Ritorno della zona gialla in Italia: possibili divieti per i non vaccinati

Chiara Esposito

20 Novembre 2021 - 15:34

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Anche in Italia si ipotizzano restrizioni ad hoc per chi non si vaccina. Tutte le novità entreranno in vigore con l’eventuale passaggio in zona gialla.

Ritorno della zona gialla in Italia: possibili divieti per i non vaccinati

Germania, Repubblica Ceca, Austria, Grecia e altri paesi stanno cercando di contenere la nuova ondata di coronavirus in ogni modo. A far più notizia però è l’approccio degli stati al tema della vaccinazione: molti stanno imponendo dure sanzioni e limitazioni per chi sceglie di non ricorrere al vaccino anti-Covid.

La situazione in Italia è leggermente diversa ma il Governo Draghi sembra pronto a virare verso norme più severe e linee guida più stringenti da far applicare nel caso in cui l’impennata dei casi non si interrompa. Allo studio ci sono importanti limitazioni alla vita sociale per tutti i non vaccinati.

Le novità fattuali su questo fronte però si concretizzeranno solo a partire dall’eventuale passaggio delle regioni in zona gialla e arancione. Tale prospettiva tuttavia, pur non essendo ancora attuale, è da considerarsi uno scenario tristemente possibile per il futuro di molti territori italiani.

In previsione di ciò, capiamo cosa potrebbe cambiare e quali misure verranno predisposte per prevenire un’ulteriore diffusione del virus.

Limiti ai no vax: quando ne sapremo di più?

In vista del decreto che sarà approvato la prossima settimana si inizia a discutere dei temi caldi che, parallelamente, trovano spazio sul tavolo di confronto politico.

Già circolano le prime indiscrezioni sulle misure da prendere in esame e, conseguentemente, approvare. I dettagli delle manovre che ad oggi stanno prendendo forma però saranno discussi solo lunedì a Palazzo Chigi con le Regioni mentre giovedì sarà convocata la cabina di regia. In ultimo si terrà il Consiglio dei Ministri per il via libera.

A livello di posizionamenti sappiamo che Salvini darà battaglia nonostante i suoi governatori leghisti siano pubblicamente schierati per la linea dura, in controtendenza cioè con la sua volontà di porre meno limitazioni possibili.

Modifiche al Green Pass: la prima delle restrizioni possibili

Il certificato verde solo per vaccinati e guariti è una delle strade percorribili. In questo scenario si esclude quindi la misura del tampone come strategia di ripiego e si fa di tutto per incentivare alla vaccinazione.

Non a caso questa eventuale revisione della legge sarà supportata da una campagna di comunicazione che sembra stia per coinvolgere anche volti noti quali Alberto Angela e Giacomo Poretti.

Il problema che si pone a questo punto è chiaro. Se l’unica grande certezza che il mondo della politica ha offerto finora è che le future limitazioni che si stanno studiando riguarderanno soltanto la vita sociale senza intaccare la sfera professionale dei cittadini, che fine faranno i lavoratori non vaccinati ancora restii a recarsi agli hub? Non è forse inevitabile incidere sul decreto lavoro qualora passasse questa proposta?

Dove non potranno entrare i non vaccinati?

In zona gialla, e ancora di più in eventuale zona arancione, i non vaccinati saranno penalizzati dal punto di vista delle attività sociali. Per quello che sappiamo finora la norma che si vuole inserire nel decreto impedisce loro di andare:

  • al ristorante;
  • al cinema;
  • a teatro;
  • negli stadi;
  • in discoteca;
  • in palestra.

La lista completa dei luoghi però sarà stilata durante il confronto con i governatori e già c’è chi vorrebbe impedire ai no-vax anche di accedere agli impianti sciistici.

Terza dose obbligatoria: l’ipotesi più accreditata

La prospettiva più gettonata è quella di una mediazione che all’atto pratico riguarda i lavoratori della scuola e le forze dell’ordine. A queste categorie il governo vorrebbe imporre l’obbligo di una terza dose, anche al di là del colore della propria regione di appartenenza.

È molto probabile inoltre che si decida di accelerare la dose booster con richiami a da i 5 mesi dalla seconda puntura anziché 6.

Obbligo vaccinale come l’Austria?

Il governo austriaco ha annunciato che renderà la vaccinazione contro il coronavirus obbligatoria a partire dal prossimo febbraio. Questo scenario potrebbe ripetersi anche nel nostro paese? Sembra di no.

Sebbene le altre restrizioni varranno in caso di passaggio di colore della singola regione, resta all’orizzonte l’ipotesi di imporre l’obbligo vaccinale per tutti. Mario Draghi si era schierato a favore dell’estrema ratio tempo fa ma non si sono ancora verificati i presupposti per un simile intervento.

Speranza piuttosto sembra pronto a stringere il più possibile per evitare l’aumento dei numeri e, se le misure di contorno in questione riusciranno a stabilizzare la curva, l’ipotesi dell’obbligo generalizzato potrà restare ancora remota.

Nel complesso quindi alcuni divieti per la vita sociale, tempi rapidi per i richiami delle vaccinazioni e incognite sul Green Pass qualora ne si modificasse lo «statuto». L’unico indicatore da non perdere mai di vista quindi è quello che ci aggiorna sull’andamento della pandemia.

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