Tesla compra SolarCity: un’operazione senza senso, titolo crolla a Wall Street

Flavia Provenzani

22/06/2016

22/06/2016 - 11:14

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Tesla compra SolarCity, un’operazione senza alcuna logica industriale che conferma la debolezza di Elon Musk.

Tesla compra SolarCity: un’operazione senza senso, titolo crolla a Wall Street

Elon Musk, numero uno di Tesla Motors Inc, ha annunciato di aver inoltrato un’offerta per comprare la sua società di impianti solari SolarCity Corp con un’operazione del valore di circa $2.8 miliardi.

Le azioni Tesla hanno perso fino al 13 per cento a $189,99 nella sessione after-hours, pari ad una perdita di valore di circa 4,3 miliardi, più del valore dell’offerta per l’azienda di pannelli solari. Le azioni di SolarCity sono aumentate di circa il 18 per cento a $25,02.

Musk, presidente di SolarCity, CEO di Tesla e maggiore azionista di entrambe le società ha sottolineato come i clienti potranno comprare una macchina elettrica, una batteria per la casa e un sistema solare tutto in una volta.

Invece di fare tre viaggi verso casa per caricare l’auto, i pannelli solari e batteria, si potrà integrare il tutto in una sola visita”, ha detto Musk ai giornalisti. “È una cosa ovvia da fare”.
Gli investitori di Tesla, però, hanno castigato le azioni della società.

“A livello ideale desideriamo vedere Tesla focalizzarsi su Tesla - nel costruire Tesla e nel vendere le vetture”,

ha commentato Ivan Feinseth, analista presso la Tigress Financial Partners.

"Forse la sensazione è che questo tolga la messa a fuoco e influenzi le finanze di Tesla, che continua ad avere un bisogno crescente di soldi”.

Tesla e le operazioni contro il buon senso

A solo un giorno dalle parole del numero uno di Tesla, Elon Musk, e del suo vanto per una delle sue automobili che «galleggia abbastanza bene da trasformarsi in una barca», la Tesla è protagonista di un fatto ancor più strano.

L’offerta di Tesla per SolarCity, società produttrice di pannelli solari, resa nota nel pomeriggio di martedì, rappresenta un tipo di operazione che, anche per gli investitori più fiduciosi della Silicon Valley, va oltre i limiti della logica del settore. Va oltre anche alcuni limiti etici considerando il fatto che Musk è il maggior azionista unico, anche se di minoranza, di entrambe le società.

Musk ha addirittura aperto un prestito personalmente per comprare le azioni di SolarCity, che dall’inizio del 2016 sono in ribasso del 58%.

Anche se l’offerta è per le azioni, e non in contanti (il che significa che Tesla non dovrà tornare a sfidare le dinamiche del mercato dei capitali) l’operazione è ben lontana dall’essere una «cosa ovvia da fare», come invece dichiarato da Musk.

Sia Tesla che SolarCity, per motivi diversi, hanno bisogno di capitale. Solamente nei ultimi quattro trimestri, Tesla ha bruciato circa 50 centesimi di liquidità per ogni dollaro guadagnato tramite le vendite. Nulla in confronto a ciò che è capace di fare SolarCity, che perde ben 6 dollari per ogni dollaro guadagnato.

Tesla, tuttavia, è la meno sostenibile tra le due perché SolarCity gode delle agevolazioni fiscali per l’installazione dei pannelli solari.

Il produttore di auto, nel frattempo, sta per far decollare la spesa per il progetto che sancirà il successo o la fine dell’intera azienda - la Tesla Motor 3.

Unirsi ad un altro business assetato di liquidità semplicemente perché è ecologico e un giorno potrebbe far uso delle batterie Tesla potrebbe eccitare alcuni investitori e bruciare gli short su SolarCity. Ma, da quando il signor Musk ha parlato della sua auto-barca e non solo, i suoi sistemi strampalati potranno reggere solo per un breve periodo di tempo.

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