Dicono che l’essenza della futilità sia quella di continuare a fare la stessa cosa, aspettando un risultato diverso. Ma è questo quello che chi fa le previsioni sta facendo nel determinare le prospettive economiche?
Durante la zoppicante ripresa economica iniziata nel 2009, le formali proiezioni economiche rilasciate dal Congressional Budget Office, dalla White House Council of Economic Advisers, e dalla Federal Reserve, hanno mostrato un modello piuttosto coerente: “quest’anno potrebbe essere un anno di crescita debole”, dicevano. Ma la crescita più grande, forse del 3,5%, è proprio dietro l’angolo, e arriverà il prossimo anno.
Esempi di proiezioni economiche
Consideriamo, ad esempio, le proiezioni della Fed del mese di Novembre 2009. Certo, la crescita sarebbe stata lenta nel 2010, dicevano. Ma la crescita del 2011, si aspettavano, sarebbe stata del 3,4-4,5%, e nel 2012 sarebbe stata del 3,5-4,8%. I livelli attuali di crescita sono stati il 2% nel 2011 e l’1,5% nel 2012.
La cosa incredibile è che le più recenti proiezioni della Fed, rilasciate a Dicembre 2012, sembrava fossero state copiate e incollate da quelle del 2009, solo modificando gli anni. Essi prevedono una crescita lenta nel 2013, del 2,3-3%, seguita da una ripresa del 3-3,5% nel 2014 e del 3- 3,7% nel 2015.
Nessuno vuole dare la colpa alla Fed, lo stesso vale per gli altri che fanno previsioni sia al governo che nel settore privato. L’Economic Policy Institute ha catturato la propensione del CBO alle proiezioni di crescita proprio dietro l’angolo, nel grafico sottostante, da un documento informativo pubblicato la scorsa settimana. In sostanza, questo dimostra che, mentre gli anni sono passati, il CBO continua sempre di più a spingere indietro i tempi di una vera e propria ripresa, il momento in cui la produzione dell’economia statunitense tornerà alle sue potenzialità. All’inizio del 2009, il CBO pensava che si sarebbe tornati alla piena occupazione in pochissimo tempo; nella previsione rilasciata all’inizio di questo mese, ciò corrispondeva al 2016 o 2017.
Le previsioni eccessivamente ottimistiche si sono poggiate su un assunto fondamentale: che se riusciamo ad attraversare questo momento difficile, le forze naturali della rigenerazione economica si imporranno da sole e la crescita riprenderà il suo posto.
Solo sfortuna?
Una spiegazione potrebbe essere che queste previsioni siano state solo annullate dalla sfortuna. Tutto, dallo tsunami giapponese del 2011, alla crisi del debito dell’Eurozona, all’atteggiamento dell’aspettare l’ultimo secondo per agire tipico degli Stati Uniti quando si tratta di politica fiscale e che scuote la fiducia. Se solo non avessimo avuto tutta questa sfortuna, avremmo avuto una crescita del 3% come le previsioni avevano detto.
Forse. Ecco la cosa, però. I sostenitori della teoria della sfortuna non vogliono però fare i conti con il fatto che ci sia stata anche un po’ di fortuna nel corso degli ultimi tre anni. I prezzi del gas naturale sono in calo, una notizia positiva da parte del settore energetico degli Stati Uniti. I prezzi globali del petrolio sono stati abbastanza stabili, ben al di sotto dei livelli dell’estate 2008. L’Europa è stata un disastro, ma molti paesi emergenti, tra cui Cina e Brasile, sono rimasti colossi della crescita globale. La Cina, importante partner commerciale degli Stati Uniti, ha permesso che la sua moneta salisse all’8,5% rispetto al dollaro, rendendo le aziende americane relativamente più competitive. Risulta difficile valutare se gli shock negativi o positivi siano più potenti, ma è difficile dimostrare che questo sia stato un periodo di schiacciante sfortuna per l’economia degli Stati Uniti.
Più convincente è il caso secondo cui ci sono cose riguardanti una crisi finanziaria che rendono difficile il processo di ripresa economica. I guasti nel sistema finanziario indicano che le politiche a basso tasso d’interesse da parte della Fed non hanno la loro solita forza.
Esperienze dal passato
C’è un punto più importante più qui però. Le previsioni economiche tendono a guardare alle esperienze passate e ad estrapolare; in passato, quando c’è stata una recessione, proprio le forze che l’hanno causata si sono srotolate, e hanno gettano i semi per l’espansione. La gente non acquista più auto e case durante la recessione, e poi quando i tempi migliorano, vi è un’esplosione di attività.
Ma la recessione indotta dalla crisi finanziaria del 2008-2009 è stata così devastante che ha avuto effetti profondi che vanno al di là di quelli descritti da tali rapporti tradizionali. Ha reso ancora più confusionario il funzionamento del sistema finanziario, e le banche stanno ancora cercando di capire come funzionano quelle nuove. Potrebbe aver scatenato un permanente (o semi-permanente) cambiamento nel modo in cui i consumatori e le imprese pensano ai loro livelli desiderati di risparmio. Il suo tributo è stato così grande che ha peggiorato ulteriormente la disfunzione politica; ricordiamo che all’inizio del 2008, l’amministrazione Bush e il Congresso democratico si sono riuniti per far passare un modesto pacchetto di stimolo, ma è difficile immaginare che una cosa del genere possa accadere ora.
Alla fine chi fa le previsioni avrà ragione, e l’economia statunitense crescerà del 3 o 4 o 5% e tornerà al suo pieno potenziale. Purtroppo, non sappiamo quando questo “alla fine” si verificherà.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Wonkblog |
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