Che anno sarà il 2013 per l’economia degli Stati Uniti? Sull’argomento esistono diverse analisi e diverse prospettive, giorni fa abbiamo presentato l’analisi del Leap, secondo la quale il prossimo anno segnerà la fine dell’America così come l’abbiamo conosciuta nel XX secolo. Altre analisi, invece prevedono che superato il fiscal cliff, il 2013 segni la ripresa e che l’economia USA torni a splendere. E dunque, il 2013 segnerà la fine definitiva del sogno americano o la fase di rinascita dell’economia più potente a mondo?
2013: la fine del sogno americano?
Secondo l’analisi del Leap, il 2013 segnerà la fine dell’epoca di dominazione economica degli Stati Uniti, principalmente perché il prossimo anno sarà fatto di grandi sfide sia sul fronte economico, sia sul fronte politico e sociale. Le tante questioni irrisolte come il fiscal cliff, il debito pubblico, la bolla fiscale e la bolla dei prestiti studenteschi, associate alla spaccatura politica che divide l’elettorato Repubblicano e quello Democratico, porteranno gli Stati Uniti verso il collasso economico e alla fine dell’egemonia del Dollaro.
(Approfondimento: Crisi USA: da Katrina a Sandy, è la fine dell’America che conoscevamo?)
2013: la rinascita dell’economia USA?
Diametralmente opposta, invece, è un’analisi diffusa oggi dalla stampa americana e fondamentalmente condivisa dall’opinione recentemente espressa dal Governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke: superato il fiscal cliff, il 2013 sarà un anno ricco di opportunità per la ripresa dell’economia che a partire dal secondo trimestre dell’anno tornerà a crescere. "Credo che ci sia grande potenziale, l’economia potrebbe migliorare significativamente se ci fossero maggiori sicurezze e prospettive riguardo alla direzione che il paese sta prendendo", ha detto Bernanke durante il discorso della scorsa settimana.
Ammesso che il Governo riesca a raggiungere un accordo sulla modalità con la quale gestire il precipizio fiscale, spiega Luca Paolini, chief strategist alla Pictet Asset Management di Londra, l’economia degli Stati Uniti subirà una contrazione dell’1% nel primo trimestre, dopo il quale si registreranno una serie di miglioramenti fino a giungere una crescita del 3% nella prima metà dell’anno.
A dirigere la ripresa economica, infine, dovrebbe essere proprio il settore immobiliare che, generando effetti positivi sull’occupazione, sulle entrate fiscali e sulla fiducia di consumatori e investitori potrebbe funzionare da spinta nei confronti dell’economia e instaurare un clima tendenzialmente rialzista per il dollaro.
2013: un quesito ancora aperto
Che il 2013 segni la fine del sogno americano o l’inizio di una nuova fase di crescita è certo che non vedremo gli effetti nell’immediato primo trimestre e, soprattutto, bisognerà ancora fare i conti con gli effetti devastanti che la crisi finanziaria ha avuto e sta avendo su scala mondiale e sulle economie emergenti. Rimane dunque ancora aperto il quesito sul futuro economico non soltanto degli Stati Uniti, ma di tutto il mondo "economicamente avanzato". Che anno sarà il 2013?
© RIPRODUZIONE RISERVATA