Smart working: quanti dipendenti pubblici continueranno a lavorare da casa?

E. C.

05/09/2021

05/09/2021 - 15:07

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A settembre torna la questione smart working o presenza per il settore pubblico: quanti dipendenti continueranno a lavorare da casa?

Smart working: quanti dipendenti pubblici continueranno a lavorare da casa?

A settembre si pone di nuovo la questione tra lavoro in presenza o smart working. Per il Ministro della Pubblica Amministrazione, il ritorno in ufficio servirà per smaltire tutti gli arretrati del periodo del lockdown.

La scuola sta per ripartire e così anche altri settori pubblici. Pertanto, la domanda persiste: quanti dipendenti pubblici continueranno a lavorare da casa in smart working e quanti, invece, andranno al lavoro in presenza?

Smart working e Pubblica Amministrazione: quanti dipendenti continueranno a lavorare da casa

Il ministro Renato Brunetta rimarca l’intento di far ripartire tutti in presenza, così come sta avvenendo per la scuola. Tuttavia, a dire del The European House - Ambrosetti, pare che lo smart working non sarà abolito del tutto, ma non nel senso in cui lo abbiamo conosciuto.

Infatti, il 15% del lavoro pubblico rimarrà sotto forma di modalità digitale. A spiegarlo è proprio il Ministro della Pubblica Amministrazione, il quale spiega che con la grande diffusione del green pass e l’eventuale obbligo vaccinale per legge, si può tornare in presenza con sicurezza, almeno per la maggior parte delle situazioni.

Brunetta si dichiara favorevole all’estensione del pass sanitario per lavorare sia nel mondo del pubblico sia del privato. In tal senso, l’amministrazione pubblica è un primo passo di quello che è un Paese forte e dinamico come sta essendo l’Italia nell’affrontare tutta la situazione della pandemia da Covid-19.

Il ritorno in ufficio servirà - continua il ministro Brunetta - a smaltire la mole di arretrati che non hanno trovato una giusta collocazione durante il lockdown e il periodo di tempo trascorso in smart working. In tal senso, il ministro si esprime positivamente, poiché grazie allo sblocco del turnover e del Pnrr stanno arrivando molti nuovi assunti al Mef, alla Giustizia e nei Comuni.

Le nuove regole dello smart working per i dipendenti pubblici

Il 15% del lavoro rimarrà comunque in smart working. Ad ogni modo, le dinamiche del lavoro a distanza non saranno questa volta uguali a quelle di quando abbiamo conosciuto una tale formula di lavoro.

In tal senso, andrà creata una distinzione tra le varie situazioni lavorative. Ad esempio, ricorda il ministro Brunetta, portare avanti una conferenza dei servizi con 15 amministrazioni è possibile anche da remoto, ma ognuno stando nel suo ufficio in maniera efficace, con gli strumenti adeguati e non da casa. L’idea è proprio quella: tornare tutti in presenza.

Tornare in presenza sarà un percorso positivo e questa volta anche di carattere sperimentale. Lo smart working non ha avuto una regolarizzazione dal punto di vista contrattuale e neppure nessuna garanzia in termini di sicurezza o eventuale disconnessione. Non c’è stata, ricorda Brunetta, neppure una piattaforma informatica ufficiale cui fare riferimento in maniera integrale.

Questa volta, invece, andranno fissate le regole, stabilite le tutele, misurati i risultati di produttività e rendimento. Il ministro Brunetta cita in tal senso la Didattica a Distanza come esempio. Ogni scuola, ogni classe ha avuto regole diverse per portare avanti la Dad. Ora, invece, si può fare meglio e utilizzare il metodo dello smart working per quelle occasioni che ne richiedono l’utilizzo in visione di una facilitazione, non di una maggiore confusione.

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