma il modello di Europa, abbiamo l’unico posto al mondo dove il Parlamento non fa le leggi. C’è una Banca Centrale che non fa la banca centrale, per questioni legate ai trattati non fa da prestatore di ultima istanza. Di questo dipende il problema dello spread e dell’indebitamento sui mercati. Una storia lunga che nasce nel 1981 con la separazione tra Ministero del Tesoro e Banca D’Italia, proseguita con le liberalizzazioni degli anni ’90: il debito pubblico esplode così passando dal 60% al 120%. Il debito è prodotto dal debito e non come pensano molti dalla spesa pubblica. Dal 1991 l’Italia è in avanzo primario, abbiamo cioè più entrate che uscite. Da 27 anni continuiamo ad usare la ricetta della cucina liberista, alzando le tasse e riducendo le spese: cosi facendo abbiamo notevolmente peggiorato il rapporto debito-pil. Pretendo una banca centrale pubblica, basta con questa favola dell’indipendenza della politica con cui si è ingannato la gente: indipendenza dalla politica significa dipendenza dai mercati finanziari. Voglio avere il controllo del canale, della liquidità altrimenti non è possibile fare politica economica, quindi occorre il controllo del sistema bancario. Invece in questi anni abbiamo fatto delle follie come le riforme delle banche popolari e di credito cooperativo, distruggendo il sistema bancario locale che invece rappresenta la nostra ricchezza e le piccole-medie imprese. Bisogna cambiare il livello economico, dove c’è debito pubblico c’è ricchezza privata, nessun paese al mondo ha mai rimborsato debito pubblico, perché dovremmo farlo noi? Il problema è semmai quindi di sovranità monetaria, di saldi settoriali. [...]

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