Salvini dalla parte dei poliziotti: no al numero identificativo sui caschi

Maria Stella Rombolà

15 Giugno 2018 - 09:49

Salvini dopo i recenti fatti di Genova conferma di essere sempre stato e che sempre starà dalla parte delle forze dell’ordine; pronuncia poi un secco no al numero identificativo sui caschi e avanza l’ipotesi di un nuovo piano di reclutamento.

Salvini dalla parte dei poliziotti: no al numero identificativo sui caschi

Il parere del neo ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla questione del numero identificativo sui caschi dei poliziotti è molto chiaro: il suo è un no categorico in quanto a parere del nuovo titolare del Viminale le forze dell’ordine sarebbero già così bersaglio troppo facile.

A risollevare l’attenzione sul tema ci ha pensato il caso del poliziotto ferito a Genova e l’intervento del ministro alla Scuola di Perfezionamento delle forze di polizia durante il quale Salvini ha espresso il suo parere non solo sul suddetto caso di cronaca ma anche sulla questione del numero identificativo e sul piano di reclutamento per abbassare l’età media delle forze dell’ordine.

Il caso di Genova

La questione si è riaperta a seguito del caso di Genova dove un poliziotto è rimasto ferito perché raggiunto da uno o più fendenti nel tentativo di fermare un’aggressione da parte di un ragazzo ecuadoriano; un suo collega ha poi sparato colpendo mortalmente l’aggressore.

L’intervento si era reso necessario a seguito della richiesta da parte della madre della vittima, che aveva chiamato il 112 per chiedere protezione dal giovane che era fuori controllo a seguito di una lite e minacciava di aggredire lei e il marito.

L’agente di polizia è ora ricoverato presso l’Ospedale San Martino a seguito di un intervento chirurgico e non è in pericolo di vita. Secondo informazioni raccolte in ospedale i poliziotti avrebbero tentato di fermare il giovane usando lo spray urticante prima di sparare, ma inutilmente.

Il sostegno alla polizia

Salvini ha dichiarato che domani si recherà a Genova per far visita all’agente ferito e in merito afferma: “Mi dicono che è un atto dovuto, ma chi indossa una divisa deve sapere che il Paese è con lui”.

Il ministro si è già espresso a sostegno delle forze dell’ordine, tanto da dichiararsi favorevole al servizio militare obbligatorio. L’esponente del carroccio inoltre ha espressamente detto: “Io so bene con chi stare; sin da piccolo tra guardie e ladri sto con chi indossa la divisa”.

Sono queste le parole che Salvini usa nel corso del suo intervento alla Scuola di Perfezionamento delle forze di polizia, per esprimere il suo totale e incondizionato appoggio alle forze dell’ordine.

Numero identificativo

Proprio partendo da questo assunto basilare il nuovo titolare del Viminale si esprime anche sull’introduzione del numero identificativo sui caschi dei poliziotti; da anni infatti è stata richiesta questa misura per evitare che si verifichino ancora da parte della pubblica sicurezza abusi simili a quelli avvenuti a Genova durante il G8.

Salvini poi durante una conversazione con i giornalisti a Montecitorio dichiara:

Il mio obiettivo è non mettere il numero sui caschi dei poliziotti che sono già abbastanza facilmente bersagli dei delinquenti anche senza il numero in testa ma mi sembra fossero disponibili ad avere una telecamera”.

Nuovo piano di reclutamento

Infine il neo ministro si concentra su un’altra questione che sembra stargli a cuore: secondo l’esponente della Lega infatti esiste un problema di assunzioni nelle forze di polizia. A questo proposito Salvini avrebbe già sollecitato il ministro dell’Economia Giovanni Tria.

A suo parere si perdono ogni anno migliaia di unità e l’età media supera i 50 anni ed il problema tra alcuni anni sarà serio; l’unica soluzione attuabile pertanto è quella di procedere ad un piano di reclutamento che abbassi l’età media.

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