Il discorso di David Cameron relativo alla possibile uscita del Regno Unito dall’Unione Europea entro il 2018, pronunciato proprio nel cuore della City londinese nel quartier generale di Bloomberg, non è piaciuto a molti politici ed economisti. In realtà, la maggior parte delle reazioni sono state gelide. La Casa Bianca ha dichiarato che Londra resta più forte solo se resta nell’UE, mentre il presidente francese Hollande ha affermato che non è possibile negoziare l’Europa.
Forti critiche arrivano anche dall’ex premier laburista Tony Blair, che ha dichiarato che "è come spararsi un colpo in testa". Cameron sembra essere allergico ai recenti tentativi di forte regolamentazione in atto nell’UE, dove sembra sempre più forte l’asse franco-tedesco-italiano.
Secondo Simon Hayes, economista di Barclays Capital, "sebbene l’eventualità di un’uscita britannica sia remota, l’incertezza sulla questione probabilmente renderà più difficile attrarre investimenti nel Regno Unito e potrebbe anche spingere le aziende britanniche a espandere le loro attività negli altri paesi UE invece che all’interno".
Un altro rischio è quello ddi assistere a una forte speculazione sulla sterlina. Negli ultimi tempi sul forex il pound è in grande difficoltà, complice anche il timore di un downgrade da parte di Moody’s e Fitch sul rating sovrano AAA del Regno Unito. Ieri sul forex la sterlina è scesa sui minimi più bassi degli ultimi 4 mesi sul dollaro americano a 1,58, mentre continua a perdere colpi sull’euro.
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