Scuola come il Grande Fratello? Videocamere e impronte digitali in classe

Fiammetta Rubini

4 Maggio 2016 - 10:24

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Il progetto di alcune scuole dell’infanzia di mettere videocamere e un sistema di impronte digitali all’entrata fa discutere: la scuola diventerà come il Grande Fratello?

Scuola come il Grande Fratello? Videocamere e impronte digitali in classe

Webcam con cui i genitori potranno sorvegliare i figli all’asilo e impronte digitali all’entrata di scuola: questi i piani di alcuni istituti per garantire la sicurezza dei bambini in classe e far stare tranquille le famiglie.

Ma è giusto installare un sistema di videosorveglianza nelle scuole oppure si rischia di trasformare i luoghi dell’istruzione in una sorta di Grande Fratello?

I numerosi episodi di violenze e maltrattamenti sui bambini da parte delle maestre d’asilo, sempre più presenti sulle pagine di cronaca, hanno dato vita a un dibattito che da mesi infiamma gli animi di genitori, insegnanti ed esperti dell’educazione. La proposta avanzata da molti è quella di installare telecamere nelle aule in modo da sorvegliare la situazione e garantire la trasparenza e la sicurezza dei piccoli.

Telecamere a scuola: asili come il Grande Fratello?

Un esempio è la scuola bilingue paritaria “Infanzia Serena”, che ha predisposto 4 aule attrezzate per la videosorveglianza per la sezione primavera, dai 2 ai 5 anni. Le videocamere sono attive nell’orario di lezione, dalle 8.30 alle 16.30, sono collegate a un server interno, con monitor nell’ufficio della direzione, nel rispetto della privacy sui minori (la visione delle immagini è riservata a un unico addetto, senza alcun accesso al pubblico).

A prendere sul serio la questione telecamere è stato anche l’istituto comprensivo “Duse” di Bari. L’idea è quella di dare vita a una sorta di Grande Fratello nella scuola d’infanzia attraverso un’app con cui le mamme e i papà degli alunni potranno collegarsi a una webcam in aula. In questo modo potranno vedere, per circa trenta secondi al giorno, il loro piccolo mentre gioca, disegna ed è impegnato nelle attività scolastiche.

Le telecamere a scuola fanno stare tranquilli i genitori

Per ora si tratta solo di un’ipotesi e sarà il Garante per la privacy ad esprimersi in merito entro le prossime settimane, ma l’idea di offrire la possibilità di collegarsi alla scuola con lo smartphone per trenta secondi è stata ben accolta sia dagli insegnanti che dalle famiglie.

Il dirigente scolastico, Gerardo Marchitelli, ha spiegato che sperimenterà l’app e la webcam su una sezione per vedere “se i genitori sono maturi”. “La scuola lo è - continua - ma spesso mamme e papà hanno un’ansia quasi patologica”.

I bambini che arrivano all’asilo spesso hanno due anni e mezzo e a quell’età il distacco può essere doloroso: l’obiettivo del “Duse” è quindi quello di renderlo meno traumatico e di tranquillizzare i genitori visto che “la scuola non ha niente da nascondere”.

Il direttore del Movimento italiano genitori, Antonio Affinita, ha così commentato l’idea dell’app collegata all’aula della scuola dell’infanzia:

“In un momento in cui si sta scollegando quel rapporto di fiducia tra il sistema educativo e quello valoriale della famiglia a causa di una serie di notizie su docenti inadeguati, la proposta del dirigente di Bari non risolve il problema alla base, ma può essere uno strumento con il quale la scuola dà un segnale di trasparenza e attenzione. Non stiamo parlando di Grande Fratello ma di uno sguardo sulla scuola: la tecnologia oggi può dare garanzie ulteriori al genitore. È un modo per avere un “appuntamento” con il proprio figlio mentre si è in ufficio, mentre si è presi dall’attività quotidiana”.

Telecamere all’asilo e a scuola: è giusto o sbagliato?

Il garante della Privacy è fondamentalmente contrario all’uso generalizzato delle telecamere a scuola perché comporta rischi per la privacy e il libero sviluppo della personalità dei bambini.

Anche la violenza delle maestre su di loro, però, è un bel problema per il corretto sviluppo psico-fisico dei piccoli. Cosa fare, dunque?

Sicuramente le telecamere sono un buon deterrente che induce una diminuzione dell’aggressività e della violenza usate come “metodo educativo”, ma non risolverebbero il problema alla base. Molti esperti sostengono che le videocamere a scuola rappresentano il fallimento dell’istruzione scolastica, che dimostra di avere al suo interno personale totalmente inadeguato ad avere a che fare con i piccoli.

Tuttavia le reazioni dei genitori in seguito ai fatti di cronaca non possono essere sottovalutate e si impone sempre di più l’esigenza di tutelare la sicurezza dei bambini e la tranquillità delle famiglie.

Ecco perché le videocamere nelle scuole dell’infanzia potrebbero aiutare, ma la situazione di emergenza ha bisogno di un atto di provvedimento contenitivo che va ben oltre i sistemi di videosorveglianza, i quali dovrebbero in ogni caso essere a circuito chiuso per tutelare la privacy dei minori e consentire agli insegnanti di svolgere in modo sereno le normali attività scolastiche senza essere “braccati” dai genitori ossessivi.

Scuola, impronte digitali per i ritardatari

Ma non è finita qui, perché l’iniziativa del “Duse” prevede anche il progetto di rilevare le impronte digitali all’ingresso della scuola. Lo scopo è quello di risolvere i problemi dei ritardi alla secondaria di primo grado, soprattutto quando accadono all’insaputa dei genitori. Si tratta di un’impronta topografica della mano che verrà azionata solo dalle 8.10, ossia quando si va a registrare il ritardatario. Immediatamente un sms sul telefono dei genitori li informerà del ritardo del figlio.

Il sistema è pensato per “comunicare in tempo reale con mamme e papà. Non è nulla di terrorizzante, ma vogliamo creare sempre più collaborazione con i genitori”. Obiettivo nobile, senza dubbio, ma ora andatelo a dire ai figli.

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