Sciopero bancari il 30 gennaio, è scontro con l’Abi per il nuovo contratto

Valentina Brazioli

15 Gennaio 2015 - 12:30

Sciopero bancari, prossimo appuntamento il 30 gennaio. Non accennano, infatti, a placarsi le proteste del settore, incentrate su un rinnovo del contratto che preveda gli attuali meccanismi di adeguamento del costo del lavoro. A indirlo, tutte le sigle sindacali, mentre l’Abi sembra fermamente intenzionata a disapplicare il vecchio contratto già dal 1 aprile.

Sciopero bancari il 30 gennaio, è scontro con l’Abi per il nuovo contratto

Sciopero bancari, ennesimo capitolo di una storia che si trascina ormai dal 2013, quando – per la prima volta dopo 13 anni – gli addetti del settore scesero in piazza contro la disdetta dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana) del contratto collettivo nazionale. Da allora, ben poco sembra cambiato, e lo scontro si è fatto via via sempre più aspro; fino alla notizia, di pochi giorni fa, di un nuovo sciopero, previsto per il prossimo 30 gennaio.

I motivi dello sciopero

L’agitazione, annunciata da praticamente tutte le sigle sindacali (come Fabi, Fiba, Cisl, Fisac e Cgil), comporterà l’astensione dal lavoro dei bancari, che rivendicano il diritto a un nuovo contratto in grado di conservare gli attuali meccanismi di adeguamento automatico del costo del lavoro. In concreto, parliamo di scatti di anzianità e di meccanismi di rivalutazione del Tfr, quest’ultimo vero fattore che ha portato alla rottura con l’Abi.

Il confronto tra Abi e sindacati

Attualmente, un giovane bancario stabilizzato percepisce uno stipendio che all’inizio è più basso del 18 per cento rispetto ai minimi contrattuali: la proposta dei sindacati è che questa decurtazione scenda al 10 per cento. Punto su cui Abi sembra disposta a discutere, mentre molto più difficile appare il confronto sul tema del tfr e degli scatti: i sindacati sono disposti a un congelamento per il triennio di validità del nuovo contratto, mentre l’Associaziona Bancaria Italiana chiede una modifica ben più strutturale.

Contenzioso aggravato dalla ristrettezza dei tempi: dopo lo sciopero ci saranno appena due mesi per concludere un accordo, visto che dal 1 aprile, in sua assenza, l’Abi è comunque fermamente intenzionata a disapplicare il vecchio contratto.

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