Social card 2013, boom di domande. Ecco chi rischia di non ottenerla

Valentina Brazioli

16/11/2013

Social card 2013, molte domande e poche risorse. Come funziona e chi rischia di non ottenerla.

Social card 2013, boom di domande. Ecco chi rischia di non ottenerla

In tempi di crisi economica sempre più stringente, la social card è uno strumento che può aiutare le famiglie più in difficoltà ad arrivare alla fine del mese. L’ edizione 2013 della social card, come prevedibile, si conferma un autentico successo in termini di domande pervenute: solo per la città di Torino parliamo di ben 3000 domande presentate da altrettanti nuclei familiari in forte crisi. Un successo, tuttavia, che non è motivo di orgoglio, in quanto segnala le precarie condizioni in cui versano molti cittadini italiani, con particolare riferimento alle famiglie con più figli, le vere destinatarie di questa nuova forma di ammortizzatore sociale.

Social card 2013: quali differenze con la social card 2008

In comune, queste due social card, hanno praticamente solo il nome, in quanto hanno obiettivi e destinatari sostanzialmente diversi. La vecchia social card, infatti, prevedeva un ammontare di 40 euro al mese ed era destinata a cittadini con più di 65 anni di età e a nuclei familiari che avessero reddito ISEE inferiore ai 6 mila euro e figli con meno di 3 anni. Una misura considerata da molti insufficiente, ma che comunque nel solo 2011 ha fornito aiuti a oltre 535 mila persone.

Come funziona la social card 2013

La versione 2013 della social card, invece, è una forma assolutamente sperimentale di ammortizzatore sociale, che ha avuto il via nel gennaio 2013 in 12 grandi città italiane (Milano, Torino, Venezia, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Catania e Palermo), con l’obiettivo di estenderla poi, in futuro, a tutto il territorio nazionale. La più grande differenza con la social card 2008 (che è stata comunque prorogata per l’anno in corso dal Governo Monti, quindi è ancora attiva a tutti gli effetti) sono i diversi destinatari del beneficio economico previsto: non i pensionati ultra 65 enni bensì le famiglie, anche se di altri Paesi Ue o extracomunitari, purché titolari di regolare permesso di soggiorno. L’obiettivo di questa nuova carta acquisti, infatti, è quello di aiutare i nuclei familiari che versano in condizioni di estremo disagio lavorativo, con conseguente rischio di povertà per i minori.

Rischio esaurimento fondi

Se quindi siamo di fronte a un aiuto davvero importante per le famiglie, con assegni che dovrebbero variare da un minimo 231 euro mensili (per nuclei familiari composti da due persone) fino a 404 euro mensili (per nuclei con 5 o più componenti) il nodo resta sempre il solito: quello delle risorse a disposizione. I 250 milioni di euro stanziati dal Governo Letta per il 2014, infatti, rischiano di rivelarsi insufficienti già nel breve periodo: oggi il quotidiano La Stampa, illustrando la situazione di Torino (una delle città che stanno sperimentando la nuova carta acquisti), denuncia infatti che la social card è stata data solo a un terzo dei richiedenti (su 3 mila domande presentate), proprio a causa delle risorse troppo esigue a disposizione.

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