Sentenze pilotate al Consiglio di Stato: 4 ex magistrati agli arresti domiciliari

Isabella Policarpio

8 Febbraio 2019 - 15:21

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Il Gip di Roma, Daniela Caramico D’Auria, ha ordinato i primi arresti domiciliari relativi all’inchiesta sulle presunte sentenze pilotate del Consiglio di Stato. Tutti i dettagli.

Sentenze pilotate al Consiglio di Stato: 4 ex magistrati agli arresti domiciliari

Nelle ultime ore il Gip di Roma, Daniela Caramico D’Auria, ha emesso 4 ordinanze di arresto domiciliare verso ex magistrati della Regione Sicilia accusati di corruzione in atti giudiziari.

La procura di Roma indaga sul giro di sentenze pilotate da circa un anno e, finalmente, sembrano esserci dei risvolti certi.

Attualmente sono agli arresti domiciliari Nicola Russo, Raffaele Maria De Lipsis e Luigi Pietro Maria Caruso. Mentre l’ordine di arresto non è stato eseguito nei confronti di un altro indagato Giuseppe Gennuso, che al momento si trova all’estero.

Indiscrezioni dalla procura romana fanno pensare che il numero dei coinvolti potrebbe aumentare sensibilmente.

Sentenze pilotate: le indagini

Il Giudice per le indagini preliminari di Roma, Daniela Caramico D’Auria, ha emesso 4 ordinanze di custodia cautelare per l’accusa di atti giudiziari relative al caso delle sentenze pilotate al Consiglio di Stato.

Per il momento sono agli arresti domiciliari Nicola Russo, ex presidente del Consiglio di giustizia amministrativa Regione Sicilia, Raffaele Maria De Lipsis, ex giudice della Corte dei Conti, Luigi Pietro Maria Caruso e Giuseppe Gennuso, deputato dell’Assemblea regionale siciliana. L’ultimo tra questi al momento si trova all’estero pertanto l’ordinanza nei suoi confronti non è stata eseguita.

Secondo la procura romana, le tangenti per pilotare le sentenze ammonterebbero a 150.000 euro per 5 sentenze: 3 del Consiglio di Stato e due del Consiglio della giustizia amministrativa della Regione Sicilia.

Tra gli arrestati compare anche l’ex consigliere Nicola Russo, già noto alle autorità per aver ricevuto un ordine di cattura lo scorso marzo per aver pilotato delle sentenze in favore dell’immobiliarista Stefano Ricucci.

La sentenza contestata

La procura di Roma sta procedendo nei confronti della sentenza emessa dal collegio presieduto da Raffaele Maria De Lipsis il quale aveva accolto il ricorso di Giuseppe Gennuso ed annullato le elezioni regionali a Siracusa. In seguito alla sentenza si erano svolte ulteriori votazioni all’esito delle quali era stato eletto Gennuso, che, secondo il gip, avrebbe pagato 30.000 euro per pilotare la sentenza di De Lipsis.

Tra gli indagati c’è anche Stefano Vinti che, secondo indiscrezioni del parlamentare Italo Bocchino, era solito comprare le cause “a blocchi”.

Con questa inchiesta, gli indagati di corruzione in atti giudiziari della Regione Sicilia salgono a tre e, secondo la procura, il numero è destinato a crescere.

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