Ecco perché l’Antitrust spagnolo ha aperto un fascicolo sui due gruppi televisivi per presunti comportamenti scorretti nel mercato pubblicitario.
Guai in vista per Mediaset Espana e Atresmedia. La Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia ha avviato un’indagine per verificare l’operato delle due aziende sul mercato pubblicitario.
A rivolgersi all’Antitrust spagnola erano stati alcuni network preoccupati per il duopolio che mina la concorrenza e affossa i ricavi dei competitor minori.
Le società, dal canto loro, si dicono estranee alle presunte violazioni contestate e ribadiscono di aver agito sempre nel rispetto della normativa vigente.
Le contestazioni
Secondo quanto riportato dalla Cnmc in un comunicato stampa, l’indagine riguarda un presunto comportamento scorretto di Mediaset Espana e Atresmedia (e delle loro rispettive controllate al 100% Publiespaña e Atres Pubblicità) nella proposta di vendita delle campagne pubblicitarie agli inserzionisti.
In particolare, secondo l’Authority spagnola, le due società richiedevano ai clienti investimenti pubblicitari congiunti nei loro diversi canali. Le campagne pubblicitarie, dunque, sarebbero state trasmesse in simulcast.
Una vera e propria forza mediatica che avrebbe causato danni ad altri operatori, soprattutto network minori, che hanno visto scendere i loro ricavi pubblicitari mentre quelli dei due gruppi a matrice italiana – che occupano l’85% del mercato - salivano vertiginosamente.
In passato, proprio i network minori avevano fatto pervenire segnalazioni all’organo presieduto da José María Marín Quedama, chiedendo di indagare sulla posizione dominante del duopolio Mediaset Espana-Atresmedia, tuttavia l’Authority ha spiegato che l’indagine su possibili pratiche restrittive – che durerà 18 mesi - è stata avviata d’ufficio sulla base di dati pubblici e informazioni ottenute da Cnmc nel suo lavoro di sorveglianza.
La difesa di Mediaset Espana e Atresmedia
A stretto giro sono arrivate le reazioni dei due gruppi interessati dalla vicenda. Mediaset Espana ritiene che le accuse mosse siano “prive di fondamento” pertanto le respinge con forza e
“nega l’esistenza di un comportamento presumibilmente parallelo a quello di Atresmedia nel definire le condizioni per contrattare la pubblicità con inserzionisti e agenzie di stampa”.
La società inoltre punta il dito contro quei network che in precedenza si erano rivolti alla Cnmc per
“aver incoraggiato l’animosità nei confronti delle due principali società audiovisive”.
Ribadiscono la correttezza del proprio operato nel rispetto della normativa, anche alcune fonti di Atresmedia che “in attesa di conoscere e studiare le ragioni specifiche” dell’attività di indagine ribadisce di aver agito rigorosamente nei “limiti imposti dall’organismo di concorrenza”.
Sebbene stupiti dell’istruttoria aperta dalla Cnmc, le stesse fonti garantiscono
“la massima collaborazione al fine di chiarire al più presto i dubbi e dimostrare che la posizione nel mercato della pubblicità Atresmedia è il risultato della qualità e della competitività della sua offerta, così come i meccanismi naturali del settore in cui opera”.
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