Dal 1 luglio 2014 scatteranno le nuove tariffe di roaming tra i paesi europei: i costi verranno ridotti di oltre il 50%. Il prossimo passo? L’abolizione totale.
In pieno clima estivo c’è una notizia che allieterà le vacanze degli italiani, diretti verso le spiagge più pulite del Belpaese, catalogate nell’elenco Bandiera Blu 2014, o verso mete più lontane, sparse per il mondo.
Qual è la novità dell’estate? Dalla prossima settimana telefonare e connettersi a internet all’estero costerà meno, fino al 50% in meno. L’UE ha infatti stabilito che dal 1 luglio dovranno essere ridotte le tariffe di roaming per comunicare da un paese UE all’altro.
Roaming: nuove tariffe dal 1 luglio
Di quali cifre stiamo parlando?
- riduzione da 45 a 20 centesimi per megabyte;
- le tariffe per gli sms e per le telefonate si abbasseranno di oltre il 20%. In particolare:
- fare una chiamata costerà 19 centesimi al minuto, IVA esclusa, contro i 24 attuali (pari a -21%);
- ricevere una chiamata costerà 5 centesimi al minuto, contro i 7 attuali (-28,5%);
- inviare un sms costerà 6 centesimi, contro gli attuali 8 (-25%).
Gli operatori europei inoltre potranno offrire la possibilità di scegliere un operatore locale del paese di destinazione, garantendo un ampio ventaglio di scelta a coloro che sono in viaggio.
La riduzione delle tariffe di roaming è una priorità per l’UE in cui si muovono due spinte: quella della Commissione che punta all’abolizione totale delle tariffe di roaming dal 2016 e quella del Parlamento europeo che vorrebbe procedere in tal senso già a partire dall’anno prossimo.
Un dato importante è che negli ultimi anni l’intervento di Bruxelles sul tema del roaming ha prodotto risultati significativi: oggi utilizzare all’estero il proprio smartphone costa 25 volte in meno rispetto a 4 anni fa e i costi di sms e telefonate sono stati decurtati fino al 90% dal 2007.
Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea, ha spiegato la ratio di questi interventi:
"Che senso hanno le tariffe roaming in un mercato unico? Spero che entro la fine dell’anno si raggiunga un accordo per abolirle del tutto. Il Parlamento ha fatto la sua parte, ora tocca agli Stati membri chiudere i giochi".
Sono infatti gli Stati membri a dover trovare un’intesa entro l’anno su questo tema e sicuramente la decisione rappresenterà un banco di prova importante per la coesione dell’UE.
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