Rinnovo contratto metalmeccanici: ecco la proposta per l’aumento dello stipendio

Antonio Cosenza

27 Novembre 2020 - 12:45

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Rinnovo del contratto metalmeccanici: passi in avanti verso l’accordo: Federmeccanica e Assistal hanno avanzato la loro proposta per un aumento di stipendio da 65 euro.

Rinnovo contratto metalmeccanici: ecco la proposta per l’aumento dello stipendio

Rinnovo contratto metalmeccanici: passi avanti verso un accordo.

Nella serata di ieri, infatti, Federmeccanica e Assistal hanno presentato ai sindacati la loro proposta di rinnovo, con la speranza che si possa arrivare a breve termine ad un accordo.

Dopo lo sciopero organizzato dai sindacati all’inizio di novembre, ecco le prime prove di disgelo con Federmeccanica che ha avanzato una proposta di rinnovo - per il triennio 2021/2023 - che comporterà aumenti di stipendio superiori rispetto alla proposta avanzata qualche giorno fa, quando si parlava di incrementi nell’ordine di 40,00€.

Insomma, passi in avanti verso il rinnovo del contratto dei metalmeccanici che a questo punto non dovrebbe tardare ad arrivare. Ma vediamo nel dettaglio com’è strutturata la proposta di rinnovo avanzata da Federmeccanica e Assistal e di quanto dovrebbe aumentare lo stipendio.

Rinnovo contratto metalmeccanici: cosa prevede la nuova proposta

La proposta presentata ai sindacati da Federmeccanica e Assistal è molto migliore rispetto a quella di cui si parlava qualche giorno fa. Con questo nuovo piano, infatti, lo stipendio dovrebbe aumentare di circa 25 euro in più rispetto ai 40,00€ previsti dalla precedente proposta di accordo.

Nel dettaglio, la nuova proposta organica sul rinnovo del contratto nazionale prevede un aumento pari a 65,00€ totali a regime per il periodo che va dal 2021 al 2023. A questo aumento, poi, si aggiungeranno altre voci e benefit con l’aumento di stipendio che potrà arrivare a circa 85,00€ nel 2023.

L’elemento perequativo nel 2023 verrà aumentato da 485 a 500 euro. Di questi, la metà continuerà ad andare a chi percepisce solamente i trattamenti previsti dal contratto, mentre gli altri 250 a chi non è interessato ai premi di risultato o ai trattamenti economici collettivi.

Questo elemento, però, sarà riconosciuto a patto che l’azienda non si trovi in una condizione di crisi.

Per quanto riguarda i Flexible benefit, invece, si passa da 200 a 250 euro. Per merito di questo aumento, nel triennio 2021-2023 ci saranno 750 euro a disposizione e rispetto al periodo precedente - quando il totale è stato di 450 euro - si tratta sicuramente di un passo in avanti.

Novità anche per la previdenza complementare, dove il contributo aziendale cresce dello 0,2%. Si passa, quindi, dal 2,0% al 2,2% per tutti, ma per averne diritto i lavoratori dovranno versare un contributo pari allo 0,5%. Anche su questo aspetto si tratta di un passo in avanti visto che precedentemente il contributo a carico del lavoratore era pari all’1,2%.

Migliorie anche per la previdenza complementare per i nuovi iscritti con età inferiore ai 35 anni: per questi il contributo a carico delle imprese salirà dall’attuale 2,0% al 2,5%.

Confermato il diritto a 24 ore di formazione in tre anni per tutti i dipendenti. Altre novità sono la creazione di un fondo per i Servizi alle imprese che verrà finanziato tramite un contributo una tantum delle aziende, le quali per ogni dipendente nel 2021 verseranno 1,50 euro, come pure l’estensione dell’assistenza sanitaria del Fondo Mètasalute per i pensionati che sono stati iscritti in maniera continuativa per almeno 2 anni prima di andare in pensione.

Rinnovo del contratto metalmeccanici: e adesso?

La prossima settimana Federmeccanica e Assistal dovrebbero avere una risposta dai sindacati FIM, FIOM e UILM rispetto alla proposta appena avanzata.

Già nella giornata del 1° dicembre, infatti, è previsto un incontro per discutere del rinnovo.

Ci saranno poi altri incontri il 2 e il 3 dicembre, mentre quello conclusivo, si spera, ci sarà il 9 dicembre. Obiettivo è di arrivare alla firma dell’accordo in tempi brevi, con una proposta di contratto che oltre a tenere conto della grave crisi si pone anche come strumento di garanzia attraverso il quale imprese e lavoratori possono affrontare i profondi cambiamenti in atto nel settore metalmeccanico.

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