S&P500: ecco perché ora rischia un pesante sell-off

Nicola D’Antuono

13/11/2015

L’indice azionario americano S&P500 continua a scendere dai top di periodo: ora rischia una caduta ancor più consistente, in caso di perdita del supporto chiave di 2.030 punti

S&P500: ecco perché ora rischia un pesante sell-off

A Wall Street continua la fase di negatività, iniziata poco più di una settimana fa dopo che i principali indici azionari americani avevano toccato (o quasi) i precedenti massimi storici. L’indice S&P500 è riuscito a salire fino in area 2.110 punti, una zona di resistenza importante che la pressione dei “buy” non è riuscita a perforare verso l’alto.

La quotazione dell’indice si è così fermata non molto lontano dai record assoluti di area 2.130, che risalgono a maggio scorso. La sensazione è che che questa sia una grande area di vendita, dove i large traders continuano a mettere in piedi una significativa attività di distribuzione dei propri lotti presenti in portafoglio.

Dai top di periodo di area 2.110 l’indice S&P500 ha perso quasi il 4% del proprio valore, dopo aver comunque messo a segno un notevole rally dai bottom di fine agosto scorso di area 1.830 punti. Le attese di una imminente stretta sui tassi di interesse negli Stati Uniti, con la FED pronta ad alzare il costo del denaro per la prima volta da metà 2006, sta spingendo gli investitori a una maggiore prudenza sull’azionario, non solo quello americano ma anche europeo.

Sebbene la maggior parte delle banche centrali più importanti al mondo continuerà a portare avanti una politica monetaria ultra-accomodante (BCE, BOJ e BOE su tutte), gli investitori continuano a seguire soprattutto le mosse della FED per implementare le proprie strategie. Da un punto di vista tecnico l’indice S&P500 è ormai a un bivio: ora è giunto a contatto con l’area chiave di supporto di 2.030, che in passato ha già rivestito una grande importanza.

In caso di perdita decisa di questo livello, l’indice S&P500 potrebbe mettere a punto un pesante sell-off con target di brevissimo periodo a 2.000 punti. Al momento esistono ancora buone possibilità di rimbalzo, ma l’eventuale caduta dei prezzi al di sotto della soglia psicologica dei 2.000 punti dovrebbe favorire l’iniziativa dei “sell” con target compresi tra 1.900 e 1.850 entro fine anno.

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