Tari, a Roma il primato del mancato pagamento della tassa sui rifiuti

Alessandro Cipolla

20 Luglio 2018 - 16:46

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Una analisi di CRIF Ratings condotta sui bilanci dei comuni italiani fa emergere come a Roma viene riscossa soltanto il 29% della Tari.

Tari, a Roma il primato del mancato pagamento della tassa sui rifiuti

In Italia ogni anno manca all’appello il 20% dei corrispettivi dovuti per la Tari, per un ammanco totale nel 2016 pari a 1,7 miliardi in aumento rispetto ai 1,6 miliardi del triennio precedente.

A dirlo è un’analisi di CRIF Ratings, con l’agenzia di rating che ha eletto Roma come la città dove è maggiore l’evasione della tassa sui rifiuti: nella capitale viene riscosso soltanto il 29% del dovuto in merito alla Tari.

Tari: a Roma il record di evasione

Il tema dei rifiuti è da sempre uno dei tasti dolenti della capitale, con Roma che spesso si è fatta una pessima pubblicità anche a livello internazionale per delle situazioni spesso di grande emergenza che poco si sposano con le bellezze della Città Eterna.

Anche i romani però non fanno al pieno il loro dovere in materia, visto che secondo uno studio realizzato da CRIF Ratings la capitale è la città in Italia dove vi è la più alta elusione del pagamento della Tari.

I dati snocciolati dall’agenzia di rating sono emblematici: a Roma soltanto il 29% dei cittadini paga la tassa sui rifiuti, con l’ammanco medio per ogni romano che ammonterebbe a 149 euro, 198 euro se consideriamo Roma Capitale.

Anche a livello regionale sul tema Tari non va molto meglio. Il Lazio infatti in questa speciale classifica è la maglia nera tra le regioni, con un mancato incasso medio pro capite pari a 121 euro.

Alle spalle del Lazio ci sono la Sicilia (circa 77 euro), la Campania (63 euro) e la Calabria (circa 45 euro), mentre le regioni più virtuose in tema di pagamento della tassa dei rifiuti sono il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta.

Lo studio

I dati relativi ai mancati incassi, esposti in modo aggregato su base pro capite per l’ambito territoriale di riferimento, sono calcolati come differenza accertamenti della Tari e l’ammontare effettivamente riscosso.

In generale CRIF Ratings rileva che la Tari rappresenta in media circa il 30% del totale delle entrate tributarie e risulta essere il tributo che maggiormente si presta a non essere pagato dagli utenti data la natura “quasi universalistica” del servizio. Infatti, risulta difficile discriminare la raccolta per le utenze morose.

Sebbene la base del tributo sia legata al principio del “chi inquina paga” sancito dell’Unione Europea, il corrispettivo dovuto dall’utenza è legato esclusivamente ad elementi che esulano dall’effettivo utilizzo del servizio (ovvero superficie dell’abitazione e numero componenti del nucleo familiare), e pertanto tende ad amplificare le esternalità negative di comportamenti spesso “non etici”.

Inoltre, dal punto di vista finanziario, l’applicazione della logica del tributo fa restare in capo ai Comuni il rischio di mancata riscossione.

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