Tasse su attività finanziarie: chi paga di più

Alessandra Manco

20 Maggio 2014 - 12:18

Una ricerca su base regionale stabilisce quali contribuenti saranno più penalizzati dall’innalzamento delle aliquote dal 20 al 26% sulle attività finanziarie.

Tasse su attività finanziarie: chi paga di più

Con l’entrata in vigore della tassazione al 26% su interessi da conto corrente e rendite finanziarie gli italiani subiranno nuovi rincari. Il livello medio di tassazione varierà però da provincia a provincia e da regione a regione, ed infatti alcuni cittadini pagheranno di più ed altri di meno.

A Milano la tassa sarà mediamente più alta che nelle altre città, soprattutto delle città centro meridionali. Infatti l’innalzamento della tassazione dal 20 al 26 % a partire dal 1° luglio per le rendite finanziarie costerà al contribuente milanese circa 14,60 euro mentre a Crotone ogni cittadino subirà un rincaro medio di 5 euro.
Gli studi effettuati tengono conto della distribuzione su base regionale o comunale del portafoglio dei risparmiatori italiani. Innanzitutto occorre premettere che l’incremento di aliquota riguarda le obbligazioni, i dividendi delle azioni, i capital gain realizzati sulla vendita di titoli e sono esclusi invece Bot e Btp (questi titoli conserveranno l’aliquota del 12,5 %).

Guardando al possesso di titoli a reddito fisso le statistiche mostrano che saranno i piemontesi i contribuenti italiani che andranno a pagare maggiormente visto che ogni cittadino verserà all’erario circa 34,20 euro, mentre gli emiliani si fermano a 33,90 euro e i lombardi a 33,70 euro. Tuttavia, secondo i dati BankItalia, i cittadini residenti in Lombardia sono i contribuenti più ricchi intermini assoluti: all’interno della regione ogni cittadino è in possesso di attività finanziarie per euro 41.570,00 pro capite. La discordanza viene fuori dal fatto che i lombardi hanno anche una forte incidenza di azioni e fondi di investimento, titoli per i quali è difficile prevedere il livello medio di tassazione. Pertanto qualora un contribuente residente in Lombardia decidesse di vendere le proprie azioni dopo il 1° luglio 2014 andrebbe a pagare una imposta da capital gain pari al 26 % incrementando di molto il livello medio di tassazione stabilito per la Lombardia, pari al 33,70 euro.

Inoltre occorrerà verificare anche l’impatto di una eventuale introduzione di una fascia di esenzione per conti e depositi fino a 25 mila euro, così come proposto dalla Commissione Finanze del Senato. Infatti sono in molti a pensare che l’esenzione potrebbe ridurre di molto gli incassi preventivati dall’esecutivo in merito all’innalzamento dell’aliquota sulle rendite e gli investimenti finanziari (755 milioni di euro previsti come incasso). Inoltre occorre anche considerare dei dati di natura congiunturale: a causa della crisi infatti gli italiani che spostano i loro investimenti in depositi di conto corrente o investimenti liquidi sono sempre di più (tra il 2010 ed il 2013 i depositi di conto corrente sono cresciuti di oltre il 10 %)

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