Slovenia: emissioni di debito e rischio crisi. Un altro paese dal futuro incerto?

Federica Agostini

22 Marzo 2013 - 16:35

Slovenia: emissioni di debito e rischio crisi. Un altro paese dal futuro incerto?

La Slovenia sta tentando di evitare il piano di salvataggio e entro il 6 giugno dovrà emettere un prestito obbligazionario per far fronte ai propri impegni finanziari. Sono le parole dell’ex Primo Ministro, Janez Jansa, che alla consegna del parlamento al centro-sinistra non perde l’occasione per lanciare un monito sui rischi futuri che corre il paese.

Nuove emissioni di debito

Gli analisti prevedono che la Slovenia emetterà un prestito obbligazionario di almeno un miliardo di euro nei prossimi mesi, in vista delle scadenze sul debito nel 2013 stimate per un totale di almeno 2 miliardi di Euro.

Il governo conservatore di Jansa è stato sostituito lo scorso mercoledì dal centro-sinistra di Alenka Bratusek; sino ad oggi le autorità slovene hanno rifiutato di pronunciarsi in merito ai piani finanziari del paese, i funzionari dell’amministrazione uscente avevano parlato di emissioni a metà anno e Jansa è stato il primo ad indicare una data precisa.

"Lo stato sloveno ha liquidità ed è in grado di osservare gli impegni senza problemi per ora, ma la situazione potrebbe cambiare in modo significativo il prossimo 6 giugno a meno che per allora non vengano emesse nuove obbligazioni."

Slovenia: cosa succede il 6 giugno 2013?

Il 6 giugno 2013 scadranno i 907 milioni di euro in buoni del tesoro a 18 mesi emessi nel dicembre 2011.

Lo scorso ottobre, la Slovenia ha emesso titoli decennali per un valore di 2.25 miliardi di dollari e con un rendimento del 5.7%. Il rendimento su i titoli emessi nell’asta del gennaio 2011 si attesta al 5.2%, rimanendo praticamente invariato secondo i dati Reuters.

Bratusek, nuovo leader sloveno, ha detto lo scorso mercoledì (giorno del suo insediamento) che il paese non avrà bisogno di salvataggio: "Vi assicuro che con i decreti che stiamo preparando, saremo in grado di risolvere i nostri problemi finanziari autonomamente."

Il suo governo, ha detto Bratusek, si concentrerà sulla soluzione dei problemi bancari della Slovenia, sul rilancio dell’economia, il recupero della competitività e la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani.

Slovenia, le stime FMI

Il Fondo Monetario Internazionale intanto ha fatto sapere che l’ex repubblica iugoslava, che ha aderito all’Euro nel 2007, potrebbe aver bisogno di un prestito di tre miliardi di euro o più per finanziare il bilancio, ripagare i debiti e contribuire al risanamento delle banche nazionali.

Secondo le stime FMI, la Slovenia potrebbe aver bisogno di circa 1 miliardo di euro per ricapitalizzare le tre banche più grandi del paese, di cui lo stato possiede l’intera o la maggior parte della partecipazione.

Le banche locali, invece, presentano un "buco" da circa 7 miliardi di Euro, pari al 20% circa dell’output economico del paese e sono proprio queste ad essere al centro della speculazione: la Slovenia potrebbe diventare la prossima Cipro tra i paesi in difficoltà che hanno bisogno di salvataggio.

Futuro: tutto nelle mani della politica

Secondo gli analisti, buona parte del futuro della Slovenia dipende dalle decisioni che prenderà il governo, perché soprattutto in questo periodo è fondamentale l’impatto della politica sul settore fiscale e bancario di un paese. Secondo gli analisti Nomura, infatti "si deve impedire il contagio, forzando eventualmente la mano del governo."

La situazione della Slovenia è aggravata da una nuova recessione dovuta al calo della domanda di esportazioni e alla diminuzione della spesa interna per effetto dei tagli al bilancio.

Per uno scandalo di corruzione il governo Jansa ha perso la maggioranza al parlamento lo scorso gennaio, ma la verità è che il suo partito aveva già perso popolarità a causa delle pesanti misure di austerity: una politica che Bratusek ha promesso di cambiare.

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