Sputnik, il Brasile blocca il vaccino: l’adenovirus si replica

Martino Grassi

29/04/2021

20/05/2021 - 11:41

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Il Brasile ha deciso di bocciare il vaccino Sputnik V perché potrebbe causare dei problemi per la salute. L’autorità sanitaria del Paese ha notato che contiene un adenovirus capace di replicarsi.

Sputnik, il Brasile blocca il vaccino: l’adenovirus si replica

Il Brasile ha deciso di non utilizzare il vaccino russo Sputnik V dal momento che potrebbe rappresentare un rischio per la salute, causando raffreddori e gastroenteriti. L’autorità sanitaria del Paese ha infatti segnato che tutti i campioni di vaccino russo contenevano il virus in grado di replicarsi.

Proprio per questo motivo consiglio di amministrazione di Anvisa, l’autorità sanitaria del Brasile ha deciso all’unanimità di bocciare il vaccino proveniente dalla Russia. Al momento l’Agenzia Europea per i Medicinali non ha ancora fornito il suo verdetto sull’eventuale approvazione di questo vaccino, ma questa nuova informazione potrebbe rappresentare un’ulteriore frenatura.

Sputnik, il Brasile blocca il vaccino: problemi per la salute

L’autorità sanitaria del Brasile ha deciso di bocciare la somministrazione del vaccino russo Sputnik V dal momento che potrebbe rappresentare un problema per la salute. Il candidato della Russia sfrutta la tecnologia del vettore virale adenovirus, attraverso questa metodologia il codice genetico di Sars-Cov-2 viene inserito all’interno di un adenovirus, il quale poi viene iniettato nell’organismo dando il via alla produzione degli anticorpi. A cose normali gli adenovirus sono dei virus che hanno la capacità di replicarsi nell’organismo, proprio per questo motivo, quando vengono utilizzati per i vaccini questa loro capacità deve essere neutralizzata, cosa che non è avvenuta per i campioni di Sputnik V analizzati da Anvisa.

Per la prima dose il vaccino Sputnik utilizza l’adenovirus umano Ad26, proprio come Johnson & Johnson, mentre per il richiamo viene utilizzato l’adenovirus Ad5. Per aumentare la sicurezza dei vaccini, spiega la virologa americana Angela Rasmussen, affiliata alla Georgetown University Center for Global Health Science and Security e alla Vaccine and Infectious Disease Organization, vengono eliminati i geni Adv E1 ed E3. Il primo impedisce al virus di replicarsi, mentre il secondo inibisce l’interazione con il sistema immunitario. La presenza di virus replicanti dunque suggerisce che non sia stato eliminato il gene E1.

Problemi anche nella sterilità del prodotto

Gustavo Mendes, direttore generale della sezione farmaci di Anvisa ha spiegato che “tra i punti critici c’era la presenza di adenovirus replicanti. Ciò significa che il virus che dovrebbe essere utilizzato solo per trasportare il materiale genetico del coronavirus alle cellule umane e promuovere una risposta immunitaria può replicarsi. Questo è un grave caso di non conformità e adenovirus replicante è stato rilevato in tutti i lotti del vaccino Sputnik presentato”.

A questo elemento si aggiunge anche il fatto che l’Agenzia regolatoria del Brasile abbia segnalato, dopo un’ispezione all’interno di due aziende produttrici del vaccino in Russia, la non conformità nella produzione del vaccino e il relativo impatto sulla sterilità del prodotto.

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