Tassa di successione, aumento in arrivo: cosa c’è di vero?

Flavia Provenzani

22/05/2017

22/05/2017 - 17:25

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Aumento delle tasse di successione in arrivo? La situazione economica dell’Italia mostra come un rialzo delle imposte su successione e donazione sia ormai inevitabile.

Tassa di successione, aumento in arrivo: cosa c’è di vero?

Un aumento della tassa di successione appare ormai inevitabile. Stamattina Romano Prodi è tornato sull’argomento in un’intervista a Radio24, auspicando una rielaborazione nella gestione dell’imposta di successione e donazione.

I tempi del ritocco al rialzo della tassazione sono ancora ignoti, ciò che è certo è che l’aumento della tassa di successione minaccia di colpire anche chi si ritrova con un patrimonio esiguo e un’eredità altrettanto povera, costringendo gli eredi a pagare una cifra stratosferica per poter usufruire dei pochi beni lasciati dal proprio congiunto.

L’alto livello di debito pubblico dell’Italia, la sua alta esposizione ad un aumento dei tassi della BCE ormai vicino, unito al fatto che il nostro Paese raccoglie ogni anno solo 600 milioni di euro dalla tassa di successione (un decimo rispetto alla Francia e un quarto rispetto alla Spagna), fanno sembrare l’aumento del salasso cosa certa per molti.

Cosa c’è di vero? L’arrivo di un aumento della tassa di successione è davvero certo e imminente?

Tassa di successione: cos’è?

Secondo la legislazione italiana vige l’obbligo per chi riceve in eredità beni immobili e diritti reali immobiliari di presentare entro 12 mesi dal decesso del congiunto la dichiarazione di successione e pagare, se dovuta, l’imposta di successione.

I beni e i diritti appartenuti al defunto costituiscono il cosiddetto attivo ereditario: di questo fanno parte, a titolo di esempio, immobili, beni mobili, azioni, partecipazioni, denaro, gioielli, mobilio, eccetera. Dall’attivo ereditario sono esclusi obbligazioni e titoli di stato. A questo va affiancato il passivo ereditario, ossia i debiti e le obbligazioni che il defunto ha collezionato, e in questa categoria rientrano anche le spese mediche effettuate dagli eredi nei 6 mesi precedenti la morte.

La tassa di successione è dovuta sull’asse ereditario, ovvero la differenza tra attivo e passivo ereditario al netto di eventuali franchigie (la soglia minima al di sotto della quale non si pagano le imposte) ed esenzioni.

Tassa di successione: aumento in arrivo?

Un ritocco al rialzo dell’imposta di successione e donazione è uno scenario probabile, ma non ancora certo.
I ricavi annui in Italia tramite tale imposta sono nettamente inferiori rispetto alle altre maggiori economie europee e il Governo potrebbe presto approfittare dello spazio disponibile per fare cassa.

A rendere ancora più probabile un aumento della tassa di successione in Italia sono le prospettive di politica monetaria della Banca Centrale Europea: Mario Draghi si sta preparando ad aumentare i tassi di interesse (il tasso di riferimento attualmente è allo 0,00%), una novità che renderebbe più costoso il debito pubblico italiano.
Tuttavia, una simile mossa da parte del Governo creerebbe non poche inimicizie, e la situazione politica attuale non ci rende possibile stimare con esattezza quando l’aumento della tassa potrebbe arrivare.
Ma arriverà, sembra ormai cosa certa. Ed è ora di affrettarsi prima di dover arrivare a pagare come tassa di successione anche fino al 60%, come avviene ad oggi in Francia.

Tassa di successione: quanto si paga ora?

A seconda del patrimonio, della situazione economica, del grado di parentela e di altri fattori sono previste diverse aliquote e franchigie.

Per semplificare riportiamo una tabella in cui riassumiamo i casi principali:

Gradi di parentelaImposte
Coniugi e parenti in linea retta Imposta di successione:
4% sulla quota ereditata eccedente 1 milione di euro
Imposta ipotecaria (2%) e catastale (1%):
(200 euro per ciascuna imposta se per l’erede è la prima casa)
Fratelli e sorelle Imposta di successione:
6% sulla quota ereditata eccedente 100 mila euro
Imposta ipotecaria (2%) e catastale (1%):
(200 euro per ciascuna imposta se per l’erede è la prima casa)
Altri parenti fino 4° grado e affini fino al 3° Imposta di successione:
6% sulla quota ereditata senza franchigia
Imposta ipotecaria (2%) e catastale (1%): (200 euro per ciascuna imposta se per l’erede è la prima casa)
Altre persone Imposta di successione:
8% sulla quota ereditata senza franchigia
Imposta ipotecaria (2%) e catastale (1%): (200 euro per ogni imposta se per l’erede è la prima casa)

Se l’erede è una persona portatrice di handicap grave, riconosciuta tale ai sensi della legge n. 104/1992, la franchigia è di 1.500.000 euro, ossia l’imposta viene applicata sulla cifra eccedente quell’importo.

Se si ereditano beni immobili o diritti reali immobiliari la presentazione della dichiarazione di successione è obbligatoria, spetterà poi all’Agenzia delle Entrate stabilire se l’imposta andrà applicata o meno. Le uniche eccezioni riguardano l’eredità devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta; attivo ereditario pari o inferiore a 100.000 euro ed eredità nelle quali nell’attivo ereditario non siano compresi beni immobili o diritti reali immobiliari.

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