Spesometro 2014: la scadenza si avvicina, ma la Cia di Cuneo ne chiede l’eliminazione

Vittoria Patanè

24/01/2014

Uno strumento dannoso per le piccole imprese. Ecco perché la Confederazione Italiana Agricoltori invoca l’annullamento

Spesometro 2014: la scadenza si avvicina, ma la Cia di Cuneo ne chiede l’eliminazione

La scadenza dello spesometro è alle porte. Entro il prossimo 31 gennaio infatti i contribuenti dovranno inviare la comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini dell’l’Iva, con importo pari o superiore a 3600 euro.

Stavolta non ci saranno proroghe o rinvii, quello di fine mese sarà il termine ultimo per inviare lo spesometro.

Ricordiamo che si potrà scegliere tra due diverse modalità di comunicazione (analitica o compilativa) e che i contribuenti dovranno utilizzare il modello polivalente da inviare esclusivamente in via telematica.

Nonostante quindi sembri ormai tutto deciso c’è chi continua a considerare lo spesometro uno strumento non solo inadeguato, ma soprattutto dannoso per via dei costi e della tempistica burocratica.

Stiamo parlando delle rimostranze espresse nei giorni scorsi dalla Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, di Cuneo che, per bocca del suo presidente Roberto Damonte, attacca senza mezzi termini la misura reitrodotta dalla Legge di Stabilità, sostenendo che sarà un’ulteriore mazzata per le piccole imprese

Le parole della Cia

Questa è una misura penalizzante che accresce la burocrazia, aumenta i costi e rischia di mettere in ginocchio le imprese. Sull’argomento è intervenuta tempestivamente Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane del settore agroalimentare, per denunciare che si è in presenza di un ulteriore e gravoso adempimento burocratico che potrà avere effetti devastanti per le piccole aziende agricole, che saranno costrette a registrare tutte le fatture d’acquisto e le autofatture di vendita. Con l’aggravante di inviare in modo telematico l’elenco di tali operazioni. E questo comporterà, inevitabilmente, spese aggiuntive da parte dell’agricoltore, già alle prese con non poche difficoltà di ordine burocratico”.

Queste le parole di Robrto Damonte che prova a difendere le piccole imprese italiane dalle difficoltà derivanti dalla comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini dell’imposta sul valore aggiunto. E ancora:

“Segnaliamo per l’ennesima volta alle autorità istituzionali nazionali che è proprio la burocrazia che sta causando problemi non indifferenti all’agricoltura. Basti pensare che un’azienda agricola italiana per assolvere a tutti gli adempimenti burocratici imposti spende, in media, 2 euro ogni ora di lavoro, 20 euro al giorno, 600 euro al mese, 7.200 euro l’anno. Non basta. Occorrono otto giorni al mese per riempire le carte richieste dalla Pubblica amministrazione centrale e locale. In pratica, cento giorni l’anno. Agrinsieme ha fatto bene a ricordare al Governo che il provvedimento delle ‘Spesometro’ per le piccole aziende (già previsto e poi eliminato lo scorso anno dal decreto sviluppo) colpisce piccole realtà aziendali agricole finora esonerate da tutti gli obblighi contabili (fatturazione, registrazione, dichiarazione annuale, liquidazione e versamento dell’imposta) ed ha esigere che venga al più presto modificato”.

Insomma le perplessità sullo spesometro non accennano a placarsi. Ma stavolta, qualsiasi possibilità di proroga o eliminazione appare esclusa.

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