Stipendi parlamentari: bocciato il tetto massimo di 5.000€, proteste del M5S

Simone Micocci

3 Agosto 2016 - 16:14

Bocciato alla Camera l’Ordine del Giorno del Movimento 5 Stelle per il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari. La maggioranza attacca i grillini: “anche voi avete uno stipendio superiore agli 8.000€”.

Stipendi parlamentari: bocciato il tetto massimo di 5.000€, proteste del M5S

Stipendi dei parlamentari: nuove polemiche dopo che oggi alla Camera è stato bocciato l’Ordine del Giorno proposto dal M5S per l’introduzione di un tetto massimo di 5mila euro.

Da anni si parla della riduzione degli stipendi dei parlamentari, ma ogni proposta di modifica si conclude in un nulla di fatto. Anche oggi è andata così, poiché la Camera ha bocciato l’ordine del giorno del Movimento 5 Stelle riguardante l’introduzione di uno stipendio con un tetto mensile di 5mila euro.

Dopo la votazione contraria, in aula non sono mancate le polemiche dei deputati del Movimento 5 Stelle. Ripercorriamo le tappe di questa delicata giornata alla Camera.

Stipendio dei parlamentari: bocciata la proposta del M5S, è caos in aula

Oggi alla Camera si è discusso degli ordini del giorno ai documenti di Bilancio di Montecitorio. Tra gli ordini del giorno c’era anche quello proposto dal Movimento 5 Stelle per l’introduzione di un tetto massimo per lo stipendio dei parlamentari pari a 5 mila euro.

Tutti i partiti però si sono schierati contro questa proposta, scatenando la reazione dei 5 stelle. In particolare il deputato grillino Manlio Di Stefano ha attaccato i colleghi accusandoli del fatto che nella vita non abbiano fatto nient’altro che i politici. Dura la reazione degli altri deputati che si sono alzati dai banchi per andare a protestare contro i membri del Movimento 5 Stelle.

Per placare gli animi è dovuta intervenire la presidentessa della Camera Boldrini:

“La prego di non offendere i colleghi in Aula. Lei non può affermare quello che non è vero. Le assicuro che ci sono varie professionalità qui dentro. Molti di noi hanno lasciato incarichi e professioni”.

Nulla di fatto quindi per quello che da anni è uno dei temi al centro del dibattito tra il Movimento 5 Stelle e la maggioranza. Infatti, i parlamentari M5S fin da subito hanno deciso di dare la metà dello stipendio e diaria non rendicontata al fondo per la piccola impresa, mentre gli altri membri appartenenti ad altri partiti hanno scelto di non toccare il proprio stipendio. Ma sarà veramente così?

I parlamentari M5S hanno veramente dimezzato il loro stipendio?

Nel corso della seduta alla Camera la Deputata del Partito Democratico, Giuditta Pini, è intervenuta per spiegare che in realtà la notizia per cui i parlamentari del M5S si sarebbero dimezzati lo stipendio è falsa. Infatti, la Pini facendo riferimento allo stipendio di Di Battista ha svelato:

“Lo stipendio dichiarato dall’Onorevole Di Battista è di 5.246€ ne ha dati indietro 2.058 e abbiamo un netto di 3.187€. A questi però bisogna aggiungere i rimborsi che sono 8.379€ di cui ne è stata restituita una parte. Ne restano 6.277€ per un totale di 9.475€ di stipendio a cui vanno aggiunte 135€ di spese telefoniche 1.142€ per il vitto e 341€ per trasporti”.

In loro difesa i parlamentari che hanno bocciato la proposta del M5S hanno dichiarato che gli stessi grillini prendono più di 8.000€, nonostante da anni affermino il contrario. “Il Pd finanzia il partito, loro un sito con la pubblicità delle lavatrici e la faccia Di Maio e Di Battista” hanno aggiunto in loro difesa i dem.

PD: lo stipendio dei Parlamentari è motivato

Infine, il Capogruppo de PD, Ettore Rosato ha spiegato che non c’è alcun imbarazzo nella decisione di bocciare l’ordine del giorno per il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. Infatti, Rosato ha commentato:

“Siamo consapevoli che la politica ha un costo, che gli stipendi dei parlamentari sono più alti della media italiana, che questo accade in tutti i Paesi, che c’è una ragione perché questo accade”.

La maggioranza ha aggiunto che nonostante gli stipendi dei parlamentari non siano stati ridotti, nel corso della legislatura, l’Istituzione Montecitorio ha continuato a tagliare le spese, tant’è che il bilancio finale verrà chiuso con un risparmio di 270 milioni di euro.

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